Approvata la legge sulle botteghe e le attività storiche
2,4 milioni di euro stanziati per il biennio 2022-2023 per i soggetti iscritti all’Elenco regionale.
19/01/2022Il Consiglio regionale, presieduto da
Marco Vincenzi, oggi ha approvato, con 29 voti favorevoli e 9 astenuti, la proposta di legge n. 267 “Disciplina per la salvaguardia e la valorizzazione delle botteghe e attività storiche”. Il titolo è stato modificato in seguito all’approvazione di un emendamento che ha introdotto la parola salvaguardia al posto di tutela, come originariamente previsto. La legge si compone di 13 articoli, alcuni dei quali sono stati modificati da emendamenti approvati oggi in Aula, anche con riformulazioni proposte dall’assessore allo sviluppo economico,
Paolo Orneli.
L’articolo uno indica la finalità della legge: “Promuovere, anche in collaborazione con i comuni e mediante particolari forme di sostegno, iniziative volte alla valorizzazione e salvaguardia delle botteghe e delle attività storiche individuate attraverso criteri di durata, continuità merceologica e di specialità”. L’articolo due definisce le attività rientranti nella dizione “botteghe e attività storiche”. L’articolo tre prevede il “Censimento delle botteghe e attività storiche”, al quale dovranno provvedere i Comuni entro sei mesi dalla entrata in vigore del regolamento regionale di attuazione e integrazione, previsto all’articolo otto. Sulla base del censimento, la Regione istituirà l’Elenco regionale delle botteghe e attività storiche, che attribuisce agli iscritti la qualifica, l’attestazione e un logo di riconoscimento. L’articolo quattro definisce gli interventi per la salvaguardia e la valorizzazione delle botteghe e attività storiche, mentre l’articolo cinque dispone che anche i mercatai e le fiere di valenza storiche, di cui all’articolo 51 della L.R. 22/2019, possono essere iscritti nell’Elenco regionale.
Con riferimento alle attività storiche di commercio su aree pubbliche, un emendamento all’articolo 6, presentato da
Enrico Cavallari (FI) e approvato con la riformulazione dell’assessore Orneli, ha inserito nell’ambito della normativa i cosiddetti urtisti, suscitando le critiche del consigliere
Massimiliano Maselli (FdI), il quale ha ricordato come in commissione si fosse raggiunto un accordo per non citare esplicitamente nella normativa categorie particolari. Respinti invece altri emendamenti che miravano ad accorciare da 70 a 50 anni il criterio temporale per la classificazione di una attività su area pubblica come storica.
Infine, l’articolo 12 (“Disposizioni finanziarie”) prevede uno stanziamento complessivo di 2,4 milioni di euro nel biennio 2022-2023, così ripartito: 400 mila euro di parte corrente e 600 mila in conto capitale per il 2022 (totale: un milione di euro) e 600 mila euro di parte corrente e 800 mila in conto capitale per il 2023 (totale: 1,4 milioni).
“Una legge importante, che vuole salvaguardare attività importanti non soltanto dal punto di vista commerciale, ma anche perché caratterizzano il tessuto sociale e culturale delle nostre città”, aveva detto
Marta Leonori (Pd) nella
seduta del primo dicembre scorso, quando la presidente del gruppo Pd aveva illustrato in Aula la proposta di legge di cui è la prima firmataria.
Dopo l’approvazione della legge, il Consiglio regionale ha anche votato quattro ordini del giorno collegati al provvedimento, tre proposti da
Fabio Capolei (FI) e uno dal gruppo di Forza Italia. Con il primo si impegna la Giunta a creare un Polo didattico regionale destinato alle “antiche professionalità”, quale centro formativo che metta in relazione vecchie arti e mestieri con le nuove generazioni. Con il secondo ordine del giorno approvato, si chiede alla Giunta di realizzare un portale digitale regionale dedicato alla gestione delle botteghe storiche, che funga da piattaforma informativa sulle certificazioni e sulla qualificazione dei prodotti come made in Italy. Il terzo ordine del giorno impegna la Giunta a “evitare che vengano fregiate come storiche botteghe e mercati che non rispecchiano elementi significativi per la tradizione e la cultura del Lazio”, limitando la denominazione e le agevolazioni connesse solo “alle attività che pongano in vendita in via prioritaria il prodotto italiano”. Infine, l’ultimo ordine del giorno, presentato dal gruppo di Forza Italia e illustrato da
Giuseppe Simeone, impegna il presidente della Giunta e gli assessori competenti a “mettere in atto ogni azione necessaria al fine di preservare e tutelare le attività, i locali storici, gli immobili e le botteghe connotate da valore storico artistico e architettonico presenti e censiti nei Comuni, nel caso di realizzazione di opere di adeguamento e riqualificazione che possano mettere a rischio la tutela e la conservazione degli edifici, mediante la previsione di apposite deroghe alla normativa vigente”.
A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio