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Rifiuti, gli interventi in Consiglio

23/09/2013
Dopo la relazione del presidente della Regione, Nicola Zingaretti, nel Consiglio regionale del Lazio è iniziato il dibattito sull'emergenza rifiuti e sulla nuova discarica di Roma in particolare.
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Luca Gramazio (Pdl) ha ribadito la forte contrarietà a Falcognana. Il capogruppo Pdl ha contestato la mancanza di chiarezza e l'assenza di confronto. "La Regione non si è voluta assumere la responsabilità di essere l'ente che ha scelto il sito di Falcognana". Tra le questioni sollevate da Gramazio le procedure di assegnazione della discarica -senza gara, con l'affidamento diretto alla società Ecofer, il destino dei rifiuti non conferibili a Falcognana e la contraddizione con quanto affermato dal ministro Orlando.

Francesco Storace (La Destra) ha parlato di atto sbagliato nel merito e nel metodo: "Questa convocazione è tardiva - ha spiegato - La decisione è stata presa l'8 agosto, siamo al 23 settembre. La relazione di Zingaretti è insufficiente ed evasiva. Ad esempio, si dimentica di dire che l'autorizzazione data al sito di Falcognana nel 2003 era stata revocata nel 2004, dopo aver sentito i cittadini. Il presidente non dice che quel sito è stato indicato dalla Regione, lo ha spiegato il prefetto Sottile in commissione Ambiente. Poi c'è la questione legata alla infiltrazioni criminali. Servono rassicurazioni su questo punto, serve una verifica attenta. Si è negata la responsabilità della scelta al Consiglio regionale, la giunta si deve assumere l'onere e l'onore. Dovete dire la verità ai cittadini".

"Zingaretti ci ha dato una speranza - ha spiegato Riccardo Valentini (Per il Lazio) - quella di cambiare davvero passo nella gestione dei rifiuti. Intanto abbiamo dato una garanzia ai cittadini: la chiusura della discarica di Malagrotta. Si è parlato di poca trasparenza. In realtà abbiamo discusso di questi temi più volte, sia in commissione che in aula. Un percorso che indica la nostra volontà di condividere le scelte anche con l'opposizione. Ora dobbiamo affrontare un pagina nuova nella gestione del ciclo dei rifiuti del Lazio. Non dobbiamo aver paura di prendere decisioni".

"E' mancata la capacità e la possibilità di entrare nel merito sul sito di Falcognana", ha dichiarato Pietro Di Paolo (Pdl) che ha puntato il dito sul mancato coinvolgimento dell'opposizione nel percorso che ha portato all'individuazione dell'area. "La sensazione - ha spiegato - è che questa soluzione non serva a nulla: se davvero i quantitativi che andranno a Falcognana sono quelli indicati, questa discarica è inutile". Di Paolo ha parlato di "troppe variabili aperte. In particolare manca la firma del ministro Orlando sul decreto, non si conoscono i risultati della gara dell'Ama per portare i rifiuti all'estero, non si sa dove verranno portati i rifiuti trattati negli impianti di Malagrotta, non si hanno certezze sul trattamento del 'talquale', non ci sono certezze sui tempi: è davvero un sito provvisorio? Bisognava lavorare sulla discarica definitiva, serviva maggior coraggio. La mia proposta è di allargare la quantià dei rifiuti che andranno fuori".

Cristiana Avenali (Per il Lazio) ha ricordato che del tema dei rifiuti "questo Consiglio e questa Giunta si sono occupati da subito. Vogliamo concretamente cambiare la gestione dei rifiuti. Facendo anche scelte difficili. Anche questo è il segno di una nuova stagione che vogliamo aprire. Le discariche devono essere superate, ma in questo momento non siamo in grado di farlo. Se vogliamo davvero chiudere Malagrotta la strada è obbligata: le preoccupazioni dei cittadini di Falcognana sono legittime. Dobbiamo dare tempi e quantità certe. Dobbiamo essere trasparenti, dare loco la possibilità di controllare e lavorare subito sul sito definitivo. Fondamentale mantenere la promessa di chiudere Malagrotta. Importante anche la decisione di rivedere il fabbisogno di impianti".

"Noi tifiamo per l'ambiente e per la salute - ha dichiarato Silvana Denicolò (M5S) - le discariche non garantiscono né l'uno né l'altra. Il discorso di Zingaretti è condivisibile, ma non vediamo nessun piano di lungo respiro. Dove sono tutti i buoni propositi? Per esempio per quanto riguarda la prevenzione, dove sono le misure per ridurre alla fonte i rifiuti? Noi siamo sempre stati e restiamo contro tutte le discariche. Falcognana sarà una macchia indelebile per questa amministrazione. Cosa aspettiamo a far partire la differenziata porta a porta anche a Roma? Bisogna incentivare gli imprenditori a investire nel recupero dei rifiuti, invece vengono ostacolati".

"Sarebbe un po' miope se parlassimo solo di Falcognana - ha esordito Massimiliano Valeriani (Pd) - credo, ad esempio, credo sia importante parlare di Malagrotta. Ricordiamo che spenderemo centinaia di milioni di euro per portare fuori Regione i nostri rifiuti. Essere arrivati a questo punto è segno di scarsa lungimiranza politica. L'opposizione esprima un punto di vista netto sul fatto se sia giusto o meno portare fuori i rifiuti di Roma. Io credo sia inaccettabile pensare a una discarica anche temporanea realizzata fuori dai confini del Comune. L'opposizione dice che c'erano altri siti, ma non dice mai dove. Noi siamo arrivati da poco, però, oggi possiamo dire con orgoglio che chiudiamo Malagrotta. L'avete promessa per anni, noi lo facciamo davvero. Questo è il punto vero".

Davide Barillari (M5S) ha parlato di mancanza di coraggio da parte di tutta la classe politica: "L'emergenza ha fatto comodo a tutti, non si è voluto trasformarla in opportunità. Sono passati 2000 anni dall'antica Roma, ma il metodo per smaltire i rifiuti è rimasto sostanzialmente lo stesso. Continuiamo a interrare e a bruciare i rifiuti inquinando acqua, terra e aria. Al tempo stesso ignoriamo le soluzioni che ci propongono i cittadini. Basta con gli imprenditori che hanno la stessa qualità morale dei rifiuti che maneggiano. Parliamo di responsabilità: ci sono grossi interessi privati che si mischiano con la politica. Per chiudere Malagrotta non servono nuove discariche, si sta nascondendo la testa sotto la sabbia. La differenziata è ferma al 20 per cento, che fine hanno fatto gli stanziamenti che abbiamo deciso? Bisogna avviare la vera differenziata, porta a porta, creando la cultura del valore del rifiuto. Servono leggi per la riduzione dei rifiuti a monte. Vanno creati piccoli impianti di recupero, spingere i cittadini a fare il compostaggio domestico. Avviare un piano per chiudere tutte le discariche e tutti i termovalorizzatori. Tutto questo non si fa, si spostano solo i rifiuti da una discarica all'altra. Presenteremo dieci risoluzioni per cambiare davvero, chiediamo che siano valutate seriamente".

"Non ci dite la verità - ha accusato Adriano Palozzi (Pdl) - per mesi ci è stato fatto credere che tutte le decisioni fossero state prese dal prefetto Sottile, senza nessun dialogo con la Regione. Ci è stato raccontato che la Ecofer era del tutto contraria. Ogni giorno scopriamo che siamo stati presi in giro. Non era vero niente: già il 14 agosto la Ecofer aveva manifestato la sua disponibilità. E addirittura la Ecofer scrive al prefetto che i camion saranno 30, ma a partire da dicembre, per non allarmare i cittadini. Questa discarica resterà aperta per almeno sei, sette anni, altro che i due indicati da Zingaretti. I posti per fare la discarica ci sono, ma vanno cercati fuori dai centri abitati. Questa discarica non deve essere fatta a Falcognana, resisteremo fino all'ultimo".

Michele Baldi (Lista Zingaretti) ha puntato il dito contro gli interessi che "non hanno permesso che si sviluppasse la raccolta differenziata. Ho cominciato questa battaglia nel '97, da solo. Oggi noi stiamo facendo una rivoluzione: il presidente Zingaretti è l'unico che ha il coraggio di metterci la faccia. Il passaggio su Falcognana non mi entusiasma, ma è un passaggio necessario, Roma si deve assumere le sue responsabilità, non si possono portare tutti i rifiuti fuori. Non saranno sette anni, Palozzi dice una bugia. L'opposizione ha governato fino ad oggi, perché non ha fatto quello che sostiene adesso in Consiglio? La vera inversione di tendenza è chiudere Malagrotta. Zingaretti sta andando a toccare grandi interessi, avremo altri attacchi perché finalmente si comincia a vedere il traguardo. Facciamo diventare quello dei rifiuti un business per il pubblico, come succede in tutto il mondo tranne che da noi".

"La giunta non ha risposto alle tante richieste di chiarimenti che abbiamo fatto, a partire da maggio - ha dichiarato nel suo intervento Antonio Aurigemma (Pdl) - nessuno ci ha spiegato quali fossero le linee guida di questa amministrazione sui rifiuti. Ci è stato detto fino a ieri che la responsabilità della scelta della nuova discarica era del prefetto Sottile. Abbiamo dato la nostra disponibilità a discutere e in risposta sono stati calpestati i più elementari capisaldi della democrazia. Le uniche notizie le abbiamo avute dal governo che, nel giro di pochi giorni, ci ha dato tutta la documentazione sulla vicenda Falcognana. Il confronto che voi volete è basato sul prendere tempo, non sulla partecipazione. Altro che senso di responsabilità: faremo le nostre battaglia in tutte le sedi competenti, in maniera civile e democratica per poter impedire questo scempio. Gli amministratori di Ecofer hanno avuto condanne definitive per reati ambientali, sarebbe il caso di fare chiarezza. Sospendiamo questa vicenda, ascoltiamo i ministri competenti per capire tutti i problemi che ci sono. Apriamo un tavolo tecnico di lavoro con maggioranza e opposizione. Questa è la nostra proposta: confrontiamoci con responsabilità".

Secondo Maria Teresa Petrangolini (Per il Lazio) la gestione dei rifiuti è una grande occasione per stabilire quale rapporto si vuole avere con i cittadini: "Si può scegliere la strada del populismo - ha spiegato - e quella del confronto, del rispetto degli impegni che si prendono, della mancanza di paura nell'affrontare i problemi. La giunta ha scelto la seconda strada. Quella giusta. Comprendo perfettamente la sfiducia dei cittadini, che in questi anni sono stati presi in giro troppe volte. Quello che non accetto è la strumentalizzazione di queste paure. Credo sia molto importante la proposta di Zingaretti: affidare il controllo sugli impegni che abbiamo preso ai cittadini stessi, attraverso la creazione di un comitato a cui partecipi anche il IX Municipio di Roma". Deve essere garantita la massima trasparenza, con la pubblicazione di tutti i dati che riguarderanno la discarica di Falcognana".

"La situazione di emergenza dura da troppi anni - ha detto Eugenio Patanè (Pd) - per molti motivi, non tutti dipendenti dall'inerzia delle amministrazione. Penso alla riduzione dei trasferimenti dallo Stato, ad esempio. Che ha portato a scegliere la soluzione più semplice: discarica e impianto di valorizzazione. Questa stagione, questa sorta di campana di vetro, è finita. Oggi siamo obbligati a trovare una soluzione, necessariamente di breve periodo. Le soluzioni emergenziali non possono essere definitive. Quest'aula deve assumersi le sue responsabilità. Non guardando solo a Falcognana: il tema è come, attraverso questo passaggio, tentiamo di mettere in campo una strategia per arrivare a una soluzione strutturale. Riduzione dei rifiuti, investire sulla green economy, non accontentarsi soltanto di differenziare, ma puntare sull'impiantistica. Oggi siamo a una svolta epocale: chiudiamo con la cultura di Malagrotta".

Fabio De Lillo (Pdl) ha parlato di "delusione" rispetto alle dichiarazioni di Zingaretti. "Ci aspettavamo che la Regione non avesse partorito un topolino, ma preso provvedimenti responsabili - ha dichiarato - Parlate di decisione storica, la chiusura di Malagrotta, ma voi oggi avete deciso di non decidere: quattro quinti dei rifiuti dei romani andranno fuori Regione o addirittura fuori dall'Italia. Falcognana determinerà una grande ferita sul tessuto cittadino, con un luogo importante del cattolicesimo mondiale che verrà intaccato, ma non risolve nulla. La nuova discarica serve solo a sentirsi con la coscienza a posto. A questo punto tanto vale mandare fuori Regione tutti i rifiuti. Servivano tre principi di buon senso: doveva essere un sito pubblico, gestito dall'Ama e scelto non legandoci ai confini del Comune di Roma. Ci sono siti più adatti, lontani dai centri abitati, pubblici e quindi quasi a costo zero. Io spero che nei prossimi due anni si lavori su queste coordinate".

Secondo Pietro Sbardella (Lista Bongiorno) questo modello di commissariamento "soft" ha creato le condizione perché il sito sia stato scelto, di fatto, dalla Regione. Bisognava indicare sia il sito temporaneo che quello definitivo, andava espropriata l'area scelta e l'affidamento della discarica doveva essere fatto con gara europea. Saltare tutti questi passaggi aumenta l'allarme dei cittadini e non garantisce la necessaria trasparenza. Per questo siamo contrari a Falcognana. Dobbiamo ai cittadini delle risposte: per quanto tempo resterà aperta, chi sono le persone a cui affidiamo, senza gara, la gestione della discarica. Risposte che dobbiamo ai cittadini".

Giancarlo Righini (FdI) ha ricordato che questa seduta, come la precedente, è stata richiesta dai gruppi di opposizione. La relazione di Zingaretti andava bene qualche mese fa, adesso è tardiva. La discarica di Malagrotta è stata un dramma per i cittadini della Valle Galeria. Per questo non deve essere riservato lo stesso trattamento a nessun altro abitante del Lazio. A Falcognana smaltiremo meno dell'8 per cento dei rifiuti raccolti a Roma, ce lo dicono i dati pubblicati dall'Ama sul suo sito. Perché causare questa ferita per un quantitativo così ridotto? Perché non prendere in considerazione l'ipotesi di estendere anche a queste 300 tonnellate il bando di Ama? I costi sono molto alti anche per Falcognana. In questa maniera avremmo il tempo per individuare il sito definitivo".

"Se siamo qui oggi è chiaro a tutti che negli anni passati non c'è stata nessuna volontà politica di arrivare a una gestione virtuosa del ciclo dei rifiuti - ha spiegato Valentina Corrado (M5S) - Falcognana non è idonea perché censita tra le località dichiarate di notevole interesse pubblico dal ministero dei Beni Culturali. La Regione stessa aveva dichiarato che non si potevano realizzare nuove discariche nelle zone da tutelare. La stessa direzione regionale per i beni culturali non è mai stata coinvolta nell'iter dei provvedimenti autorizzativi della discarica. Inoltre è una zona ad alto rischio sismico. Per non parlare della vicinanza dell'aeroporto di Ciampino. Le prescrizioni dell'Enac escludono attività di smaltimento dei rifiuti vicino ad aeroporti perché attraggono gli uccelli e quindi potrebbero mettere a rischio i voli". La consigliera Corrado ha fatto, infine, riferimento alla presenza di insediamenti abitativi adiacenti al sito, alle questioni di viabilità e a vincoli idrogeologici.

Gino De Paolis (Sel) ha ricordato gli atti già votati dal Consiglio regionale, a partire dall'abolizione dello scenario di controllo. "Io ho sempre combattuto l'apertura di nuove discariche - ha dichiarato - e adesso sono molto combattuto. Mettere insieme tutte le esigenze è difficilissimo. Il commissariamento passa attraverso l'inefficienza della politica. Nessun territorio può essere felice se gli arriva anche una minima quantità dei rifiuti. Ci deve essere chiarezza sui tempi e sulle quantità: deve essere vietato ogni ampliamento del sito Ecofer. In questa maniera faremo capire che dietro la nuova discarica c'è un progetto differente. Vanno definiti subito gli ambiti territoriali, perché ogni città deve farsi carico dei suoi rifiuti. La soluzione sta nel riciclo e nel porta a porta. Anche il Comune di Roma deve fare la sua parte. Questa è la scommessa per uscire dall'emergenza".

Decisamente contrario Daniele Sabatini (Pdl): "Falcognana non è il deserto, ci sono case, iniziative agricole, non è il luogo adatto a fare una discarica: in linea d'area ci sono centri abitati a 870 metri, sette centri abitati a meno di 6 chilometri di distanza, cinque aziende agricole nel raggio di tre chilometri. A 680 metri c'è il santuario del Divino Amore che merita rispetto e attenzione. Per tutta l'estate l'assessore Civita ha dichiarato la sua estraneità da questa decisione. Poi, il 13 settembre, il ministro Orlando individua nella Regione e nel Comune responsabilità e competenze. Poi, ancora, arriva il prefetto Sottile che spiega come la scelta sia stata fatta dalla Regione. Ci aspettiamo una posizione chiara, i cittadini che stanno soffrendo in questo momento, non possono essere presi in giro. Basta con il gioco delle parti, non è accettabile. Che almeno si sappia di chi sono le responsabilità, altro che la trasparenza sbandierata in campagna elettorale".

Gaia Pernarella (M5S) ha ricordato le parole del presidente della Regione durante il discorso di insediamento: "Zingaretti aveva parlato di trasparenza, legalità. Aveva detto mai più una nuova Malagrotta. Parole al vento perché tutte queste situazioni le troviamo in Provincia di Latina, dove il prefetto Sottile vorrebbe smaltire parte dei rifiuti romani, in un impianto che non riesce nemmeno a lavorare tutti i rifiuti della zona. E poi c'è il problema della discarica di Borgo Montello, una sorella minore di Malagrotta, dove viene conferito ancora il talquale. Cosa sta facendo la giunta per queste criticità che ci sono nel resto del Lazio? Nulla. Silenzio, malgrado la stessa Arpa abbia rilevato il grave inquinamento della zona di Borgo Montello. Ci sono testimonianze di pentiti di camorra, riferimenti delle relazioni della Direzione distrettuale antimafia, su quello che succede in questa discarica, di rifiuti tossici smaltiti nel sud pontino. Serve una seria indagine epidemiologa, servono nuove ispezioni dell'Arpa, con dati chiari e comprensibili a tutti. Ci aspettiamo che la giunta regionale si costituisca parte civile nel processo".

Secondo Silvia Blasi (M5S) la riqualificazione di Malagrotta è un'operazione di facciata. Quel territorio rimarrà sacrificato per sempre. Anche pensare di usare la frazione organica stabilizzata per il recupero ambientale, vuol dire, di fatto, continuare a usare Malagrotta come discarica. Basta con i legami fra politica e affari, basta con le infiltrazioni mafiose nelle società che gestiscono i rifiuti. L'incremento della raccolta differenziata è irrilevante. Non ci sono incentivi nel settore del riciclo e del riuso. In questa situazione si sceglie un sito provvisorio, per prendere due anni di tempo e poi passare dalle discariche agli inceneritori, un sistema che serve al mantenimento di un certo potere politico. La partecipazione doveva partire prima della scelta della discarica.

Di "gestione inetta della politica" ha parlato, invece, Fabrizio Santori (La Destra): "A cosa servono questo Consiglio regionale e questa giunta se i temi più importanti, rifiuti e sanità, sono gestiti da commissari? Non possiamo fidarci. Non dimentichiamo le bugie raccontate, i documenti che non ci sono stati consegnati. Zingaretti e Civita sono stati smascherati alla fine dal prefetto Sottile: Falcognana è stata scelta dalla Regione. Qual è la visione per il futuro? Non si sa. Non esiste un piano di conferimento a Falcognana, non sappiamo i costi, non conosciamo le procedure di affidamento, non c'è certezza sulle autorizzazioni. Stiamo aspettando le relazioni su eventuali infiltrazioni mafiose nella Ecofer, ci sono condanne a carico degli amministratori. Non si conoscono i risultati del bando Ama per portare i rifiuti fuori Regione, 750 tonnellate al giorno. In tutto, comprese le 300 che saranno portate a Falcognana, si tratta di 1050 tonnellate al giorno. Cerroni parla di 4.000 tonnellate al giorno che finiscono nella sua discarica. Dove vanno a finire gli altri? C'è un'Aia rilasciata da Sottile per Monti dell'Ortaccio, perché non viene ritirata? Noi Malagrotta la vogliamo chiudere davvero".

Fabio Bellini (Pd) ha invitato a uscire dalle schermaglie politiche. "Siamo a un momento decisivo, è un passaggio molto delicato - ha dichiarato - fra pochi giorni rischiamo di vedere Roma invasa dai rifiuti. Serve dunque senso di responsabilità, da parte nostra, da parte del Comune e della Provincia se vogliamo gestire al meglio questo passaggio. L'obiettivo a lungo termine è di ridurre la quantità dei rifiuti, mandarli all'estero può essere soltanto una soluzione temporanea. Sono le scelte che dovremo prendere nei prossimi mesi che determineranno quale gestione del ciclo dei rifiuti avremo nei prossimi anni. Quindi non servono le polemiche. Possiamo farle, ma ci dobbiamo assumere le nostre responsabilità su terreni così delicate. Dobbiamo essere chiari con la popolazione, prendere impegni e rispettarli. Dobbiamo fare uno sforzo comune per recuperare credibilità e serietà. C'è disillusione fra i cittadini. Pesano gli errori del passato, dobbiamo uscire dal teatrino della politica".

Di "forte preoccupazione" ha parlato, invece, Giuseppe Cangemi (Pdl). "Zingaretti in campagna elettorale aveva detto nessuna nuova Malagrotta, mai più una discarica nella Valle Galeria - ha argomentato - Parlava di rivoluzione nei rifiuti. L'unica rivoluzione che ha portato sono le nomine degli amici nelle società partecipate. Altro che trasparenza. La discarica a Falcognana è uno sfregio a tutti i cattolici romani. Si mette soltanto una pezza, senza indicare le soluzioni definitive. Volete danneggiare il territorio a colpi di maggioranza, non ve lo permetteremo. Faremo opposizione dura, senza sconti, perché siamo preoccupati per le mancate risposte. Quale sarà la durata di questo sito che definite provvisorio. Quali saranno i costi. Anche questo impegno di dieci milioni di euro per realizzare un parco a Malagrotta. La Regione paga per fare un parco in un'area privata? La verità è che la Regione in questi sette mesi è peggiorata. Le scelte spettano a voi, noi vi controlleremo senza fare sconti".

"Noi vogliamo davvero chiudere Malagrotta - ha ribadito Olimpia Tarzia (Lista Storace) - ma voi ci riuscirete? C'è una gran confusione. Non c'è chiarezza sui tempi. Falcognana durerà sei mesi o forse due anni. E dopo cosa succederà? Non c'è chiarezza sulle gare dell'Ama. Non c'è chiarezza su chi ha individuato questo sito. Troppi silenzi anche dal sindaco Marino. Non c'è chiarezza sul problema dei codici dei rifiuti. Serve o no una nuova autorizzazione? Manca, insomma, una qualsiasi strategia. Non mi voglio, infatti, fermare alla contestazione di questa scelta di Falcognana. Bisogna sì occuparsi delle emergenze, ma al tempo stesso serve una strategia per uscire dall'emergenza. Il problema sta a monte ed è di natura culturale: vanno formate le nuove generazioni, bisogna investire in percorsi di formazione dei cittadini. Bene, infine, il tavolo tecnico che propone Zingaretti. Deve essere un luogo produttivo e dunque ci dovranno essere i cittadini, ma anche gli studiosi, per trovare soluzioni ai problemi che ci troviamo ad affrontare".

Marco Vincenzi (Pd) ha provato a fare un bilancio sul dibattito in Consiglio regionale. Dibattito che - ha ricordato - è il quarto in sei mesi. "Credo che abbiamo utilizzato bene questo tempo per chiarire le nostre posizioni. Questa emergenza è l'eredità di una serie di risposte mancante a una questione importante. Abbiamo assunto questa decisione con la consapevolezza che proseguire con l'incapacità di risposte che abbiamo visto fin qui porterebbe conseguenze pesanti sulla qualità della vita delle nostre comunità. Il primo risultato che otteniamo è la chiusura di Malagrotta. Che verificheremo fra pochissimi giorni. Il potenziamento degli impianti ha permesso di non avere più rifiuti talquale, l'eliminazione dello scenario di controllo, l'investimento sulla raccolta differenziata, sono gli elementi che abbiamo messo in campo. Adesso questo sito provvisorio. Che durerà al massimo due anni. Anche su questo termine ci mettiamo la nostra faccia, la nostra credibilità. Ricordo che la quantità di rifiuti conferiti a Falcognana sarà limitata, 300 tonnellate al giorno. Un camion l'ora, come ha ricordato Zingaretti. Questa è la verità che vogliamo raccontare. Per difendere questa verità proponiamo un comitato che verifichi le attività nel sito di Falcognana e una commissione consiliare speciale per controllare e verificare la chiusura di Malagrotta, l'attività della discarica di Falcognana e per individuare il sito definitivo per la discarica. Stiamo assumendoci una responsabilità di governo, cosa che non è successa nel passato, Per questo siamo arrivati a questa emergenza".

La serie degli interventi è stata chiusa da Giuseppe Simeone (Pdl) che ha parlato di grave ritardo nell'intervento di Zingaretti: "Il confronto con il Consiglio regionale doveva essere chiesto e cercato prima - ha spiegato -L'assessore Civita, proprio in quest'aula ci ha detto di non avere alcuna competenza. Su questi temi servono larghe intese, il contrario di quello che è successo. In questo paese le cose più definitive sono quelle provvisorie, come poter rassicurare i cittadini? Dobbiamo avere certezze sull'intero ciclo dei rifiuti. Noi abbiamo un piano dei rifiuti vigente. Avete eliminato lo scenario di controllo, ma servono scelte concrete per arrivare al 65 per cento di raccolta differenziata. Oggi siamo al 25 e quindi, questo è il mondo reale, dobbiamo preoccuparci di cosa facciamo del 75 per cento di indifferenziata, garantendone il corretto smaltimento. Servono più impianti, anche per garantire la libera concorrenza. Con queste risposte possiamo dare certezze a tutti i cittadini. Le commissioni che proponete non servono in questo senso". A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio

Ufficio Stampa