Approvata legge a sostegno dei consumi di prodotti da filiera corta
Stanziati 600 mila euro, più 150 mila per sostegno dei gruppi di acquisto solidale e popolare.
12/10/2016I prodotti agricoli, della silvicoltura, dell'acquacoltura, della pesca, agroalimentari e alimentari di qualità del Lazio provenienti da filiera corta hanno una legge che ne valorizzerà e sosterrà il consumo. Ad approvarla, oggi pomeriggio, con voto unanime dei presenti il Consiglio regionale del Lazio. La normativa è finanziata con uno stanziamento pari a 100 mila euro e 250 mila euro per ciascuna annualità 2017 e 2018, più gli eventuali fondi della programmazione comunitaria 2014-2020. Altri 50 mila per ciascuna annualità sono stati aggiunti a sostegno dei Gasp (Gruppi di acquisto solidale e popolare). La proposta è nata da un'iniziativa di cui è prima firmataria la consigliera Cristiana Avenali ed è stata sottoscritta tanto da esponenti della maggioranza che delle opposizioni. Nel corso della seduta sono state introdotte, rispetto al testo licenziato dalla ottava commissione lo scorso 12 maggio, numerose modifiche, frutto di oltre 30 emendamenti presentati da esponenti di tutti gli schieramenti, oltre che dallo stesso assessore all'agricoltura Carlo Hausmann. Trasparenza sui prezzi, tracciabilità, sostenibilità ed esclusione dei prodotti contenenti organismi geneticamente modificati (Ogm) sono princìpi chiave della normativa approvata oggi che si propone in modo esplicito la tutela della salute, del benessere dei cittadini e la sostenibilità ambientale delle produzioni. Numerose le novità: dalla promozione del pesce "a miglio zero" alla valorizzazione delle risorse genetiche locali di interesse agrario, dai "mercati dei contadini" agli spazi nei nuovi mercati comunali per la vendita diretta di prodotti a filiera corta (40 per cento dei posteggi). Se da un lato si guarda ad accordi tra produttori e grande distribuzione, dall'altro viene sostenuta la costituzione di gruppi di acquisto solidale e popolare o collettivo delle produzioni a filiera corta e di gruppi di offerta per la vendita collettiva. Dettata la disciplina per la vendita diretta. L'inserimento di questo genere di prodotti in misura superiore al 50 per cento sarà titolo preferenziale negli appalti di servizi e forniture destinate alle strutture di ristorazione collettiva della Regione e degli enti dipendenti. Un logo e un circuito renderanno riconoscibili le aziende agricole, di ristorazione, trasformazione dei prodotti e vendita al pubblico. In programma anche interventi per garantire nel paniere di filiera corta i prodotti per persone affette da intolleranze alimentari (emendamento proposto da Daniele Sabatini). La legge punta alla riduzione del ricorso agli agrofarmaci e al risparmio dell'acqua per l'irrigazione. Incentivato il ricorso a packaging riciclabile o compostabile (con un emendamento approvato dall'Aula di cui è prima firmataria Silvana Denicolò). Nascono infine i Centri di trasformazione di comunità (CTC): associazioni temporanee di scopo che mettono a disposizione degli operatori del settore produttivo del territorio le strutture tecnologiche per le trasformazioni olivicoli, vitivinicoli, cerealicoli, zootecnici, lattiero caseari e ortofrutticoli. Nascono anche le giornate denominate "contadino per un giorno" nel corso delle quali i cittadini potranno partecipare ad alcune fasi della raccolta (emendamento di Giancarlo Righini in commissione).La legge dà anche una definizione di cosa si deve intendere per prodotti "a filiera corta". Saranno considerati tali quelli destinati all'alimentazione umana "per il cui trasporto dal luogo di produzione al luogo previsto per il consumo si producono meno di 25 chilogrammi di anidride carbonica equivalente per tonnellata". Si deve trattare però di prodotti appartenenti a una o più delle seguenti categorie: quelli tradizionali (444 ad oggi nel Lazio), stagionali, di comprovata sostenibilità ambientale (metodo life cycle assessment o equivalente), con una denominazione di qualità o indicazione di origine, specialità tradizionali garantite (Spt), prodotti biologici. E ancora: prodotti con nome ed emblema di un'area naturale protetta, quelli ottenuti da risorse genetiche autoctone, quelli a marchio collettivo previsto dall'articolo 11 del codice della proprietà industriale (d.lgs. 30/2005), i prodotti ittici pescati in acque interne, in aree di pesca locali o nei settori corrispondenti agli sbarchi e venduti dai pescatori nei porti di residenza e i prodotti ottenuti dalla lavorazione delle carni di selvatici catturati (come ad esempio i cinghiali). Istituita presso l'assessorato all'Agricoltura della Regione la Commissione tecnico-scientifica "prodotti a filiera corta", sulla quale nel corso del dibattito iniziale l'opposizione aveva sollevato diversi interrogativi. Dibattuta pure l'entità del finanziamento, ritenuto esiguo dalle opposizioni, ma che - si è replicato dalla maggioranza - potrà avvalersi anche di risorse comunitarie. Alla Giunta sarà affidato il compito di redigere un regolamento di attuazione e integrazione, sentita la commissione Agricoltura del Consiglio regionale. La proposta di legge n. 151 "Disposizioni per valorizzare e sostenere il consumo dei prodotti agricoli e alimentari di qualità provenienti da filiera corta" era stata sottoscritta anche dai consiglieri Riccardo Valentini, Mario Ciarla, Marta Bonafoni, Daniela Bianchi, Rosa Giancola, Marino Fardelli, Enrico Panunzi, Rodolfo Lena, Giancarlo Righini, Daniele Sabatini, Mario Abbruzzese, Daniele Mitolo, Giuseppe Simeone, Silvia Blasi e Silvana Denicolò. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio