Crisi agenzia Dire, i lavoratori ascoltati in commissione
Audizione con i rappresentati sindacali: “Serve soluzione definitiva, reintegrare i colleghi licenziati”.
05/02/2024 - La commissione Vigilanza sul pluralismo dell’informazione del Consiglio regionale, presieduta da
Claudio Marotta, ha ascoltato oggi i lavoratori dell’agenzia Dire.
“Si tratta di una azienda di informazione importante – ha spiegato Marotta - la situazione dei lavoratori ha suscitato generale preoccupazione, si tratta di una delle otto agenzie accreditate presso il dipartimento dell’Editoria della presidenza del Consiglio dei ministri, svolge un lavoro preziosissimo, una realtà professionale di livello nazionale, con n più redazioni regionali che garantiscono la copertura di quello che avviene a livello locale.
La situazione è stata illustrata da
Alessandra Fabbretti, portavoce del comitato di redazione della Dire: “L’agenzia di stampa è fondata nel 1988 – ha spiegato – ha 33 notiziari quotidiani, 13 tematici e 20 regionali. La crisi ha origine con l’inchiesta della primavera del 2021 contro l’allora editore, arrestato nel settembre di quell’anno con l’accusa di corruzione in relazione a svariati bandi assegnati dal ministero dell’Istruzione”.
Da quel momento i lavoratori hanno accettato “una pesantissima cassaintegrazione”, ha spiegato ancora Fabbretti. Alla fine del 2022 il nuovo editore ha annunciato un pesante piano di esuberi, poi ritirato dopo l’intervento del sindacato. Nel 2023, dopo l’inizio della procedura per l’accesso alle agenzie di rilievo nazionale, arriva l’avviamento della procedura di licenziamento collettivo per 15 giornalisti e 13 grafici. Dopo la sospensione il blocco dei pagamenti e della procedura di accreditamento da parte del dipartimento dell’Editoria, sono arrivati 17 sospensioni dal servizio per altrettanti giornalisti, comunicate via mail alle 20.20 del 31 dicembre. “Un provvedimento che non è contemplato dal contratto di lavoro giornalistico”, hanno spiegato i sindacalisti. Il 26 gennaio, in seguito alla riapertura della procedura di accreditamento, le sospensioni sono state revocate. Adesso ci sono 4 mesi di tempo per arrivare a una soluzione definitiva. Restano in piedi, intanto, i licenziamenti: ne sono stati revocati soltanto 3, necessari per avere 50 giornalisti a tempo pieno come stabilito dai requisiti per l’accesso ai fondi del dipartimento dell’Editoria.
Sono poi intervenuti i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil. Per tutti ha parlato
Elisa Castellucci, della Slc Cgil “’ assurdo che un’agenzia così prestigiosa possa essere attraversata così velocemente da una crisi di questo tipo – ha dichiarato – Oltre ai giornalisti ci sono altri 29 lavoratori a rischio (grafici, social media manager, videomaker), manca un piano editoriale e di rilancio, non ci sono nuovi investimenti. Non vorremmo sentirci usati come arma di ricatto per ottenere più finanziamenti. Chiediamo a tutte le istituzioni di continuare a mantenere alta l’attenzione”.
E’ toccato poi a
Stefano Ferrante segretario dell’associazione Stampa romana: “La vicenda resta aperta, 11 persone licenziate in modo illegittimo e immotivato, quasi tutte senza la tutela dell’articolo 18. Una vicenda che ci consente di ribadire il ruolo fondamentale dell’informazione primaria per il pluralismo dell’informazione. Che si regge proprio sul lavoro dei colleghi delle agenzie, quelli che ancora vanno nei luoghi, verificano i fatti. Ci aspettiamo che i bandi per assegnare i fondi pubblici valorizzino il mantenimento dell’occupazione”
Il presidente Marotta ha ribadito il “valore intrinseco dell’informazione primaria, un nodo strategico anche per raccontare l’attività di questo Consiglio regionale. Nei prossimi giorni cercheremo di mettere in campo tutte le iniziative possibili per garantire i livelli occupazionali”.
Per
Marika Rotondi (FdI): “E’ fondamentale ridare dignità ai lavoratori e tutelare i livelli occupazionali, dobbiamo capire come poter essere d’ausilio”. Secondo
Luciano Nobili (Italia viva) si tratta di una “vicenda complessa, dal primo momento tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale hanno manifestato solidarietà. Non è ammissibile fare impresa in questo modo, non si può vivere soltanto sulla contribuzione pubblica. Cosa può fare la Regione Lazio? Dobbiamo intanto coinvolgere la Giunta e l’assessora Angelilli in particolare.
“Un consiglio straordinario sulla crisi dell’informazione” è stata la proposta di Massimiliano Valeriani (Pd): “La vicenda Dire può diventare la cartina di tornasole con cui affrontare il grande problema della libertà di e del pluralismo dell’informazione. L’assenza di editori puri nel nostro Paese è un elemento che segna la fragilità del sistema democratico”
Di necessità “di una profonda riflessione sia sul mondo del lavoro che su quello dell’informazione” ha parlato
Adriano Zuccalà (M5s), secondo il quale “la Regione deve essere più incisiva. Intanto massima solidarietà ai lavoratori di fronte a un editore che mette in campo azioni di brutalità unica”.
Solidarietà ai lavoratori anche da
Alessandra Zeppieri (Polo progressista): “Pagano per un peccato che non è il loro, bisogna allargare la panoramica, paghiamo anche la distruzione di diritti acquisiti avvenuta negli scorsi anni”.
Per
Michele Nicolai (FdI) “ci troviamo di fronte a un caso grave. Il finanziamento pubblico è garanzia per il pluralismo dell’informazione. Propongo l’elaborazione di un nostro documento da portare all’attenzione della presidenza del Consiglio dei ministri”.
Rotondi ha replicato a Valeriani spiegando di preferire “utilizzare gli strumenti già in essere, ovvero questa commissione, piuttosto che portare la questione in Consiglio regionale. Possiamo essere d’ausilio al livello nazionale”
In risposta Valeriani ha ritirato la proposta: “Prendo atto che la maggioranza di centro destra – ha dichiarato - considera questa proposta non efficace e quindi la ritiro”.
Chiudendo la seduta Marotta ha ribadito “la necessità di affrontare la vicenda con spirito unitario. In modo celere avvieremo una iniziativa di questa commissione nei confronti della Giunta regionale”.
A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio