01/12/2021Il Garante delle persone private della libertà, Stefano Anastasìa, in visita all’istituto viterbese ha verificato le condizioni di detenzione nella Casa circondariale, dopo il trasferimento di 112 detenuti di Alta sicurezza da Frosinone
Il Garante dei detenuti della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, è stato oggi in visita alla Casa circondariale di Viterbo Nuovo complesso, per verificare le condizioni dei 112 detenuti in regime di alta sicurezza, trasferiti dal carcere di Frosinone, e le misure adottate per la continuità della campagna vaccinale e i colloqui dei detenuti con i familiari. Anastasìa ha visitato il nuovo reparto di Alta sicurezza, la sezione di isolamento, la cucina, i locali e gli ambienti destinati ai colloqui in presenza e a distanza con i familiari, accompagnato dal responsabile dell’attività di monitoraggio della struttura di supporto, Ciro Micera, dalla direttrice dell’istituto penitenziario, Annamaria Dello Preite, dal vicecomandante della polizia penitenziaria e dalla responsabile dell’area educativa. Il trasferimento a Viterbo dei detenuti di alta sicurezza è stato disposto dopo che, a seguito dell’introduzione di una pistola nel carcere di Frosinone, era stato deciso dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) di dimezzare il numero di presenze nella sezione ciociara di alta sicurezza. A Viterbo adesso si trovano 490 detenuti, di cui 112 in alta sicurezza, appunto, e 47 in regime di massima sicurezza, 41 bis.
“Entro la prima metà di dicembre – riferisce il Garante Anastasìa - sarà somministrata la terza dose di vaccino anti Covid-19 al personale e a tutti i detenuti che vorranno accedervi. Nel corso della visita abbiamo potuto verificare gli spazi per i colloqui, sia all’interno che all’aperto, la cucina, l'infermeria e la sezione per l’isolamento. Stilerò una relazione con le mie raccomandazioni che invierò alla direttrice dell’istituto, che ringrazio fin d'ora per la disponibilità e l'attenzione prestata nel corso della visita e nei confronti delle istanze dei detenuti. Una criticità di rilievo – conclude Anastasìa – è senz’altro rappresentata dal fatto che, benché sia presente nei locali doccia, dai rubinetti nelle camere detentive non sgorga acqua calda, in quanto il sistema idraulico, obsoleto, non lo prevede”. A cura dell'Ufficio stampa del Garante delle persone private della libertà della Regione Lazio