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Spettacolo dal vivo, al via in Aula iter della proposta di legge

24/11/2014
Il Consiglio regionale del Lazio ha avviato questa mattina la discussione sulla proposta di legge in materia di spettacolo dal vivo e promozione culturale, di iniziativa della Giunta. L'assessore alla Cultura Lidia Ravera ha parlato di "una legge quadro, che disegna un sistema in cui trovano spazio interventi diversi, tutti tesi a rendere il Lazio culturalmente vivace e competitivo".

"Il testo - ha spiegato Ravera - risponde a quattro principi: riconoscimento, promozione e sostegno dello spettacolo dal vivo e delle attività culturali; riconoscimento dell'impresa culturale, non solo per gli aspetti economici ma anche per il valore civile, sociale, inclusivo; riequilibrio dell'offerta culturale sul territorio; riconoscimento e sostegno dell'educazione musicale, teatrale e alla danza, come momenti fondamentali della formazione di un pubblico consapevole e di una cittadinanza attiva".

A sostegno del sistema di interventi, ha poi ricordato Ravera, sono previsti
  • un fondo unico per lo spettacolo dal vivo,
  • un fondo unico per la promozione delle attività culturali,
  • un fondo di garanzia per facilitare l'accesso al credito di operatori e imprese
  • e fondo per le manifestazioni di rievocazione storica.
Tre, infine, gli strumenti operativi di cui si dota la proposta:
  1. l'Osservatorio sulla cultura,
  2. il Forum permanente
  3. e lo Sportello regionale per la cultura.
IL DIBATTITO GENERALE. "Il primo punto rilevante di questa legge è il riconoscimento, come prima regione in Italia, dell'impresa culturale e creativa", ha sottolineato il presidente della V commissione Eugenio Patanè (Pd), che ha messo l'accento anche sui temi "della progettualità e semplificazione, del rafforzamento del sistema culturale, della certezza delle risorse, della partecipazione e trasparenza". Con questa legge - ha poi aggiunto - la Regione investirà sulla cultura, valorizzandone la valenza sociale, di aggregazione, di formazione dei cittadini, di prevenzione del disagio e di inclusione. Altro obiettivo della proposta di legge ricordato da Patanè quello di ridurre il gap che c'è tra Roma e tutti gli altri territori.

Cristian Carrara (Per il Lazio) ha sottolineato che i temi trattati dalla proposta di legge possono avere una "valenza sociale fondamentale: la tutela e la valorizzazione dello spettacolo va a toccare la vita delle persone". Tre i filoni della proposta: quello dell'impresa culturale; quello del riconoscimento del valore di chi fa arte a livello amatoriale anche dal punto di vista di presidio sociale sul territorio; quello delle azioni legate alla propedeutica musicale, teatrale e coreutica. Francesco Storace (La Destra) ha osservato che nel suo complesso la proposta di legge rappresenta "una risposta politica e istituzionale interessante" alle esigenze del sistema. Apprezzati, in particolare, i progetti di programmazione e gestione di spazi di spettacolo dal vivo, il riconoscimento dell'impresa culturale e creativa e l'istituzione dello sportello regionale. Migliorabili, invece, le norme sull'adeguamento della disciplina di organizzazione dei vari soggetti elencati e l'albo regionale legato alle bande.

Olimpia Tarzia (Lista Storace) ha evidenziato, quali aspetti positivi del testo, la volontà di fare chiarezza e pulizia tra le tante norme in materia, la diversità degli interventi e "il fatto che si metta l'accento sui giovani, sull'eccellenza e sulla contaminazione tra i diversi generi artistici". Perplessità, invece, sono state espresse rispetto alla scarsità delle risorse impegnate, all'istituzione di nuove strutture burocratiche e al sostegno alle rievocazioni storiche. Tarzia, infine, ha chiesto che siano inserite misure a sostegno anche dell'esercizio teatrale. Silvana Denicolò (Movimento 5 Stelle) ha parlato del ruolo educativo della cultura e della necessità di investire nel settore. Si è detta favorevole al testo in termini generale, pur indicando alcuni punti da rivedere. In particolare, ha proposto di estendere il sostegno all'esercizio teatrale, alla produzione e ai livelli occupazionali; ha chiesto di eliminare il sostegno alle fondazioni e ha auspicato una programmazione delle misure finanziarie durevole, con tempi certi e che preveda anticipazioni di cassa.

Enrico Maria Forte (Pd) ha definito il testo "importante perché di sistema: il Lazio ne aveva bisogno". Forte ha sottolineato, in particolare, l'aspetto del sostegno alla produzione e alla creatività e, allo stesso tempo, quello della valorizzazione dell'impresa culturale, come "modello che funziona in termini di sviluppo e crescita occupazionale" e come "strumento di inclusività e coesione sociale". Tra gli altri elementi evidenziati quello del riequilibrio dell'offerta culturale sul territorio regionale e quello della tutela della produzione amatoriale. Marta Bonafoni (Per il Lazio) ha ricordato il percorso partecipato e condiviso in commissione Cultura: "Abbiamo ascoltato il mondo dello spettacolo dal vivo, che ci ha riferito la fatica di chi aspetta da 36 anni una legge quadro in materia". E' una legge "piena di diversi, di quella crescita che viene dall'incontro tra le differenze: nel testo c'è attenzione verso Roma e verso i territori; verso le grandi istituzioni culturali come le piccole compagnie; verso i teatri e le piazze; verso il pubblico e il privato; verso i professionisti come verso gli amatoriali; verso la memoria come le innovazioni; verso il bisogno di sostegno come verso la formazione accanto all'accesso".

Pietro Di Paolo (Ncd) ha detto di temere che si corra "il rischio di voler condire la legge con alcuni accenti un po' troppo ideologici, che rischiano di irrigidire il giudizio e di portare il dibattito su una direzione diversa rispetto a quella del semplice esame dell'articolato". Di Paolo ha poi aggiunto che dall'analisi della proposta di legge si evince in particolare "la capacità di mettere insieme diverse specificità che afferiscono a un'unica visione e a un'unica produzione culturale". Pietro Sbardella (Gruppo Misto) ha chiesto che "tutti gli operatori del settore siano presi in considerazione in quanto produttori comunque di attività culturale". Chiesta inoltre la massima trasparenza "rispetto a tutta una serie di procedimenti sulla contribuzione". Secondo Sbardella, infine, la partecipazione alle fondazioni implica responsabilità, specialmente in fase di spending review.
A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio

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