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Bilancio. L'intervento del presidente Zingaretti in Consiglio

29/12/2013
Prima del voto finale sulla legge di bilancio è intervenuto il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, "innanzitutto per ringraziare il Consiglio dello svolgimento del dibattito e del confronto che c'è stato in queste dure giornate di lavoro".

Il presidente Zingaretti si è soffermato sul confronto tra maggioranza e opposizione con queste parole: "Come è normale che sia in un'Aula consiliare come questa sono emersi punti di vista anche radicalmente diversi e di contrapposizione, ma in questa discussione e in questo confronto io ho trovato anche il simbolo di due cose rare in Italia in questo momento. La prima è sicuramente non solo la volontà ma la giusta propensione di un'opposizione a volersi opporre a dei provvedimenti presi dalla maggioranza (...). L'altra cosa, anch'essa, mi permetto di dire, rara, è quella di una maggioranza che ovviamente offre una linea nella proposizione di un indirizzo di politica economica ma che non si chiude in un castello chiuso, non rinuncia al confronto, non vuole imporre nulla, ma avendo le idee chiare si apre ai contributi e all'obiettivo finale, che è quello di arrivare a dare a questa nostra Regione un punto di stabilità.".

Il convitato di pietra
Zingaretti è passato poi all'analisi del clima attuale del nostro Paese, definendolo "drammatico". Il primo fattore di drammaticità, secondo Zingaretti, "è la disperazione delle persone che non vedono un futuro per la propria famiglia o per la propria realizzazione e si rivolgono con rabbia, odio e contrapposizione ormai alle Istituzioni, al potere, inteso come il principale responsabile della propria condizione materiale e di vita.".
"Noi quindi abbiamo svolto questa discussione in un clima che è questo ha proseguito Zingaretti - nel quale, colleghi, non possiamo non invitare il convitato di pietra in questa discussione. Sta venendo avanti una teoria molto forte, che io, ovviamente, non condivido, come penso non condividiate voi, che individua in noi, il problema, cioè nei luoghi della rappresentanza politica, e che quindi vuole togliere alla politica gli strumenti del proprio agire per collocarli in un luogo sconosciuto. Quindi è certo che c'è, ci sarà e ci dovrà essere, in questi luoghi, il confronto fra centrodestra, centrosinistra, Movimento cinque Stelle, con chi è di sinistra, con chi è di destra, siamo nati tutti con un'identità disponibile a cambiarla, ma prima che uno la cambi, si porta dietro la propria storia e la propria cultura".

I debiti della Regione e il decreto 35
Zingaretti è poi entrato nel merito della manovra. "Io sono d'accordo - ha detto Zingaretti - con chi anche dall'opposizione ha criticato la ristrettezza delle risorse su forme di politiche a sostegno dello sviluppo, lo start up. Certo che non sono tanti soldi, però noi partiamo da un dato. (...) Questa è una Regione che, avendo 13 miliardi di euro di debiti commerciali e 10 miliardi di euro di debiti finanziari, ha prodotto nel corso del tempo - che cosa? - un ritardo devastante prima del tempo dei pagamenti e, due, la posta sempre di più con cifre enormi fuori bilancio di importanti politiche di sviluppo e, di fatto, un'insolvenza. Noi siamo nella condizione per cui per migliaia di cittadini e centinaia di aziende l'ente interlocutore Regione non era più un punto di riferimento di credibilità sui debiti. Quindi, come si può parlare di politiche di sviluppo per un ente che ha 12,5 miliardi di euro di debiti commerciali con la propria economia? (...) Ecco il perché dell'Irpef, che ovviamente faremo di tutto per limitare e sicuramente - condivido l'obiettivo - per non raggiungere quelle cifre. Noi abbiamo scelto una cosa: di fronte al decreto n. 35, di fronte all'enormità di quel monte debitorio, abbiamo scelto di non rimanere fermi, perché si poteva morire, di utilizzare al massimo quello strumento, rimettere un'immensa liquidità del mercato e impegnarci in un anno e mezzo, due anni a tagliare la spesa in modo da coprire le rate di mutuo che quell'ingresso di liquidità ha determinato. E questo sta producendo dei risultati incredibili già oggi. Se voi pensate, ad esempio, sul sanitario che noi sopra i 180 giorni di pagamento pagavamo gli interessi per i ritardi ed eravamo sei mesi fa, sette mesi fa a 254 giorni e ora siamo tornati a 180 giorni, abbiamo approvato il nuovo piano dei pagamenti che nel 2015 porta a 150-120 e a gennaio 2015 a 90 giorni, questo è un meccanismo tutto a rischio, ma è qui la responsabilità delle scelte, che però rimette in moto un enorme meccanismo finanziario. (...) Tutti i fornitori delle nostre aziende praticamente avevano fatto causa a tutte le aziende regionali per i ritardi dei pagamenti a volte di tre o quattro anni, provocando un indebitamento a scalare, alla fine insostenibile e quindi noi stiamo tentando di rimettere in moto una macchina che permetta a noi di respirare e soprattutto alle aziende di dare stabilità.".

La questione Iresa e il tavolo Mef/salute
Zingaretti ha poi accennato al possibile impatto del calo demografico sui finanziamenti alla sanità laziale. "Abbiamo il fronte ancora totalmente aperto del censimento della popolazione - ha detto Zingaretti in proposito - per quanto riguarda la sanità perché se venisse confermato il dato di meno 270.000 abitanti per il Lazio, allora si sarebbe una catastrofe a cominciare dai piani operativi. Abbiamo il fronte del tavolo della salute e delle poste che abbiamo messo lì sopra sul blocco del turnover e sui piani operativi che salvano i piccoli ospedali di alcune zone e propongono un approccio diverso agli obiettivi del Piano di rientro".

Zingaretti era già intervenuto nell'Aula consiliare, per spiegare come si era arrivati alla riduzione dell'Imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili, presente nel testo della legge di stabilità, poi cassata con un emendamento in commissione Bilancio. La riduzione era stata una risposta della Giunta a una precisa richiesta del governo nazionale. Nel suo intervento Zingaretti è tornato sull'argomento. "Avremo - ha detto Zingaretti in proposito - un fronte che si riaprirà sulla vicenda Iresa sulla quale abbiamo assunto un orientamento al quale io mi attengo. Mi auguro che il governo non lo voglia riaprire, ma penso che ci sia il rischio che lo si riapra. Per me è molto importante ed è confortante da parte di tutti che ci si possa arrivare con una chiarezza di indirizzo che non è 'siamo tutti uniti contro il governo', ma è una rivendicazione di prerogative che permettono al Lazio di rientrare dentro una situazione di normalità: da una parte al tavolo di rientro MEF e salute ci massacrano perché per 20 milioni di euro o 5 milioni di euro ci fanno le pulci e nelle stesse ore ci tolgono 110 milioni di euro sulla vicenda della residenzialità dei cittadini nella nostra Regione. Abbiamo recuperato solo grazie alla solidarietà delle altre Regioni tra cui, ci tengo a dirlo e a ringraziarle, la Regione Lombardia e la Regione Liguria che per chiudere durante la notte quando combattevamo sui numeri hanno ceduto delle loro quote di Fondo sanitario altrimenti sarebbe stata la catastrofe.".

Zingaretti ha concluso così il suo intervento nell'Aula consiliare: "Penso che questo sia il modo per ridare speranza alla nostra comunità e credo che riuscire a chiudere entro il 31 dicembre il bilancio 2014 sia un segnale di rafforzamento di una innanzitutto Istituzione che rispetto a quella condizione drammatica è presente e fa la propria parte. Ovviamente - ha concluso Zingaretti - noi non ci sottrarremo mai né alle richieste di trasparenza, né alle richieste di chiarezza, né alle richieste che vengono da questo Consiglio, ma non solo da questo Consiglio, di migliorare nel suo stato di organizzazione del proprio lavoro, convinti che dobbiamo recuperare credibilità e lo possiamo fare.".

  A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio

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