Valle del Sacco, in aula la discussione sulla bonifica della zona inquinata
Entro 60 giorni saranno bandite tutte le procedure di gara. Secondo Aurigemma: "Il tempo è scaduto, è ora dei fatti".
09/02/2022Entro 60 giorni saranno bandite tutte le procedure di gara per gli interventi di caratterizzazione delle aree interessate. E’ la notizia più importante data oggi dall’assessore al Ciclo dei rifiuti e impianti di trattamento, smaltimento e recupero, Massimiliano Valeriani, durante la seduta del Consiglio regionale del Lazio sullo stato di lavori per la bonifica della Valle del Sacco.
In apertura, il presidente Marco Vincenzi ha dato la parola a Antonio Aurigemma (FdI), primo firmatario della richiesta che ha portato alla seduta straordinaria. Aurigemma ha parlato di “gravi inadempienze da parte dell’amministrazione regionale. Sono passati tra anni dalla sottoscrizione dell’accordo di programma fra Regione e ministero dell’Ambiente e tutto è ancora fermo. Rischiamo di perdere buona parte dei finanziamenti previsti”.
Due, in particolare le richieste di Aurigemma: un tavolo permanente con i sindaci interessati e l’apertura di un portale internet per informare costantemente i cittadini. Il consigliere, infine, ha ricordato la recente nomina di un commissario straordinario: “Speriamo che abbia il tempo necessario, visto che è la stessa persona scelta come commissario per i rifiuti di Latina. In realtà doveva essere sufficiente l’ordinaria amministrazione per dare risposte concrete a un territorio abbandonato per anni”.
E’ iniziata, poi, la relazione di Valeriani, che ha prima fatto una sintesi della storia di questa emergenza ambientale “dovuta ai rifiuti industriali, soprattutto chimici che ha avuto il suo apice nel 2005, con la morte di bovini avvelenati da sostanze tossiche”. “
Nel 2006 – ha proseguito - l’amministrazione Marrazzo ha dichiarato lo stato di emergenza. Negli ultimi anni siamo riusciti a ottenere l’intervento del governo nazionale con la dichiarazione della zona come Sito di interesse nazionale (Sin), la sottoscrizione nel 2019 di un accordo di programma con il ministero dell’Ambiente e lo stanziamento di più di 53 milioni di euro, 22 i comuni interessati, si tratta di un’area immensa”.
Valeriani è poi entrato più nel merito, elencando le opere già avviate e quelle in itinere. “Per quanto riguarda il piano di caratterizzazione delle aree agricole siamo all’affidamento della gara, stiamo valutando le offerte – ha spiegato l’assessore - Per il piano di monitoraggio delle acque è stato sottoscritto un accordo con Arpa, Ispra, Istituto superiore di sanità e Asl. Stessa cosa per quanto riguarda la definizione dei valori di fondo di acqua e suolo. La valutazione epidemiologica, in convenzione con il servizio sanitario regionale e l’Arpa, è già in corso da un anno. Sono in corso le gare per la classificazione e messa in sicurezza per una prima parte delle aree industriali contaminate. Per gli altri siti, al fine di ridurre i tempi, si userà la procedura dell’accordo quadro, suddiviso in lotti per affidamento in blocco. Siamo in fase di ultimazione” .
“Allo stesso modo – ha proseguito l’assessore – è in fase di ultimazione l’accordo integrativo per la messa in sicurezza dell’ex discarica Le Lame e di due 2 comprensori industriali di Colleferro. Entro 60 giorni, in conclusione, saranno bandite tutte le procedure di gara per gli interventi di caratterizzazione. Infine, la nomina del commissario straordinario, Lino Bonsignore, responsabile dell’attuazione degli interventi: servirà a dare più forza alle operazione di bonifica, rispettando tempi. E favorirà maggiore interlocuzione e informazione rispetto alle amministrazioni locali e ai cittadini”.
La prima intervenire nel dibattito che è seguito alla relazione è stata Francesca De Vito (gruppo misto): “A distanza di tre anni dalla firma dell’accordo – ha dichiarato - dobbiamo ancora dare risposte, certezze e sicurezze ai cittadini della zona. Serve un cronoprogramma serio, da qui a uno, due anni. Altrimenti c’è il rischio della revoca dei finanziamenti. Questa la risposta politica che chiediamo: tempi certi, azioni concrete e risultati”.
Secondo Giancarlo Righini (FdI) “Siamo ancora ai proclami, ma basta leggere il cronoprogramma previsto dall’accordo con il ministero per capire che nulla è stato fatto. Se fosse stato rispettato ci troveremmo in nella fase degli interventi di bonifica e della messa in sicurezza permanente. Questa è la certificazione del vostro fallimento. Un fallimento che rappresenta l’ennesima penalità per un territorio già duramente provato”. Dello stesso avviso Pasquale Ciacciarelli (Lega): “Mi sarei aspettato un discorso che mettesse a nudo le cose non fatte dall’amministrazione – ha spiegato – Invece ci troviamo di fronte all’ennesima nomina di un commissario che certifica il fallimento della Giunta Zingaretti. Mi sento stufo e amareggiato, non come consigliere regionale ma come cittadino di quella provincia. A oggi non è stata realizzata neanche la minima parte dell’accordo di programma”.
“Si tratta di una zona oggetto di un violentissimo attacco da un punto di vista ambientale - ha dichiarato Fabrizio Ghera (FdI) – Una situazione di cui i cittadini oggi fanno le spese. Al di là degli annunci e della prosopopea dell’assessore, la verità è che non sono stati realizzati gli interventi previsti. I commissari spesso sono fonte di ulteriore spesa e non accelerano le procedure. Intanto vanno bloccate tutte le autorizzazioni di nuovi impianti per il trattamento dei rifiuti su cui c’è la contrarietà netta delle amministrazioni locali”.
Secondo Chiara Colosimo (FdI) “siamo chiamati a ragionare per le generazioni future e invece, ancora una volta, siamo davanti a semplici proclami. Il Pd si è proclamato partito ecologista ma solo a parole, noi siamo per l’ambientalismo conservatore che sa che la responsabilità di quello di si fa oggi conserva il futuro delle nuove generazioni. Mi fa molta tristezza pensare che ancora una volta si voglia fuggire dalle responsabilità”.
“Eviterò di commentare la relazione dell’assessore – ha dichiarato Antonello Aurigemma - sul lavoro fatto in questi anni, perché posso parlare solo dell’ultimo mese, oggi dovremmo dire quello che non avete fatto, ha elencato gli interventi previsti nel cronoprogramma, che ad oggi dovevano essere già fatti. Oggi penso sia il giorno che oltre a parlare di programma, dovremmo parlare di date certe e costi. Chiediamo che venga istituito un tavolo dove poter relazionare sugli interventi, non sono d’accordo sulla nomina di un commissario. Oggi non siamo venuti qui a strumentalizzare un problema e evidenziare le vostre inadempienze, siamo qui a difendere la salute dei cittadini di quel territorio”
Per Sergio Pirozzi (FdI) “la capacità di una pubblica amministrazione si misura sulle tempistiche di risposta alle esigenze dei cittadini, più una amministrazione è veloce, più chi governa ha dei meriti, parimenti più è lenta e meno risponde ai cittadini, più il giudizio sarà negativo. Siamo di fronte a una pubblica amministrazione che nel corso di tutti questi anni non è stata in grado di dare risposte, non è una valutazione per appartenenza politica, ma data sui fatti. Mi ricorda quello che succede per la ricostruzione dei terremoti del 2016, il comune denominatori è la tempistica alle istanze dei cittadini”.
“Quello che si consumato in questi anni sulla Valle del Sacco è una grande ferita per tutta la Regione Lazio – ha dichiarato, Loreto Marcelli (M5S)- sono decenni che se ne parla”. Il consigliere ha poi ricostruito l’insieme di atti che negli si sono succeduti dal 2016 ad oggi, partendo dalle risorse programmate nel Piano Operativo Ambiente, con delibera Cipe venivano stanziati 16.300.000, fino al recente decreto che ha approvato l’atto integrativo dell’all’Accordo di programma.
“Assessore lei è davvero sfortunato – così invece Marco Cacciatore (Gruppo Misto)- perché è abbinato a un assessorato sfortunato, perché vede io ho un’ ambizione, vedere attuati tutti gli strumenti approvati, invece si fermano ai problemi tecnici. Lo abbiamo visto che con il PTPR che ha sollevato diverse criticità, però abbiamo recepito le osservazioni e dotato questo territorio di un piano territoriale. Ad oggi ci si rimprovera di non essere tempestivi, credo sia anche a causa di una eccessiva burocrazia. I problemi che questo assessorato ha affrontato hanno una coda, ma quella coda è quasi sempre dipendente da scelte politiche e si deve assumere la responsabilità”.
Mauro Buschini (PD) ha invece parlato di “lavoro straordinario che si sta portando avanti. La relazione dell’assessore ha dato precise informazioni, rispetto ad un lavoro che si sta facendo, specificando giorni entro cui partiranno le gare, per la rimozione dei rifiuti e la caraterizzazione del suolo, per la messa in sicurezza, e per il recupero ambientale delle aree. Apprezzo molto - ha continuato Buschini - l’idea di arrivare a un odg condiviso e spero votato all’unanimità, sarebbe un impegno che questa assise prende con il territorio. Questo territorio presenta problemi ambientali importanti, ma non vedo la mia terra come è stata descritta in alcuni interventi che mi hanno preceduto, la nostra è sicuramente una terra con problemi, ma è anche una terra ricca di elementi di pregio. Mi permetto di ricordare che la questione della Valle del Sacco, la troviamo in una interrogazione parlamentare del 1955 e ad oggi questa è l amministrazione regionale che si è adoperata per la Valle del Sacco. Sulla nomina del commissario, sono stato tra coloro che lo ha sollecitato, e ne sono convinto che sia una delle azioni che possa fare la differenza, che possa seguire passo passo il lavoro che si sta portando avanti”.
Sara Battisti (PD) ha chiarito che “parliamo di un evento avvenuto anni fa, ma c’è la tendenza di qualcuno a far intendere che ci sia una responsabilità di chi amministra oggi, è giusto ricordare che della Valle del Sacco si comincia a parlare con la giunta Marrazzo, ed è con la Giunta Zimgaretti che si cominciano gli atti necessari per l’utilizzo delle risorse a disposizione. La scelta del commissario deve essere letto come segnale importante, c’è bisogno di una persona che porti avanti il cronoprogramma, un organismo che si occupi di seguire attentamente tutte le fasi, che abbia una interlocuzione diretta con tutti gli attori”.
Ha concluso la seduta l’assessore Massimiliano Valeriani, per fare alcune puntualizzazioni: “ la nostra relazione semestrale sul cronoprogramma viene inviata al ministero, farò predisporre una relazione e la invierò a tutti i consiglieri, perché non ho nulla da nascondere, rispondo a chi ha chiesto della rendicontazione. Sui tempi, invece, ribadisco che abbiamo il 31 dicembre come data ultima, pena non poter utilizzare i fondi. A chi ha detto che dalla firma dell’accordo di programma ad oggi c’è stato un collasso, rispondo che non è così, perché il cronoprogramma è stato rivisto a maggio 2021 a seguito di difficoltà oggettive date dalla situazione pandemica. Vogliamo portare a casa gli obiettivi, noi siamo convinti che se c’è questo spirito di collaborazione potremmo fare questo ultimo pezzo di legislatura insieme, avendo completato tutti gli interventi previsti nel cronoprogramma. Abbiamo già fatto l’accordo quadro, entro 60 giorni saranno chiuse le procedure, siamo consapevoli che non abbiamo tempo, abbiamo bisogno di una struttura skillata destinata a questo progetto, per questo procederemo verso la nomina del commissario. Senza lo scontro politico - ha chiosato Valeriani - si fa più in fretta”.
La seduta è stata aggiornata a domani.
A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio