Consiglio, concluso il dibattito sulla riorganizzazione rete ospedaliera: la sintesi degli interventi
19/11/2014E' ripreso questa mattina alla Pisana il dibattito in consiglio regionale sulla relazione del presidente della Regione e commissario straordinario per la Sanità,
Nicola Zingaretti, sul piano di riorganizzazione della rete ospedaliera. La
discussione è iniziata lunedì scorso, 17 novembre, dopo
l'illustrazione del decreto da parte di Zingaretti.
Di seguito una sintesi del dibattito aggiornata in diretta.
Il primo a prendere la parola è stato
Davide Barillari (M5S), per il quale il decreto è sbagliato nei contenuti e nei tempi. Al termine di una dettagliata analisi delle criticità finanziarie, sanitarie e sociali, Barillari ha chiesto la sospensione del decreto 368/2014 e formulato una serie di proposte. Tra esse l'avvio di una collaborazione per individuare le reali inefficienze e realizzare una vera programmazione, calendarizzare le proposte di legge per riformare le procedure di selezione dei direttori generali, istituire una commissione speciale sugli errori sanitari e una di analisi del disavanzo sanitario. Tra le richieste quella di discutere entro 60 giorni le mozioni in materia di economia sanitaria, e quelle di interventi sul piano 2013-2015 e cabina di regia.
Fabio De Lillo (NCD) ha chiesto che la politica sia riportata in commissione Sanità. E' stata una forma di scarso rispetto "non presentare il piano in anticipo alla commissione, dove avremmo potuto contribuire a migliorarlo". Per De Lillo, molti gli aspetti da migliorare e i buoni propositi da mettere in pratica. Aspetto sul cui ha annunciato un severo e attento controllo. Tra i punti toccati da De Lillo gli effetti negativi del blocco del turn over, l'opportunità di una rete territoriale che segua il paziente a casa una volta dimesso dall'ospedale e l'invito a Zingaretti a farsi garante sulla gara per l'Ares 118. Infine un appello in difesa dell'ospedale Bracciano non sufficiente a soddisfare l'utenza, del "Marini" di Magliano Sabina e del Centro fibrosi cistica di Roma.
Il presidente della commissione Sanità
Rodolfo Lena (Pd) ha tenuto a precisare che si è stati costretti a "mettere una toppa" al buco finanziario e nel contempo a ricostruire il sistema sanitario, ripartendo da regole e procedure certe, che nel Lazio non esistevano, introducendo finalmente una distinzione tra rete ospedaliera e rete territoriale. Il decreto - secondo Lena - non ha tagliato nulla, ma ha riorganizzato e razionalizzato l'offerta sanitaria, anche in relazione alle esigenze delle province.
Nel ripercorrere il lavoro di 20 mesi, Lena ha sottolineato che ci sono tutti i presupposti affinché nel gennaio 2016 il Lazio esca dalla fase del commissariamento: "Bisogna insistere sulla competitività del sistema pubblico, investendo in nuovi macchinare e aumentando gli orari di apertura al pubblico, magari con iniezione di nuovo personale, appena riusciremo ad allargare le maglie del blocco del turnover che così tanto sta penalizzando i professionisti sanitari laziali".
Si deve continuare in questo modo e soprattutto lavorare sugli atti aziendali. "Su questo mi rendo disponibile - ha concluso Lena - affinché prima che siano adottati dalla Regione facciano un passaggio in commissione Salute. Tutti i decreti sono importanti, ma è ancora più importante controllare che siano attuati correttamente, oppure si rischia di vanificare l'azione di riforma intrapresa con tanta determinazione e trasparenza".
Dopo un breve intervento del consigliere
Giuseppe Simeone (Pdl - Forza Italia) che ha chiesto a Zingaretti un intervento sul direttore generale della Asl di Latina dopo alcune sue dichiarazioni, ha preso la parola
Oscar Tortosa. Il consigliere del Partito socialista italiano ha tenuto a evidenziare che Frosinone, Roma e Viterbo non possono restare senza Dea di II livello. A questo proposito ha chiesto che l'impegno della maggioranza deve essere nel dare una risposta a questa esigenza. Tortosa ha rivendicato il ruolo di indirizzo e controllo del Consiglio regionale, ricordando il fatto che i direttori generali, amministrativi e sanitari devono avere sensibilità e rispetto nei confronti di questo organo. La commissione Sanità deve tornare, sempre per l'esponente del Psi, ad avere funzione e ruolo nelle decisioni da assumere.
Mauro Buschini (Pd) ha ringraziato Zingaretti per il decreto, soprattutto perché interviene in un quadro di indubbie difficoltà del territorio laziale. Il provvedimento apre prospettive nuove e disegna una trasformazione epocale, nell'idea che risanamento non è solo tagli e risparmio, ma attenzione ai servizi, trasformazione, riorganizzazione, impostazione innovativa. C'è un'idea di fondo che Buschini condivide: la sanità è l'ospedale, ma non solo. Riorganizzare vuole dire anche una nuova impostazione di sanità territoriale. I problemi rispetto alle prestazioni, alla mancanza di personale, alla difficoltà della gestione delle liste d'attesa vanno affrontati alla radice: c'è già un'idea che sta dando risultati. Buschini si è soffermato sulle soluzioni trovate a Frosinone e per il quale le case della salute possono rappresentare un'idea di sanità nuova.
Il consigliere
Daniele Sabatini (NCD) ha posto il problema della "questione settentrionale" esistente, a suo giudizio, nella gestione della sanità laziale. "La Asl di Rieti procede a una velocità ridotta rispetto alle altre, anche a causa di un management secondo noi non all'altezza", ha denunciato.
Criticato poi il metodo di condivisione del decreto 368: "Più che un patto con i ministeri doveva essere un patto con il territorio e con questo Consiglio regionale. Parlarne prima e non dopo avrebbe giovato alla democrazia e alla comunità tutta".
Enrico Forte, del Pd, ha rivendicato la bontà dell'introduzione delle Case della Salute sul territorio provinciale. "Quella di Sezze - ha spiegato - ha già registrato tremila accessi di pazienti diabetici: tutti casi che presumibilmente prima andavano impropriamente ad intasare i Pronto soccorso". Il patto con i medici di medicina generale per l'estensione dell'apertura degli studi è stato, secondo Forte, un altro punto a favore della razionalizzazione delle strutture esistenti, senza considerare più l'ospedale l'unico riferimento.
"Finalmente poi abbiamo messo fine - ha concluso - allo scandalo delle macroaree pensate da Polverini, funzionali solo a giustificare il taglio di risorse e di posti letto che abbiamo subito con il famigerato decreto 80".
Per
Giancarlo Righini (Fratelli d'Italia) andrebbe riequilibrato il ruolo della sanità privata nella nostra regione, producendo uno sforzo ulteriore a favore di quella pubblica. La riabilitazione, per esempio, è totalmente affidata ai privati. L'uscita dal commissariamento è una strada che, secondo Righini, va percorsa quanto prima. Segnalate alcune omissioni: la necessità di prevedere un Dea di II livello nell'ospedale di Tor Vergata, il concentrare posti letto per malattie infettive sullo Spallanzani consentirebbe di liberare posti letto altrove, la mancanza chirurgia pediatrica nell'ospedale di Latina, pur avendo il Dea di II livello. Righini ha infine auspicato che su atti così importanti l'assemblea venga preventivamente ascoltata. Chiesto pure lo sblocco del turn over.
Secondo
Michele Baldi (Lista Zingaretti) il piano dà finalmente giusta dignità a tutte le professioni e integra gli ospedali con i territori, facendo emergere una vera e propria rete sociosanitaria, alla quale si affianca una rete di prossimità formata da farmacie e medici di medicina generale, concepita come ulteriore punto di accesso ai servizi del snostro sistema regionale. Anche per Baldi è giusto favorire e attuare una maggiore partecipazione del Consiglio nelle scelte future che saranno prese in ambito sanitario.
Il capogruppo della Destra,
Francesco Storace, ha concentrato il suo intervento attorno a tre questioni: spesa farmaceutica, servizio di elisoccorso, episodi di malasanità: "Si sta procedendo a colpi di decreti ed annunci ad effetto e si dimenticano le innovazioni virtuose come i farmaci monodose negli ospedali, introdotti grazie alla mia azione durante la legislatura Polverini. Che fine hanno fatto? - si è chiesto Storace - Eppure si trattava di un potente strumento di risparmio per le casse del servizio sanitario pubblico.
Quanto all'estensione del servizio di elisoccorso, che favorirà più uguaglianza sui nostri territori, rivendico la legge appena approvata all'unanimità del Consiglio, ma mi chiedo: non bastava un decreto?".
"Infine - ha concluso - non posso tacere sui gravi casi di malasanità che ho provveduto a denunciare con forza negli ultimi mesi attraverso interrogazioni rispetto alle quali attendo puntuali risposte.
Fabio Bellini (Pd) ha sottolineato che "in questo anno e mezzo sono stati raggiunti risultati importanti. Ora dobbiamo mantenere l'obiettivo di azzerare la spesa sanitaria in eccesso nel prossimo anno per uscire dal commissariamento". Bellini ha toccato i temi del blocco del turn over, della precarizzazione e dell'utilizzo di personale delle cooperative nelle strutture. Rispetto alla centrale unica degli acquisti, poi, ha osservato che "occorre andare in una direzione certa di risparmio ulteriore". Ha inoltre evidenziato la necessità di "ragionare maggiormente sul tema dell'integrazione dei presidi ospedalieri e le strutture territoriali".
Enrico Panunzi (Pd), infine, ha messo in evidenza che il piano sanitario rappresenta un'inversione di tendenza rispetto al passato, come dimostrano in particolare la soppressione delle macroaree, l'attenzione verso i territori, la realizzazione delle case della salute: "E' la prima volta che la Giunta regionale del Lazio assegna alle province più posti letto, che si risponde ad un problema di offerta sanitaria con l'estinzione di unità operative complesse e non di servizi, che si va a individuare il soggetto e non l'oggetto della prestazione". Panunzi ha poi affrontato il tema del riequilibrio territoriale dell'offerta sanitaria e della necessità di puntare sul potenziamento delle strutture di emergenza e di quelle poliambulatoriali.
A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio