Consulta femminile Lazio: "Deludenti i risultati elettorali in merito alla presenza delle donne"

"Quando ci si trova con il sistema della preferenza unica, le donne non riescono a farsi eleggere".
"Le donne sono coloro che più risentono delle difficoltà della crisi che, alle loro già instabili condizioni di vita, sta aggiungendo nuove ed incombenti forme di povertà. La precarietà e l'esclusione dal mondo del lavoro, la carenza dei servizi di sostegno ai carichi familiari, la mancanza di adeguati interventi per la tutela della salute e gli effetti della recente riforma pensionistica lontana dal farsi carico in alcun modo delle fragilità del welfare italiano e delle deboli risorse economiche delle donne e delle famiglie, pesano non solo sulla realtà di milioni di donne ma sulla civiltà del nostro paese". Con queste parole, Donatina Persichetti, Presidente della Consulta femminile regionale per le pari opportunità del Lazio, ha introdotto il convegno "Le donne in gioco: una scommessa per il cambiamento", tenutosi ieri nella Sala delle Bandiere del Parlamento europeo a Roma.

Organizzato dalla Consulta femminile regionale per le Pari opportunità del Lazio, l'evento, ha aperto l'iniziativa "L'Europa è per le donne" promossa dall'Ufficio d'informazione in Italia del Parlamento europeo, con un programma fitto di incontri incentrati sul tema "le donne e la crisi", promossi da associazioni ed istituzioni per discutere e approfondire la condizione delle donne e le iniziative a loro rivolte: dalla salute all'economia, dai diritti alla formazione, dalla politica al mondo del lavoro.

L'incontro di ieri ha posto al centro la riflessione sulla presenza femminile nelle nuove Istituzioni e sul rilancio delle priorità delle donne nell'agenda politica all'indomani del voto del 24 e 25 febbraio 2013.

"Il rinnovo della legge elettorale regionale - ha fatto notare Patrizia Germini vice presidente della Consulta femminile - deve andare verso un sistema a doppia preferenza con abolizione del listino. Questo è il sistema che meglio può fungere da strumento di reale opportunità per la crescita delle donne nella rappresentanza istituzionale".

Durante i lavori sono emerse ulteriori priorità, come auspicio in termini di cambiamento per la nuova legislatura regionale del Lazio: da un impegno costante per la definizione di progetti e proposte che mettano al centro la "condizione" economica e sociale "delle donne" della regione Lazio, alla predisposizione di servizi di cura, conciliazione, assistenza socio sanitaria "dedicati", fino all'adozione del Bilancio di genere come strumento di governance partecipata, al monitoraggio costante sulla gestione dei nuovi fondi comunitari al fine di garantire l'adozione di politiche di genere per la cittadinanza.

La responsabile del settore Politiche culturali del Censis, Elisa Manna, ha fatto rilevare come "i media perseguano nelle trasmissioni ciò che fa audience anziché cultura. Le donne appaiono solo se fanno spettacolo, mentre restano invisibili quelle di basso ceto sociale e le donne ultraquarantenni. Occorre lavorare per far emergere le contraddizioni del sistema culturale e avere la consapevolezza antropologica che i valori sono alla base dei modelli di vita".

La consigliera di Parità, Alida Castelli, ha posto l'accento "sull'emergenza sociale delle discriminazioni", mentre Antonella Anselmo, avvocato del Foro di Roma, ha sottolineato come "non basta avere ragione su quanto si rivendica ma occorre chi questa ragione la sostiene".

Marinella Marino, funzionario dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha comunicato le diverse iniziative del Ministero Pari Opportunità attraverso i piani di azione e i programmi comunitari e rilevato che il superamento delle discriminazioni non può avvenire, come invece avviene, attraverso progetti di inclusione sociale poiché tale visione torna a mortificare il ruolo delle donne.

Deludenti i risultati elettorali alle elezioni regionali del Lazio: dei 40 consiglieri eletti col sistema delle preferenze, solo 5 sono donne. Al dato si aggiungono le 5 donne elette nel listino, portando la presenza femminile al 20%. Dall'analisi delle preferenze si deduce che lo scarto tra quelle riportate dagli uomini e quelle ottenute dalle donne lascia ben poco margine di competizione alle candidate.
"Si tratta di dati - ha evidenziato la vicepresidente della Consulta, Federica De Pasquale - che dimostrano quanto lavoro ancora sia necessario fare per la realizzazione di una democrazia realmente paritaria".

La Consulta Femminile ha concluso l'incontro riaffermando la necessità di costruire rete fra le donne e le istituzioni per favorire il cambiamento verso una società più giusta, competitiva e moderna.

G.O.