Compiacimento per l’iniziativa di istituire l'organismo, il cui ultimo atto risale al 2015. Diverse le proposte e i suggerimenti forniti dalle audite.01/02/2024 -
Iniziate le audizioni nella prima commissione Affari costituzionali e statutari, affari istituzionali, partecipazione, risorse umane, enti locali, sicurezza, lotta alla criminalità, antimafia, sulla proposta di legge regionale n. 117 del 29 novembre 2023 concernente: “Istituzione della Consulta femminile per le pari opportunità”, prima firmataria Eleonora Berni (FdI).
L’audizione è stata presieduta dalla stessa Berni, vicepresidente della commissione, pur se il presidente, Flavio Cera, era presente alla riunione con la consigliera Maria Chiara Iannarelli, ambedue di Fratelli d’Italia.
In apertura dei lavori Eleonora Berni, nel ringraziare tutte le presenti che hanno risposto all’invito all’audizione, ha fatto cenno sulla necessità di istituire la Consulta femminile per le pari opportunità per ridare vita ad un organismo le cui ultime attività realizzate risalgono al 2015. Da allora l’immobilismo dell’organismo, previsto dall’articolo 73 dello Statuto, è apparso irreversibile.
Le novità introdotte, ha spiegato la Berni, non hanno alterato la struttura pletorica dell’organismo che ha reso farraginosa la sua costituzione, paralizzandone, di fatto, il funzionamento. La Consulta, in base all’art. 4 della l.r. n. 58/76, è composta da “un numero massimo di sessanta membri” indicati – secondo quanto si evince dal sito istituzionale - da ben “101 associazioni, partiti, organizzazioni sindacali e gruppi femminili di varia finalità”. Da qui la necessità della proposta di legge, a distanza di quarantasette anni dalla sua istituzione, di incidere radicalmente sulla governance, rendendola più snella e adeguata ad assolvere i compiti anche alla luce del mutato quadro ordinamentale.
Nella prima tornata delle audizioni hanno preso parte: la Direttrice Istituto Studi Superiori per la Donna, Anita Cadavid; la Delegata Pari Opportunità Forum Nazionale Associazioni Familiari, Emma Ciccarelli; per il Confartigianato Impresa femminile Viterbo, Laura Belli; per Noi donne, Costanza Fanelli; per Noiretedonne, Loredana Pesoli; per Stati Generali delle donne, Gilda Gallerati; per Il Laboratorio del Possibile, Angela Dimiccoli e Anna Pischedda; per Confcommercio Roma-Terziario Donna, Simona Petrozzi e Marina Marconato; per la CGIL Roma e Lazio, Diana Agostinello; per l’Ordine Avvocati di Roma, Luciana Delfini.
Tutte hanno espresso compiacimento per l’iniziativa di “riesumare” e istituire la Consulta femminile per le pari opportunità. Ma diversi e articolati sono stati i suggerimenti e le osservazioni sollevate, tra le più condivise: l’esiguo numero di nove componenti della governance, non adeguato alla grande mole di competenze e responsabilità richieste; alla insufficiente disposizione finanziaria per la quale si prevede uno stanziamento annuo pari a 100 mila euro finalizzato alle attività dell’organismo; la necessità di utilizzare un linguaggio adeguato coniugato al femminile nell’utilizzo del testo della Proposta di legge.
Al termine della seduta sono intervenuti sia Flavio Cera, per complimentarsi per l’iniziativa augurandosi possa arrivare presto all’approvazione dell’Aula e diventare Legge, sia Maria Chiara Iannarelli per rimarcare l’utilità e l’urgente bisogno di far funzionare l’organismo.
L’audizione è stata chiusa dalla presidente della riunione Eleonora Berni che ha chiesto a tutte le partecipanti di fornire i loro interventi scritti alla commissione che ne terrà conto per gli eventuali emendamenti. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio