Sanità, in commissione le associazioni dei pazienti affetti da Sensibilità Chimica Multipla
Audizioni anche con case maternità, Federazione degli Ordini Professione Ostetrica e sindacati su mancato rinnovo contratto sanità privata.
04/06/2019 - La commissione Sanità, Politiche sociali, integrazione sociosanitaria, Welfare, del Consiglio regionale del Lazio si è riunita oggi per tre audizioni: la prima sulla sensibilità chimica multipla; la seconda sul ruolo professionale delle ostetriche; la terza sul mancato rinnovo del contratto nella sanità privata.
Alla prima audizione sono intervenuti il Comitato "Oltre la Mcs", l’Associazione "Amica" e il Comitato fibromialgici uniti (Cfu) Italia, che si occupano della patologia denominata “Sensibilità chimica multipla” o Mcs, l’acronimo inglese per Multiple chemical sensitivity syndrome. Si tratta di uno stato cronico reattivo all'esposizione a sostanze chimiche, a livelli inferiori rispetto a quelli generalmente tollerati da altri individui. Solventi, pesticidi, detersivi, saponi, mercurio, anticrittogamici di origine chimica, toner, materiali per l’edilizia, formaldeide e altre sostanze causano una sintomatologia varia che può colpire diversi organi presentando diversi gradi di severità, dal solo malessere e discomfort fino a una grave compromissione della qualità di vita. Un’altra condizione patologica associata è l’ipersensibilità ai campi elettromagnetici che somiglia alla sensibilità a molteplici agenti chimici.
In passato, la Mcs è stata riconosciuta dalla Regione Lazio come malattia rara, individuando anche un centro di riferimento regionale chiuso però nel 2016. Oggi infatti non si può più parlare di malattia rara, ovvero che riguarda fino allo 0,05 per cento della popolazione, ossia 5 casi su 10.000 persone - soglia fissata dall’Unione Europea – in quanto l’incidenza è molto maggiore. In attesa che il Ministero della Salute riconosca la Mcs come patologia vera e propria, le associazioni chiedono in primis che vengano diffusi i protocolli di accoglienza ospedaliera sul modello di quelli già approntati in alcuni nosocomi laziali (Grassi di Ostia, San Filippo Neri di Roma e all’ospedale di Rieti).
Nel caso di accesso in ospedale di un paziente affetto da Sensibilità chimica multipla, dovrebbero infatti essere adottate precauzioni per ridurre l’esposizione a sostanze scatenanti, come ad esempio l’utilizzo di guanti in vinile invece che in lattice, perché i pazienti affetti da Mcs possono avere contatti solo con persone e luoghi decontaminati da agenti chimici. Nelle richieste, anche l’aggiornamento professionale del personale sanitario rispetto alla Mcs e all’ipersensibilità ai campi elettromagnetici e di attivare progetti di integrazione nelle scuole sul modello di altre esperienze regionali. La Direzione regionale competente verificherà quindi i protocolli per poi vedere di diffonderli in altre strutture, mentre il Consiglio regionale metterà a disposizione l’Aula Mechelli per ospitare il convegno sul “consenso” italiano, un documento che stabilisce la definizione di caso e i criteri diagnostici della MCS, raccomandazioni per assistere nella diagnosi, migliorare l’assistenza sanitaria, la promozione della salute, la formazione di professionisti in sistemi di informazione sanitaria, la ricerca, l’accesso a informazioni di qualità e di coordinamento multisettoriale, per compiere un “salto culturale” rispetto a una malattia ancora dibattuta a livello scientifico ma che colpisce migliaia di persone.
Nella seconda audizione, la commissione ha incontrato la Fnopo - Federazione Nazionale Ordini Professione Ostetrica - e alcune case maternità di Roma per le quali occorre rivedere ruoli e funzioni dell’ostetricia nella Regione Lazio, aumentare il numero delle ostetriche negli ospedali e consultori, implementare nuovi modelli organizzativi e dotare i professionisti dei ricettari per prescrivere gli esami. Con l'entrata in vigore della legge n. 42/99 "Disposizioni in materia di professioni sanitarie" l'ostetricia ha perso la denominazione di professione sanitaria ausiliaria per divenire professione sanitaria.
Ricordando tre bandi appena usciti per assunzioni a tempo indeterminato nei consultori della Regione Lazio per il reclutamento tramite concorsi e procedure di mobilità di 100 risorse di personale fra pediatri, psicologi e ginecologi (Bollettino ufficiale della Regione Lazio n. 42 del 23 maggio 2019 e Gazzetta Ufficiale serie concorsi ed esami n.43 del 31-05-2019), la Direzione regionale della sanità ha altresì citato il concorso pubblico attualmente attivo per 18 Dirigenti Medici – disciplina Ostetricia e Ginecologia, per le esigenze dei consultori e per le ASL RM 1, RM2, RM3, RM4, RM5 E RM6, mentre sono in partenza altri concorsi sempre per assunzioni a tempo indeterminato per ostetricia anche a Rieti, Latina o Frosinone.
Quanto alle case maternità, fra queste la Zoè e Nascere e Crescere di Roma, ribadendo la sicurezza del parto extraospedaliero e il diritto della donna a scegliere il luogo del parto, chiedono di essere inserite nel Comitato Percorso Nascita regionale. La Regione partecipa al tavolo interregionale del Comitato Percorso Nascita nazionale che effettua il monitoraggio per la promozione ed il miglioramento della qualità, sicurezza e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo. Il percorso nascita comprende una serie di attività che vanno dalla consulenza preconcezionale alla diagnosi prenatale, passando per i test di screening e tutte le ecografie che devono essere fatte nel corso della gestazione.
Nella terza audizione, infine, la commissione ha incontrato i rappresentanti delle segreterie regionali Cgil, Cisl e Uil della Funzione pubblica, i quali hanno chiesto alla Regione un rinnovo di contratto per tutti i lavoratori della sanità privata accreditata del Lazio che garantisca stesso salario e stessi diritti di quello firmato nel 2018 per la sanità pubblica. In particolare, i sindacati hanno riproposto le richieste già avanzate al tavolo nazionale, attualmente sospeso: il riallineamento economico ai tabellari del contratto della Sanità pubblica e la sua applicazione su tutto il territorio nazionale. La commissione si è impegnata a portare la questione in Conferenza Stato-Regioni e a promuovere un protocollo di intesa regionale con sindacati e datori di lavoro per estendere il contenuto dell'accordo del 2016. Nel frattempo i sindacati hanno chiesto di sanzionare con il ritiro dell'accreditamento le strutture che non applicano i contratti nazionali.
A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio