Regina Coeli, audizione sui recenti episodi di suicidio nella struttura
Negata da alcuni dei relatori una connessione diretta con la tematica del sovraffollamento, che però resta un problema grave.
08/10/2024 - Audizione oggi in VII Commissione - Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria, welfare del Consiglio regionale del Lazio con tema: "Episodi di suicidio recentemente verificatisi nel carcere di Regina Coeli". La presidente Alessia Savo ha precisato in apertura che l’ audizione sarebbe stata incentrata sulla situazione sanitaria del carcere, come impone la materia di cui si occupa la commissione. Il consigliere Rodolfo Lena del Partito democratico ha introdotto i lavori, esprimendo la sua preoccupazione per lo stato di grave sovraffollamento della struttura.
La parola è passata quindi alla direttrice del carcere circondariale Regina Coeli, dr.ssa Claudia Clemente, che ha parlato di situazione complessa di una struttura che per motivi di competenza giurisdizionale riceve tutti gli arrestati, cosicché il numero degli ospiti è da tempo al di sopra delle mille unità. Ovviamente non si tratta solo di un problema di posti letto, ma complessivo rispetto a tutti i servizi. Molto buono il livello della assistenza sanitaria, ha detto la direttrice, che però ha rilevato come il problema sia anche di tipo sociale ed economico: non esiste per molti detenuti la possibilità di percorsi alternativi al carcere e ci sono problemi di integrazione dovuti alla forte presenza di stranieri, quasi la metà. Ma l’aumento del numero dei suicidi nelle strutture carcerarie va di pari passo con quello complessivo all’interno della società, a suo avviso. Né si può ridurre la problematica a una sezione piuttosto che a un'altra. La direttrice ha comunicato infine che si sta lavorando a un trasferimento di più di cento detenuti dalla sezione ottava della struttura, ma è un'operazione di complicata realizzazione perché richiede simultaneità.
A seguire, il Commissario straordinario della ASL Roma 1, Giuseppe Quintavalle, accompagnato da professionalità della Asl operanti nella struttura carceraria, ha fatto notare come molti dei suicidi riguardino soggetti che non avevano mai tentato il suicidio prima. La Rm1 è molto sensibile al problema di Regina Coeli ma la problematica è strutturale, a suo avviso. Tra i miglioramenti intervenuti, citati da Quintavalle l’introduzione di un reparto gastroenterologico e la prossima dotazione di un apparecchio Tac, mentre è in via di introduzione la cartella informatizzata. Radiologia è già attiva, così come il servizio di guardia medica h24, le diete personalizzate e la farmacia interna, la chirurgia generale e vascolare, la dermatologia, mentre urologia è in fase di definizione e vi sono convenzioni in essere con altri enti. Un progetto sperimentale tra Asl e distretto prevede la presenza di medici di medicina generale nella struttura per le visite. Salute mentale e dipendenze è un connubio cui si pone molta attenzione da parte della Asl. Anche per Quintavalle il dato dei suicidi non è conseguenza diretta del sovraffollamento carcerario.
Inquadrare il paziente nel suo complesso è il tipo di approccio prescelto, ha detto la dottoressa Di Stefano del servizio psichiatrico della Asl. In tal modo si può personalizzare l'assistenza al paziente. 58 persone con disturbo mentale grave, 150 con disturbo mentale semplice è il carico di lavoro che esiste nella struttura romana, ma che non è suo peculiare perché rispecchia dati più generali. Le misure alternative sono state incrementate. Non sono i soggetti con patologie mentali che si uccidono, perché quelli sono seguiti, ma gli altri, ha aggiunto la dott.ssa Di Stefano.
Ogni sezione ha un suo ambulatorio, incrementate le traduzioni all'esterno e forte potenziamento del momento dell'accoglienza ai detenuti, è stato ancora riferito dagli intervenuti della Rm1. Un reperimento di medici è attualmente in corso ma i bandi rischiano di essere poco attrattivi.
Il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale del Lazio, dott. Stefano Anastasia, ha riconosciuto che il sovraffollamento di Regina Coeli non è difforme dal dato nazionale. Non si può tuttavia negare il peso che ciò abbia sui fenomeni suicidari, a suo avviso. I casi più gravi dovrebbero ottenere la possibilità di scontare la pena al di fuori della struttura, ha detto il Garante, ma esiste una difficoltà nel trovare le alternative. Qui viene in rilievo il ruolo della Regione, secondo Anastasia. Persino le suppellettili talvolta scarseggiano. Sicuramente la situazione attuale non è sostenibile e va in qualche modo affrontata e risolta dall'amministrazione penitenziaria, perché ai detenuti attualmente in sofferenza poco o nulla interessa delle prospettive di miglioramento future, ha concluso il Garante.
Per la Direzione regionale salute e integrazione sociosanitaria, era presente il dott. Marco Nuti, il quale ha detto di aver apprezzato il fatto che la Asl abbia dimostrato di aver accolto le indicazioni della Regione, stando a quanto riferito. Obiettivo è limitare al minimo gli spostamenti della popolazione carceraria e questo può essere ottenuto in primo luogo attraverso l'incremento della telemedicina. Il problema non è solo sanitario evidentemente, ma ha una forte componente sociosanitaria, ha concluso Nuti, aggiungendo che il fabbisogno non si misura solo in unità di personale, ma nel numero di servizi erogati.
Tra i consiglieri, Emanuela Droghei del Pd si è detta delusa dal fatto di aver ascoltato più o meno le stesse cose ascoltate alcuni mesi fa in occasione di una audizione sui servizi sociosanitari in carcere. Come possa la Regione svolgere un ruolo più forte in questo contesto, questo è il tema che si pone la consigliera. Le carceri sono ormai un luogo di disagio sociale del nostro paese, ha detto Marta Bonafoni del Pd: ciò a fronte di una situazione in cui ci potrebbe essere un ulteriore aumento della popolazione carceraria, in conseguenza della legislazione in preparazione a livello nazionale. La ripresa delle attività scolastiche nel carcere e i luoghi atti a creare momenti di socialità sono altre due delle questioni sollevate da Bonafoni. Bisogna svuotare le carceri, questa l'esigenza immediata ravvisata da Claudio Marotta di Verdi e sinistra, e non si vedono altre soluzioni che non siano l'amnistia o l'indulto, all'orizzonte. Secondo Luciano Crea della lista Rocca, importanti sono gli sforzi fatti dalla Rm1 con il potenziamento della squadra medica, specialmente nel settore della salute mentale. Purtroppo ci sono dei limiti precisi all'azione che la Regione può compiere in questo campo, a suo avviso.
In conclusione, la presidente Savo è tornata a rimarcare il problema dell’attrattività dei bandi per i medici da destinare alle strutture carcerarie, quale situazione di indubbio disagio.
Erano presenti all’audizione anche il capogruppo Daniele Sabatini e Maria Chiara Iannarelli di Fratelli d’Italia, i consiglieri Salvatore Lapenna e Massimiliano Valeriani del Pd, e Nazareno Neri del gruppo misto.
A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio