Gli interventi dei candidati presidenti Parisi, Pirozzi e Lombardi
Stefano Parisi, Sergio Pirozzi e Roberta Lombardi hanno parlato dopo l’intervento del presidente della Regione. Seduta aggiornata al 18 aprile alle ore 11.
11/04/2018Dopo il discorso di insediamento del presidente Zingaretti, la parola è stata data dal presidente Leodori ai tre candidati presidenti non eletti, Stefano Parisi (Lazio 2018), Sergio Pirozzi (Sergio Pirozzi presidente) e Roberta Lombardi (Movimento 5 stelle).
Stefano Parisi“Non è un caso”, ha esordito Stefano Parisi, “ma un dato che emerge dall’esito elettorale” la mancanza di una maggioranza che sostenga il presidente Zingaretti. Preso atto di questa situazione, come Parisi ha riconosciuto a Zingaretti di aver fatto, “non si devono eludere i problemi” bensì “parlare il linguaggio della verità”: “non si tratta soltanto di definire un’agenda”, ma di sapere che “ci sono delle visioni di sviluppo di questa regione molto diverse”: a questo proposito, “non è la spesa pubblica”, ha proseguito Parisi, “ma sono gli investimenti privati che generano lo sviluppo” e pertanto occorre incentivarli. Il linguaggio della verità, secondo Parisi, chiede anche di ammettere che la Regione nel passato quinquennio “è peggiorata nel settore dei rifiuti, ha bloccato qualunque tipo di investimento, è peggiorata nel settore della sanità”; inoltre, il Lazio è la Regione in cui “la pressione fiscale è la più alta d’Italia”, cosa che spinge verso il nord molte attività economiche. A livello istituzionale, bene secondo Parisi l’indicazione di Zingaretti di distribuire le commissioni secondo le deleghe della Giunta, ma quest’ultima deve “rispondere in maniera molto più efficace e trasparente del suo operare” al Consiglio. Delicate le scelte di bilancio ad anno in corso, per Parisi, secondo cui la parola chiave è “discontinuità”: ad esempio, sulle tasse, che vanno ridotte, oppure a proposito del sistema sociale, che non si può pensare non integrato a quello sanitario. “La sanità del Lazio può diventare un modello”, secondo Parisi, ma anche a questo scopo serve discontinuità. Il piano del commercio va bene, per Parisi, ma occorre aggiungere il tema della “lotta all’abusivismo” e il testo unico deve essere “di semplificazione”. Quanto ai rifiuti, Parisi ha chiesto a Zingaretti se la Regione sia pronta o meno a commissariare Roma in mancanza di scelte sui siti. Inoltre, a suo avviso, non ha senso mettere in vendita Lazio ambiente fintanto che contiene un inceneritore “di cui non si sa che cosa sarà”. Per Parisi “un gravissimo errore” è stato la soppressione delle province, passando al tema delle autonomie; quanto alle infrastrutture, i fondi ci sono, ma c’erano anche prima, ”il fatto è che non sono stati aperti i cantieri”, ha detto Parisi, che porta su tutti l’esempio della Roma Latina. Critiche al codice degli appalti, da parte di Parisi, per il quale “la corruzione si combatte con persone oneste”. Apertura al confronto, ma nella consapevolezza di aver preso voti da persone “che la pensano in modo diverso”, la posizione espressa da Parisi avviandosi alla conclusione. “Non c’è piano del turismo se non c’è piano delle infrastrutture”, né senza risolvere il problema dei rifiuti e “impensabile che ci siano due assessorati diversi” per la formazione e per le politiche del lavoro, sono le ultime suggestioni lanciate da Parisi, prima di concludere dicendo che gli è parso di cogliere “affinità” tra la Giunta e il Movimento 5 stelle, ma sul punto c’è la necessità di “giocare a carte scoperte”.
Sergio PirozziSergio Pirozzi ha aperto il suo intervento dicendo di portare la sua esperienza di amministratore locale in Consiglio, ma di non trovare nel programma in dieci punti del presidente Zingaretti alcuni temi a suo avviso rilevanti, come “la messa in sicurezza dei territori” o le “aree defiscalizzate”. Questo rende difficile, a suo avviso, aderire all’”astuzia”, come egli la ha definita, del presidente di approfittare del fatto che non ci sia una maggioranza numerica per proporre un programma condiviso con le opposizioni. Invece i cittadini hanno diritto di sapere “chi è maggioranza e chi è opposizione”, ha proseguito Pirozzi, che si è detto a favore della mozione di sfiducia, ma a condizione di non essere il solo a presentarla. Pirozzi si è chiesto poi, passando al tema della ricostruzione post terremoto, per quale motivo, con “i 56 milioni di euro dati dalla UE” non sia stato fatto “un asse prioritario dei POR e dei FESR”, al contrario di quanto fatto da altre regioni colpite dagli eventi sismici, che Pirozzi ha puntualmente elencato. Egli ha espresso il timore che il terremoto e le sue vittime siano un po’ “passati di moda”, come ha detto di aver dedotto anche dai discorsi dei presidenti di Camera e Senato, nei quali non ha colto alcun riferimento alle problematiche della ricostruzione. Ribadendo che il centro destra deve stare all’opposizione, a suo avviso, Pirozzi ha chiesto in conclusione del suo intervento “un gesto di serietà”, cioè porre fine a questa esperienza “un giorno dopo” l’approvazione del bilancio, necessario a rimettere in moto la macchina regionale; a questo scopo è necessario però che i consiglieri “ragionino per il mandato che hanno ricevuto dagli elettori” e non “per le indennità, per la diaria, per le presidenze di commissione”. Altra strada sarebbe, ha concluso Pirozzi, un “governo di scopo” per riformulare la legge elettorale con reintroduzione del listino, perché “i cittadini del Lazio devono sapere chi sta con chi e per quale motivo”, nel caso si vada a votare di nuovo.
Roberta LombardiIl governo del Lazio nel quinquennio passato è stato “inadeguato”, ha esordito Roberta Lombardi, che ha detto però di prendere atto del fatto che i cittadini laziali sembrino pensarla diversamente, a giudicare dai risultati elettorali. Come a livello nazionale, ha proseguito, “una legge creata ad hoc per penalizzare una forza politica si ritorce contro i suoi stessi autori”, con grave pericolo per gli interessi dei cittadini. In questa situazione, ad onta di ricostruzioni “fantasiose”, a suo dire, la posizione in cui i cittadini hanno messo il M5s è quella di “opposizione”; tuttavia, il Movimento è pronto a lavorare per il bene della Regione, a patto che venga ribadita la “centralità legislativa” del Consiglio e delle commissioni. Il “futuro di questa Regione” è l’unico interesse del Movimento, per la Lombardi, che però afferma trattarsi non di “fiducia in bianco”, ma della disponibilità a convergere su questioni pratiche con la verifica a breve scadenza dell’efficacia di questa politica. “L’interesse pubblico deve rimanere preminente”, ha proseguito comunque, perché ad esempio un modello di privatizzazione della sanità come quello lombardo “non incontrerà mai il favore del Movimento”: in tema di sanità, le liste d’attesa sono il problema più urgente. Altri obiettivi fondamentali come declinati dalla Lombardi sono il testo unico del commercio e il Piano territoriale paesistico regionale: quest’ultimo, uno dei principali “incompiuti legislativi” della passata legislatura, è indispensabile a contrastare gli interessi speculativi, il cui prevalere la Lombardi immagina non sia gradito neanche al presidente, così come non lo è al M5s. Sui rifiuti, l’investimento in inceneritori non tutela l’ambiente né l’occupazione, ha ricordato la Lombardi soprattutto a Parisi. “Portare il Lazio fuori dall’era degli inceneritori e delle discariche” è l’obiettivo, a suo avviso, da raggiungere attraverso “piccoli impianti di compostaggio aerobico possibilmente a gestione pubblica o in house”. L’“assenza di una pianificazione” ha prodotto la situazione attuale, da cui bisogna uscire con un “ciclo virtuoso dei rifiuti” basato su porta a porta, compostaggio e riutilizzo. La tematica dei rifiuti è un ottimo esempio, secondo la Lombardi, del sovrapporsi di competenze di livello diverso su cui è intervenuta la legge Delrio, purtroppo, a suo avviso, determinando una “confusione di attribuzione”. La Regione deve tenere per sé i poteri di coordinamento valorizzando le funzioni comunali, secondo la Lombardi, “anche attraverso incentivi a forme associative”. Dopo un cenno ai problemi dell’acqua pubblica e dei trasporti, la Lombardi è passata al piano del turismo di cui ha affermato la necessità, così come per gli stati generali annunciati da Zingaretti. Sulle politiche abitative, Lombardi ha affermato il dovere per la Regione di vigilanza nonché di interlocuzione con Roma capitale, già richiesta da parte di quest’ultima. L’obiettivo è assecondare l’impegno a “riportare il rispetto della legalità” nel settore, in atto da parte della Giunta capitolina, ma occorre riportare ordine anche e soprattutto nella situazione degli Ater. La legge di rigenerazione urbana è tema connesso: essa è condivisibile ma da modificare, per la Lombardi. Cenni finali alla necessità di politiche a favore delle famiglie monoreddito, della legge sugli asili nido e di un “reddito di cittadinanza regionale”. Un primo segnale, ha concluso la Lombardi, da mandare ai cittadini potrebbe essere un ricalcolo dei vitalizi degli ex consiglieri secondo il sistema contributivo.
Al termine, il presidente Leodori ha aggiornato la seduta per gli interventi dei capigruppo al giorno 18 aprile 2018 alle ore 11.
A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio