Consiglio Lazio, seduta straordinaria su rifiuti e rogo Tmb Salario
L’assessore Valeriani ha illustrato le linee guida per la stesura del Piano rifiuti 2019-2025. Approvati tre ordini del giorno.
05/02/2019Il Consiglio regionale del Lazio si è riunito oggi in seduta straordinaria per fare il punto sulla questione dei rifiuti nel Lazio, dopo l’approvazione in Giunta delle “Linee guida del piano regionale rifiuti 2019 – 2025: da un’economia lineare a un’economia circolare” e dopo l’emergenza dello smaltimento a Roma, causata dall’incendio che l’11 dicembre scorso ha messo fuori uso l’impianto di selezione e trattamento dei rifiuti indifferenziati dell’Ama, sito in via Salaria n. 981 (cosiddetto Tmb Salario).
Al termine del dibattito in Aula, il Consiglio ha approvato tre ordini del giorno, uno presentato dal Movimento 5 stelle, uno dal centrosinistra e uno dal centrodestra. Il documento dei Cinque stelle impegna, tra l’altro, la Giunta: ad attuare i principi della gerarchia di trattamento delle “5 R” (riduzione, raccolta differenziata, riuso, riciclo, recupero energia) e dell’autosufficienza e prossimità; a privilegiare, per la chiusura del ciclo della frazione organica, impiantistica di piccola taglia, commisurata alla produzione di rifiuti delle comunità di riferimento e distribuita sul territorio; ad avviare il trattamento delle frazioni secche (plastica, metalli, vetro, carta) a livello di singolo Ato; ad impedire la realizzazione di impianti industriali di smaltimento o trattamento di rifiuti nelle vicinanze di abitazioni e zone residenziali.
L’ordine del giorno della maggioranza, primo firmatario il capogruppo del Pd, Mauro Buschini, impegna la Giunta “a portare avanti il principio dell’autosufficienza su base di Ato, garantendo in prospettiva la chiusura del ciclo rifiuti all’interno di ciascuno di essi, attraverso il sostegno ai comuni nella riduzione dei rifiuti e nello sviluppo delle raccolta differenziata, e in particolare, per quanto riguarda l’Ato provinciale della Città metropolitana, impegna la Giunta a dividere il territorio in un subambito per garantire un concreto e doveroso equilibrio impiantistico”.
Proviene dal centrodestra invece – primo firmatario
Giancarlo Righini (FdI) – l’ordine del giorno, in parte riformulato dall'assessore Valeriani, che impegna la Giunta “a consentire, in seno alla Commissione competente, un confronto costante sul nuovo Piano rifiuti del Lazio oggetto di procedura di VAS”. Respinto un altro ordine del giorno dei consiglieri di Fratelli d’Italia.
La seduta straordinaria era stata richiesta in Conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari dai rappresentanti delle opposizioni.
Fabrizio Ghera (FdI) è intervenuto a inizio seduta per spiegarne le ragioni ma anche per criticare l’assenza in Aula del presidente della Regione Nicola Zingaretti. “Sappiamo benissimo – ha detto – che l’assessore Valeriani è quello che ha lavorato, che ha portato avanti i documenti e tendenzialmente può essere lui a fare dissertazioni più tecniche. Però, la totale mancanza del presidente della Regione Lazio sul tema del Piano rifiuti mi sembra un grave schiaffo ai cittadini del Lazio e ai consiglieri dell’opposizione che avevano chiesto questa importante possibilità di dibattito e di confronto”.
Entrando nel merito dell’emergenza rifiuti, Ghera ha accusato il presidente della Regione e il sindaco di Roma e della Città metropolitana, Virginia Raggi, perché “in questi tre anni hanno solo perso tempo e non hanno lavorato per il bene dei cittadini. Hanno continuato – ha detto – a rimpallarsi le responsabilità sull’individuazione dei siti, nascondendo le carte e continuando questa polemica che sta solamente facendo pagare uno scotto importantissimo sia dal punto di vista igienico-sanitario ai cittadini, ma anche e soprattutto all’immagine della Capitale d’Italia”. Secondo Ghera, la responsabilità di Zingaretti e della Raggi è quella di non aver individuato dei siti adeguati per tempo, impedendo di realizzare un’impiantistica “che metta da parte le discariche, metta da parte gli impianti che vanno a incenerire il materiale, ma possa in qualche modo favorire il riuso, il riciclo dei prodotti, cosa che non abbiamo visto nei tre anni di Giunta Raggi, né nei sei anni di Giunta Zingaretti”.
Subito dopo l’intervento del capogruppo di Fratelli d’Italia, ha preso la parola l’assessore regionale
Massimiliano Valeriani, titolare della delega al “Ciclo dei Rifiuti e impianti di trattamento, smaltimento e recupero”, il quale ha innanzitutto condiviso con l’Aula le informazioni in suo possesso su quanto avvenuto al Tmb Salario. “L’incendio di martedì 11 dicembre – ha detto – ha bruciato tonnellate di rifiuti indifferenziati e ha distrutto un capannone di 2.000 metri quadrati, danneggiando i nastri trasportatori e rendendo inutilizzabile gran parte della struttura. La magistratura sta svolgendo le indagini per accertare le cause dell’incendio e verificare eventuali responsabilità. Dai riscontri effettuati si è accertato che venivano lavorate in quel frangente temporale tra le 400 e le 500 tonnellate al giorno, attività che dovrà essere svolta dall’Ama in un altro impianto".
L’assessore ha poi spiegato che “già nella stessa serata del rogo, la direzione regionale bonifiche e ciclo dei rifiuti ha inoltrato all’Ama la disponibilità manifestata dagli operatori del Lazio per accogliere i rifiuti di Roma nella fase emergenziale: Ecologia Viterbo per circa 100 tonnellate al giorno; Rida Ambiente per circa 200 tonnellate al giorno; Saf di Frosinone, per circa 100 tonnellate al giorno; l’impianto Giovi, per circa 100 tonnellate al giorno, sito nel Comune di Roma”.
Per quanto riguarda l’aspetto sanitario e di salute pubblica, Valeriani ha comunicato che la Regione ha prontamente attivato l’Arpa e l’Asl di competenza per tutte le verifiche sulla qualità dell’aria e l’eventuale tossicità dei fumi sprigionati dall’incendio. “Dai continui monitoraggi delle centraline Arpa – ha spiegato – e dalle prime misurazioni all’interno degli impianti, sono stati registrati valori fuori norma per quanto riguarda alcuni inquinanti, come la diossina (valore 0,3 rispetto allo 0,1 massimo consentito dalla legge) e il PM10, soprattutto nella centralina di Villa Ada, che ha superato il limite giornaliero di 50. Altri parametri invece risultano in linea con quelli misurati nei giorni precedenti al di sotto dei limiti di legge”.
Sulle linee guida per il nuovo Piano rifiuti, Valeriani ha innanzitutto precisato che il ritardo nell’approvazione è stato causato dal fatto che la cartografia richiesta alla Città Metropolitana è arrivata soltanto l’8 gennaio. “Il Piano parte da una situazione attuale di economia lineare – ha spiegato Valeriani – che pensa che ogni bene prodotto diventa un rifiuto e quindi va trattato e poi alla fine smaltito, rifiuto come un problema, come un accidente che bisogna in qualche modo gestire. Oggi Entriamo in una fase completamente diversa, quella dell’economia circolare, come indicato dalle direttive comunitarie, che significa semplicemente riduzione drastica della produzione dei rifiuti, aumento della raccolta differenziata, recupero di materie dagli scarti”.
“Ci sarà nel Piano – ha aggiunto l’assessore – una modernizzazione del sistema della governance, per attivare in modo certo e definito gli Ato come Ambiti di programmazione e ci sarà il rafforzamento di tutte le attività di controllo e di vigilanza sia sugli impianti, sia sulle procedure, per contrastare gli illeciti in materia ambientale e soprattutto per provare a contrastare infiltrazioni mafiose”.
Con riferimento alla raccolta differenziata, Valeriani ha spiegato che, dopo essere passati dal 22 per cento del 2013 al 45,5 per cento del 2018, il nuovo obiettivo è arrivare al 70 per cento nel 2025. “Mi auguro che il Consiglio Regionale del Lazio approverà questo Piano nei tempi previsti, entro il 2019, dopo il percorso della VAS che inizierà nei prossimi giorni”, ha concluso Valeriani.
Sulle linee guida del Piano rifiuti è intervenuto poi
Marco Cacciatore (M5s), presidente della commissione Urbanistica, politiche abitative, rifiuti. “Non contestiamo alcuni princìpi come lo stop alla termovalorizzazione o lo stop alle discariche – ha detto – anche perché sappiamo che fanno parte ormai del quadro normativo. Ma dobbiamo stare attenti che, come al solito, l’enunciazione dei princìpi non sia una mascherina che malcela solite pratiche troppo note. Ricordiamo che nel Lazio noi veniamo da un sistema completamente incardinato intorno a pochissimi impianti privati di enormi aziende. È stata proprio questa gestione, probabilmente, a causare la gran parte dei danni”.
Cacciatore ha quindi illustrato la sua proposta: “Inizialmente, il sistema Lazio, compresa Roma, dovrà avere disponibile soltanto la riduzione, il riuso e il riciclo, fino al compostaggio aerobico di piccola taglia e preferibilmente pubblico, diffuso sul territorio e senza impattare troppo sull’ambiente. Sono contento che a Colleferro ci sia l’intenzione di convertire un termovalorizzatore, ma non sono contento che all’interno di quel compound si tratterà la Fos di tutti i Tmb del Lazio. Non è giusto. Colleferro ha già dato, come la Valle Galeria a Roma”.
Critiche alle linee strategiche del Piano sono state espresse da
Orlando Angelo Tripodi, capogruppo della Lega. “Possiamo dire che con questo piano si è partorito semplicemente un topolino. Sostenere la riapertura o l’ampliamento delle discariche per noi è un fallimento”, ha detto. “I rifiuti per noi sono una risorsa – ha aggiunto Tripodi – e la Regione Lazio deve gestire il fenomeno e stroncare il monopolio delle discariche gestite da persone ambigue. I rifiuti sono un valore, spesso e volentieri usati come creatori di energia. E noi cosa facciamo? Spendiamo milioni di euro e li mandiamo in giro per il mondo, soprattutto per l’Europa, dove vengono usati per creare energia, quando potremmo farlo in casa noi. Per questo noi siamo a favore dei termovalorizzatori, quelli di ultima generazione, quelli che permettono a un territorio di avere un valore aggiunto. Ma devono essere gestiti direttamente dall’ente”.
Apprezzamento per l’operato della Regione e per le linee guida del Piano sui rifiuti, sono stati espressi da
Eugenio Patanè (Pd). “La Regione Lazio – ha detto – oggi produce un procedimento amministrativo ed un atto pianificatorio. Queste non sono più parole e siccome l’assenza del Piano era identificata come la causa di tutti i problemi, finalmente questo alibi viene tolto: noi abbiamo un Piano rifiuti approvato in Giunta che andrà a VAS e che entro l’anno approveremo”. Patanè ha poi espresso parere favorevole anche alla possibilità – accennata dall’assessore Valeriani – di creare un sub-ATO per Roma Capitale. “Roma produce il 60 per cento dei rifiuti della nostra regione e smaltisce il 100 per cento dei suoi rifiuti fuori dai confini comunali. Che cosa significa questo? Che 1,2 milioni di tonnellate di rifiuti all’anno vengono portati oltre i confini del Comune di Roma, spendendo per il trasporto 90.000 euro al giorno. Stiamo parlando, per i soli trasporti, di circa 3 milioni all’anno. Al di là del fatto che nessuno di noi trova giusto che le province del Lazio debbano ospitare quello che Roma è incapace di ospitare, stiamo parlando di 170 camion al giorno che partono da Roma e trasportano rifiuti, con tutto quello che significa in termini di inquinamento e di salute pubblica”.
Gino De Paolis (Lista Zingaretti) ha auspicato il “completo abbandono di qualsiasi attività di incenerimento” e ha sottolineato l’importanza della tariffa puntuale, definita “doverosa”. “Chi è virtuoso – ha detto – deve pagare meno rispetto al proprio impegno. Chi fa bene la raccolta differenziata deve avere almeno un ritorno economico, oltre che dal punto di vista sociale e ambientale”.
Critiche alla procedura di adozione del Piano sono state invece espresse da
Giancarlo Righini (FdI), il quale non ha condiviso “il fatto che il Piano dei rifiuti venga prima sottoposto alla verifica ambientale, quindi alla VAS e poi approfondita in quest’Aula, perché lì già immagino che verrà sollevata sempre la stessa obiezione: abbiamo impiegato sette, otto, nove mesi, un anno, per ottenere la VAS, adesso non ci possiamo più permettere il lusso di gettare altro tempo e ridiscutere un Piano dei rifiuti che ha già un’asseverazione ambientale. Io questo metodo lo contesto”. Inoltre, rispetto all’intervento di Tripodi, Righini ha dichiarato assoluta contrarietà alle politiche di termovalorizzazione: “Pur essendo alleati della Lega in tutti gli enti locali, le riteniamo superate. Ci sono anche direttive comunitarie che invitano alla dismissione progressiva, quindi a uno spin off temporale degli impianti”.
Per
Stefano Parisi (Lazio 2018) “Questo è il piano dello scaricabarile. Basta vedere cosa si fa sull’Ato di Roma”. E a tale proposito,
Sergio Pirozzi (Lista Pirozzi): “E’ chiaro che il problema è Roma. Mi permetto di dare un consiglio alla sindaca Raggi e all’Ama per aumentare la raccolta differenziata. Come si può fare? Qui non servono scienziati. O la si fa in tutto il comune, in tutti quanti i municipi o non si fa”. Per il capogruppo di Forza Italia,
Antonello Aurigemma, “avete fatto un Piano rifiuti dove l’obiettivo è ampliare le discariche. Noi siamo sotto infrazione europea perché siamo l’unica Regione d’Italia che continua a esportare rifiuti al di fuori della regione. È un’infrazione che costerà ulteriori soldi – ha concluso Aurigemma - visto che non mi sembra che questo piano porti ad una soluzione della chiusura del ciclo dei rifiuti all’interno della nostra regione”.
Per il capogruppo del Pd,
Mauro Buschini, un punto importante delle linee guida à nel voler “restituire la sovranità ai territori". "Siamo chiamati a fare un passo successivo – ha detto Buschini a tale proposito - Per come è organizzato il piano, per come le linee guida parlano chiaramente, è un punto, secondo me, molto importante che va incontro alle esigenze dei territori che vogliono programmare la gestione e non vogliono subire”.
A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio