Contrasto a violenza su donne: dibattito generale in Consiglio
26/02/2014Avviata alla Pisana la discussione sulla proposta di legge 'Riordino delle disposizioni per contrastare la violenza contro le donne in quanto basata sul genere e per la promozione di una cultura del rispetto dei diritti umani fondamentali e delle differenze tra uomo e donna', primo firmatario
Simone Lupi (Pd). Dopo l'illustrazione del testo e un'ampia discussione generale, il presidente del Consiglio
Daniele Leodori (Pd) ha, questa sera, aggiornato i lavori a
martedì 4 marzo, ore 11.
Il testo, sul quale pendono oltre 180 proposte di emendamento, mira a potenziare il sistema dei servizi per le donne vittime di violenza attraverso una presenza omogenea delle strutture in tutto il territorio regionale e l'introduzione di nuove forme di sostegno, come case di semiautonomia e inserimento lavorativo. Previsti un piano triennale di interventi, una cabina di regia e un osservatorio regionale, oltre alla promozione di campagne di sensibilizzazione, progetti con le scuole e programmi di recupero per uomini maltrattanti.
"Con il contributo di tutti i soggetti coinvolti, istituzionali e dell'associazionismo - ha spiegato all'aula Lupi - abbiamo costruito un vero e proprio testo unico, che supera l'approccio emergenziale per offrire strumenti utili ed efficaci a chi ogni giorno svolge attività di contrasto e prevenzione nei territori". Il testo è stato esaminato, nel corso dell'iter preparatorio, in commissione Cultura e Pari opportunità della Pisana, presieduta da
Eugenio Patanè (Pd), il quale ha sottolineato come la proposta semplifichi e coordini leggi esistenti, segni un "passo importante verso la realizzazione di azioni fortemente integrate" e riguardi unicamente il fenomeno della violenza posta in essere da un uomo su una donna. Fondamentale poi, per l'assessore alle Pari opportunità
Concettina Ciminiello, l'istituzione dell'osservatorio regionale sulle pari opportunità e la violenza di genere "che oltre a svolgere monitoraggio, elaborerà proposte e progetti per un'effettiva realizzazione del principio di pari opportunità".
Il dibattitoLe cifre del fenomeno sono state riportate da
Marta Bonafoni (Per il Lazio): tra il 2002 e 2012 sono state assassinate 220 donne in Italia, quindi 127 nel 2011, 124 nel 2012 e 130 nel 2013 e secondo l'Organizzazione mondiale della sanità il 35% delle donne nel 2013 ne è stata vittima. "La violenza di genere - ha affermato - è un fenomeno globale. Non è emergenza, ma tragica normalità". Fornito anche l'identikit dei protagonisti, vittime e autori delle violenze, che emerge dai dati di Telefono Rosa.
Secondo
Olimpia Tarzia (Lista Storace) esiste già una legge in vigore in materia, che può essere ulteriormente migliorata attraverso lo strumento del collegato. "Questa proposta di legge è un veicolo per inserire l'ideologia Lgbt nel cuore delle politiche regionali". Per Tarzia - che ha presentato 140 emendamenti e chiesto il ritiro della proposta - il testo sarebbe incostituzionale in quanto discriminante verso gli uomini e presenterebbe errori formali grossolani.
Francesco Storace (La Destra Storace verso An) ha definito la legge "un manifesto ideologico", ha ricordato che non esiste solo la violenza dell'uomo nei confronti della donna e ha parlato di tutele contro la violenza in genere. Ha inoltre manifestato perplessità sull'istituzione della cabina di regia e sulla copertura finanziaria. Anche
Fabrizio Santori (Gruppo Misto) ha chiesto il ritiro della proposta perché "è inutile e sarà costosa". Per ridurre la violenza, secondo Santori, bisogna lavorare sul territorio, soprattutto con le forze dell'orine, che invece non sono coinvolte. Inoltre si dovrebbe parlare di contrasto alla violenza in ogni direzione e non solo di quella degli uomini sulle donne. Per
Pietro Sbardella (Gruppo Misto) la proposta introduce in maniera nascosta quello che un ordine del giorno presentato dal M5S - e intitolato "Estensione delle disposizioni per contrastare la violenza di genere sulle donne anche nei confronti di LGBT"- vorrebbe fosse esplicitato. Secondo Sbardella il testo non vuol occuparsi solo di violenza sulle donne: in materia esiste già una legge regionale e che si voglia mettere in piedi qualcosa di diverso sarebbe dimostrato dal fatto che si istituisce un osservatorio sulla violenza di genere.
Di segno diverso l'intervento di
Gianluca Quadrana (Lista Zingaretti). La proposta, a suo dire affronta in modo maturo l'emergenza sociale della violenza degli uomini sulle donne, che è cento volte superiore a quella che può essere una violenza al contrario. Sottolineato il mantenimento del ruolo centrale dei centri antiviolenza - accanto alla previsione delle case di semiautonomia - e il passaggio da un finanziamento annuale a un piano di tre anni. La legge fa quello che è il compito della politica: salvaguardare libertà e dignità della donna.
Gaia Pernarella (M5S) ha contestato, in particolare, due aspetti del testo: l'idea che nei percorsi di recupero delle vittime non possano essere impiegati uomini e il fatto di considerare solo la violenza dell'uomo sulla donna, mentre andrebbe preso in considerazione qualunque atto di violenza determinato da ragioni di genere. Pernarella ha poi ricordato i principali emendamenti targati M5S accolti in commissione: l'apertura h24 dei presidi di soccorso e la previsione di percorsi formativi per agenti di polizia e operatori socio-sanitari.
Nell'intervento di
Rosa Giancola (Per il Lazio) si è richiamata la convenzione di Istanbul e la definizione di violenza sulle donne in essa contenuta. Secondo Giancola la questione della violenza di genere è culturale ed è compito della politica creare condizioni affinché nessuno venga escluso, maltrattato e dimenticato.
Giancarlo Righini (Fratelli d'Italia) ha, invece, motivato il suo dissenso rispetto al provvedimento con la considerazione che il testo intende affermare principi che andrebbero meglio approfonditi. Rilevati in particolare, anche da parte sua, profili di incostituzionalità nella previsione di interventi circoscritti unicamente alla violenza degli uomini sulle donne. Contrario alla proposta di legge anche
Daniele Sabatini (Ncd), per il quale la proposta di legge è confusa ed è incerto anche lo stesso destinatario delle disposizioni. "Con un testo che nasce per andare a normare la violenza contro le donne - ha osservato - si va in modo subdolo a normare altro". La normativa è stata definita anche "inutile", perché la Regione ha già legge chiara sul punto, oltre che "strumentale, ideologica e illegittima".
Giuseppe Simeone (Pdl-Fi), infine, ha auspicato che si possa trovare una condivisione su un tema così importante, che non dovrebbe dividere l'Aula.
A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio