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Modifiche legge acqua pubblica, iniziato l'iter in Aula

La legge regionale di tutela e gestione pubblica delle acque, approvata lo scorso anno all'unanimità dal Consiglio regionale, è al vaglio della Corte costituzionale. Per adeguare la normativa alle osservazioni sollevate dal Consiglio dei ministri per conflitto di attribuzione è iniziato oggi pomeriggio alla Pisana l'iter in Aula di una proposta di legge di modifica.
22/09/2015
La legge regionale di tutela e gestione pubblica delle acque, approvata lo scorso anno all'unanimità dal Consiglio regionale, è al vaglio della Corte costituzionale. Per adeguare la normativa alle osservazioni sollevate dal Consiglio dei ministri per conflitto di attribuzione è iniziato oggi pomeriggio alla Pisana l'iter in Aula di una proposta di legge di modifica. La normativa, la n. 5/2014, era stata varata dalla Pisana, a norma di Statuto, a seguito di una proposta di referendum avanzata da 39 comuni laziali e sottoscritta da oltre 40mila cittadini. Ma nel giugno 2014 la legge regionale è stata impugnata dal Governo davanti alla Consulta, per alcuni articoli ritenuti non di competenza regionale.

L'assessore a infrastrutture, politiche abitative e ambiente della Regione Lazio, Fabio Refrigeri, nel presentare oggi ai consiglieri la proposta, ha evidenziato che si interviene secondo "un doppio mandato: rendere la legge legittima dal punto di vista della costituzionalità e non intaccarne i contenuti essenziali". "Una legge unica nel suo genere in Italia", ha anche sottolineato Refrigeri . L'assessore, al termine della relazione illustrativa, ha annunciato anche di voler sottoporre molto celermente al Consiglio - una volta approvata questa legge - una proposta in materia di ambiti di bacino idrografico.

Sette gli articoli in discussione, che ritoccano alcune parti della legge n.5/1994. Gli aggiustamenti proposti, tra i vari interventi, cercano di garantire il rispetto delle regole della concorrenza e di precisare le modalità di revoca della concessioni. Si eliminano alcuni passaggi (pareggio di bilancio, concessione di grandi derivazioni), che sono stati ritenuti di competenza statale, e si punta a garantire l'unitarietà del servizio idrico integrato. I tempi di approvazione delle modifiche, è stata opinione pressoché unanime nel corso della discussione generale, dovranno essere veloci. Come ad agosto rapido, in otto giorni, è arrivato il parere favorevole all'unanimità. Lo ha ricordato dal presidente dell'VIII commissione, Enrico Panunzi (Pd), il quale ha sottolineato che in quella occasione furono esaminati sei emendamenti e due subemendamenti, di cui uno che ha integrato la proposta di Giunta, adottata come testo base.

Un testo sul quale domani, però, si discuteranno 74 tra proposte di emendamento e subemendamento. A questo proposito diversi gli atteggiamenti emersi oggi nel corso del dibattito. Da una parte c'è stato chi, come Gino De Paolis (Sel), ha auspicato un'approvazione veloce, con pochi stravolgimenti, cercando una sintesi ed evitando di far impugnare un'altra volta la legge. E chi - come ad esempio il capogruppo Ncd, Daniele Sabatini - ha invitato a considerare la proposta in discussione "qualcosa dalla quale poter partire, ma che non può essere il punto di approdo dei lavori". Passi in avanti che ha sollecitato anche Giancarlo Righini (FdI). Orientati invece a far superare i dubbi di costituzionalità e a rendere subito operativa la legge del 2014, evitando ulteriori modifiche che potrebbero far da appiglio per altre eccezioni alla Consulta, i Cinque stelle. Un'impugnativa, quella già presentata, che d'altronde Silvia Blasi (M5s) ha definito "superficiale e capziosa". Cristiana Avenali (Pd) ha apprezzato il lavoro di mediazione condotto con il Governo da Refrigeri, della necessità di difendere lo spirito del comitato promotore della legge sull'acqua pubblica andando avanti perfezionandola, senza inserire ulteriori elementi.

Francesco Storace (La Destra), invece, ha invitato ad avere il coraggio di aprire conflitti di costituzionalità. Un'incapacità ad opporsi stigmatizzata da Pietro Sbardella (Misto). L'impressione, secondo il leader della Destra, è che si sia voluto "assecondare il diktat di Palazzo Chigi". Storace è infatti primo firmatario di 47 emendamenti, mentre 10 ne ha promossi Righini, sette Sabatini, quattro Giuseppe Simeone (FI) più altri e, infine, uno Marta Bonafoni (Sel), De Paolis e Devid Porrello (M5s). Un'anticipazione delle proposte di modifica con una possibile rilevanza in termini di finanza pubblica è stata data questa mattina, sempre alla Pisana, nella commissione Bilancio presieduta da Mauro Buschini (Pd). Si trattava di emendamenti e subemendamenti utili per ridurre le tariffe, di un fondo per famiglie in difficoltà e una banca dati (per la quale l'assessore Alessandra Sartore ha ipotizzato un sostegno finanziario). Se ne parlerà di nuovo domani, ma in Aula, nel corso dell'esame articolo per articolo.

Alla discussione generale sono inoltre intervenuti i consiglieri Giuseppe Cangemi (Ncd) il quale ha ricordato, tra l'altro, come sia merito dell'opposizione che questa legge è finalmente approdata in Aula. Anche Antonello Aurigemma (Pdl-FI) ha ribadito il ruolo cruciale dell'opposizione e ha posto il quesito alla maggioranza su quale sarà il suo atteggiamento di fronte alle future norme sugli ambiti territoriali. Il Consiglio regionale riprenderà domani mattina alle 11, come annunciato dal presidente del Consiglio regionale Daniele Leodori, con la replica di Refrigeri nel corso dei lavori per l'esame della proposta di legge. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio

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