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Consiglio Lazio, seduta straordinaria su emergenza ambientale nella Valle del Sacco

Approvati due ordini del giorno, uno del centro sinistra e uno del centro destra. Respinto un terzo presentato dal Movimento 5 stelle.
20/02/2019
Il Consiglio regionale del Lazio si è riunito oggi in seduta straordinaria per discutere della emergenza ambientale nella Valle del Sacco. A presentare il tema sono stati i consiglieri delle opposizioni, firmatari della richiesta di seduta straordinaria. “L’obiettivo – ha detto Giancarlo Righini (FdI) – è quello di cercare di accelerare, semplificare e fornire risposte a un territorio che ne ha grande bisogno. Abbiamo appreso delle importanti e ingenti risorse stanziate per affrontare questa emergenza, riteniamo che sia ora di concretizzare tutto questo lavoro”. Righini ha anche chiesto una moratoria rispetto alla possibilità di avviare nuovi insediamenti produttivi nella Valle del Sacco “finché questa situazione non tornerà a dei valori accettabili”, per poi invitare tutti i colleghi a “iniziare un percorso, codificarlo e stabilire un cronoprogramma, nella consapevolezza che è stato prodotto, negli anni, un tale disastro che oggi è necessario molto tempo per recuperarlo”.

Orlando Angelo Tripodi ha parlato di “un problema molto importante, che oltre all’inquinamento, crea gravissimi problemi di salute”. Il capogruppo della Lega ha poi lanciato accuse precise: “Io penso che la politica abbia la sua responsabilità – ha detto – ed è ora che questo venga fuori. Ci sta tutto un intervento che la Regione Lazio in primis non ha fatto, su quel territorio, e una responsabilità oggettiva, quella del Consorzio industriale, che non ha controllato, che non ha fatto, che non ha gestito. Oggi si parla tranquillamente di bypass, aziende che hanno dei bypass, che sversano direttamente nel fiume”.

Valerio Novelli (M5s) ha invece dichiarato che “quando si parla di ambiente, non c’è colore che tenga, è ora di dare delle risposte ai cittadini di quel territorio che da troppi anni subisce degli sfregi ambientali”. Il presidente della commissione Agricoltura e Ambiente ha poi aggiunto che “anche il Consiglio regionale deve essere a fianco alla Giunta e al Ministero per dare un segnale forte e soprattutto di compattezza, perché il nostro dovere è quello di tutelare l’ambiente: noi dobbiamo salvaguardare questo ambiente non tanto per noi, ma per coloro che arriveranno successivamente”.

Per Pasquale Ciacciarelli (FI), “oggi questo Consiglio regionale è la certificazione di un fallimento della politica e della gestione delle cose, perché se noi oggi siamo alle prese ancora con l’annoso problema della Valle del Sacco evidentemente la gestione che è stata portata avanti in questi anni su questo argomento non è stata una gestione oculata”.

La Giunta regionale è intervenuta sulla questione con quattro assessori, ciascuno con riferimento alle proprie deleghe. Il primo a intervenire è stato Massimiliano Valeriani, titolare della delega ai rifiuti, dando subito notizia che nei prossimi giorni verrà firmato l’accordo di programma tra la Regione Lazio e il Ministero dell’ambiente, con cui l’amministrazione regionale diventerà il soggetto gestore dei fondi disponibili, attuatore di tutti gli interventi per la caratterizzazione, la messa in sicurezza, le analisi del rischio e la bonifica della Valle del fiume Sacco. “Attraverso questo strumento – ha spiegato Valeriani – sarà finalmente possibile mettere a sistema tutte le risorse ancora disponibili, circa 40 milioni di euro, così da portare a termine le varie misure pianificate per il risanamento ambientale del sito di interesse nazionale”.

Dopo Valeriani è intervenuto Gian Paolo Manzella, assessore allo Sviluppo economico, il quale ha spiegato che si tratta di un’area a competenza condivisa tra Stato e Regione, un’area di crisi industriale complessa ai sensi della legislazione nazionale. “Lo strumento attraverso il quale gli interventi vengono definiti e attuati – ha detto Manzella – è l’accordo di programma, che adotta i progetti di riconversione e riqualificazione industriale”. A tal proposito, l’assessore ha spiegato che “il primo punto d’attacco è rendere più semplici le norme e i procedimenti relativi alle bonifiche propedeutiche agli investimenti”. Sul piano degli incentivi destinati alle imprese che investono in quel territorio, Manzella ha detto che sono stati stanziati 10 milioni di euro di risorse statali previste dalla legge 181. “L’avviso è stato pubblicato il 24 gennaio ed è aperto alle imprese interessate fino al 30 aprile del 2019”, ha precisato l’assessore.

L’assessora all’agricoltura e all’ambiente, Enrica Onorati, si è soffermata principalmente sui risultati delle analisi sulla qualità dell’aria nella zona. “La verifica che io ho a disposizione per l’anno 2018 – ha detto – ci ha portato a evidenziare come ci siano delle criticità per la Valle del Sacco, sia sui parametri relativi in particolare al PM10 che su quelli del NO2 (biossido d’azoto). Il numero dei superamenti del limite giornaliero – ha aggiunto Onorati – risulta superiore al valore consentito dalla norma nelle postazioni soprattutto di Cassino, Ceccano, Colleferro, e Frosinone Scalo. Per il biossido d’azoto, il superamento registrato è per Frosinone Scalo”.

Infine, è intervenuto l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, che ha illustrato le iniziative messe in campo dalla Regione in tema di salute pubblica per il territorio della Valle del Sacco, citando tutti gli indicatori pubblicati di recente sul sito “Stato salute Lazio” sulla popolazione residente nella zona e aggiungendo che recentemente è stato attivato un programma “che prevede campagne periodiche della sorveglianza sanitaria ed epidemiologica attraverso il monitoraggio biologico di vari inquinanti organici, oltre a controlli di salute periodici di natura biennale”.

Dopo le relazioni degli assessori, il dibattito è proseguito con numerosi interventi di consiglieri di tutti i gruppi consiliari e si è concluso con l’approvazione di due ordini del giorno, uno presentato dal centro sinistra e uno dal centro destra. Respinto invece quello presentato dal Movimento 5 stelle.

Con il primo documento, il Consiglio ha impegnato la Giunta regionale a: predisporre una Struttura di missione formata da personale specializzato in materia di bonifica di siti inquinati con il compito di dare corretta attuazione a tutte le azioni ad oggi programmate; promuovere il coordinamento di tutti gli interventi sulla Valle del Sacco a livello sanitario, ambientale, agricolo, di bonifica e di sviluppo, in  accordo con gli altri enti; a farsi parte attiva nei confronti del Ministero per la redazione di un accordo di programma dettagliato e puntuale.

L’ordine del giorno proposto dai consiglieri del centro destra impegna Presidente e Giunta regionale a: istituire un Tavolo istituzionale sulla Valle del Sacco con la Presidenza del Consiglio dei ministri, l’Ispra, l’Arpa Lazio, la Città metropolitana di Roma Capitale, la provincia di Frosinone, le prefetture di Roma e Frosinone, le Asl competenti, i comuni ricadenti nella zona interessata e i Consorzi industriali, per approvare in Consiglio regionale, entro 180 giorni, un “Piano straordinario per la bonifica della Valle del Sacco”; ad attivare entro 90 giorni un “Piano straordinario di assistenza sanitaria per i residenti della Valle del Sacco”.

Il documento del Movimento 5 stelle, respinto dall'Aula, chiedeva tra l'altro alla Regione Lazio di firmare subito l'accordo di programma con il Ministero dell'Ambiente, di aggiornare i Piani di bonifica inserendo regole certe per le aziende che inquinano e di istituire una task force con le istituzioni coinvolte e la polizia provinciale di Frosinone per individuare i responsabili degli sversamenti illeciti. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio

Ufficio Stampa