Bilancio 2023-2025. La discussione in Aula dopo la relazione dell'assessore Righini
Largo consenso alla scelta di evitare l’esercizio provvisorio con una rapida approvazione di una manovra finanziaria “tecnica” ma opposizioni critiche per il mancato rifinanziamento del fondo “tagliatasse”.
28/03/2023Si è conclusa oggi in Consiglio regionale la discussione generale sui provvedimenti legislativi che compongono la manovra finanziaria 2023-2025, presentata in Aula dall’assessore regionale al Bilancio,
Giancarlo Righini. A partire da domani mattina alle ore 11 inizierà l’esame degli articoli.
Ad avviare il dibattito è stato
Alessio D'amato (Insieme per il Lazio), che ha condiviso l’auspicio della Giunta Rocca di un aumento della quota per il Lazio del Fondo sanitario nazionale. Sulla manovra finanziaria, D’Amato ha precisato che “da parte nostra non c’è la volontà di ritardare l'adozione di questo provvedimento, infatti non abbiamo fatto attività emendativa, mi preme però ricordare di salvaguardare le prerogative del Consiglio regionale in ambito alla sua attività legislativa sul tema del disavanzo sanitario. Dobbiamo fare una discussione franca”. L’ex assessore alla Sanità ha poi spiegato che “i 216 milioni di euro rappresentano l'1,5 per cento del fondo sanitario, ma questo non deve essere alla base di valutazioni per l’aumento della pressione fiscale. L' annualità appena trascorsa per tutte le regioni italiane è stata molto complicata, per la mancata copertura dei costi della pandemia, l’aumento dei costi energetici e delle materie prime. Non vorrei che si confondesse l’elemento di disavanzo come punto da cui far partire tutti i provvedimenti”, ha detto. Sull’ipotesi di ritorno al commissariamento della Sanità regionale, D’Amato è stato molto chiaro: “Non vi sono i presupposti ed ecco perché deve essere finanziato il Fondo sanitario nazionale. Sul tema degli investimenti non ho sentito parlare dello stato dell'arte dei fondi del Pnrr, che servono a rafforzare la rete sociosanitaria territoriale; eravamo al 50 per cento del raggiungimento degli obiettivi, aspettiamo di sapere a che punto siamo”, ha concluso D’Amato.
“Perché sia una legislatura serena e proficua, al di là della nettezza delle posizioni in campo, occorre dire le cose come stanno, perché questa narrazione di disastro trovato sembra quasi che vogliate dire: volevamo fare tante cose ma non possiamo farle”, così ha aperto il suo intervento
Massimiliano Valeriani (Pd). “Noi non vogliamo fare attività ostruzionistica – ha proseguito – perché in questo passaggio tecnico dobbiamo scongiurare l'esercizio provvisorio, ma noi sì che nel 2013 abbiamo trovato davvero un'economia devastata, una massa gigantesca di debiti pari a 22 miliardi, avevamo un default non teorico ma scritto dalla Corte dei Conti”. A tal proposito, l’ex assessore della Giunta Zingaretti ha spiegato che “nel 2013 la Regione Lazio pagava i fornitori a più di mille giorni, facendo saltare migliaia di posti di lavoro e imprese, mentre oggi la Regione paga a tre settimane. Noi il commissariamento lo abbiamo trovato, voi lo state paventando, pur non essendoci le condizioni: prima di maneggiare questi argomenti occorre essere più prudenti. Occorre maggiore onestà intellettuale perché alcuni indici economici sono drogati rispetto al biennio precedente, in cui abbiamo vissuto un dramma e, nonostante ciò, abbiamo distribuito risorse alle imprese e alle categorie”.
Anche
Marta Bonafoni (Lista D’Amato) ha detto di aver quasi azzerato l’attività emendativa per evitare di andare in esercizio provvisorio, “ma il fatto che ci sia questa collaborazione – ha spiegato – non significa che non ci sia un giudizio politico e noi politicamente dissentiamo su alcune scelte taciute. Mi soffermo sul mancato rifinanziamento del Fondo taglia tasse: avete deciso due volte di non rifinanziare quel Fondo, ripristinando l'addizionale Irpef e non avete inserito una progressività. Questa è una scelta politica”. Bonafoni ha poi denunciato che “è stato definanziato il tema ecologista ed è caduta la transizione ecologica ed energetica”. Sui fondi del Pnrr, la consigliera di opposizione ha lamentato che la Giunta “non ha ancora detto nulla, ci auguriamo quanto prima che venga sanato questo gap. Ci batteremo affinché il fondo taglia tasse sia ripristinato quanto prima e facciamo il tifo perché la Giunta faccia da sindacato per il Lazio al tavolo con il Governo”.
Di attenzione alle fasce più deboli della popolazione, ai temi della transizione energetica ed ecologica e al lavoro, ha parlato
Alessandra Zeppieri (Polo Progressista), la quale ha anche condiviso le critiche espresse dai sindacati per il mancato rifinanziamento del fondo tagliatasse, auspicando un ripensamento della Giunta con il prossimo assestamento di bilancio.
Cosmo Mitrano (FI) è stato il primo consigliere a intervenire per la maggioranza. “Lo ‘zero’ alla voce nuovi debiti è una oggettiva novità – ha detto – e ottemperare alle osservazioni della Corte dei conti è un passo importante di questa nuova Giunta regionale. Vero che i pagamenti della Regione sono celeri ormai, come fatto notare dalle opposizioni, ma anche questo ha un costo, perché lo si fa grazie al fondo anticipazione liquidità. Vero anche che può essere tentata una rinegoziazione di questo fondo, ma la cosa avrebbe dei tempi lunghi”. Mitrano ha poi detto che “le entrate a libera destinazione sono appena tre miliardi di euro, quindi ‘la coperta è corta’, per quanto riguarda gli investimenti. La mancanza di un fondo per la riduzione della pressione fiscale è quindi una necessità, al momento, ma in futuro si lavorerà per riattivarlo”. Infine, il consigliere di Forza Italia ha elogiato le misure in favore delle popolazioni colpite dal sisma.
Di “approccio collaborativo” dell’assessore ha parlato
Roberta Della Casa (M5s), che ha apprezzato anche che si sia trovato il tempo per ascoltare le parti sociali, pur nella ristrettezza della tempistica. “Collaborativo è stato quindi anche l’atteggiamento del Movimento cinque stelle che non ha presentato emendamenti – ha aggiunto Della Casa – ma resta il fatto che si tratta di un bilancio che non alloca risorse, anzi, taglia i servizi e questo non può essere certo motivo di soddisfazione”. Per Della Casa, inoltre, “il rialzo delle aliquote e la non proporzionalità in base alle fasce di reddito sono anche due elementi preoccupanti. Se la disponibilità a rinegoziare il debito da parte del governo nazionale, data per scontata in quanto è dello stesso colore di quello regionale, non vi dovesse invece essere, le tasse più alte d’Italia resteranno a carico dei cittadini laziali. Non basta il Pnrr, che in parte è a sua volta debito, a dare una prospettiva più rosea ai conti regionali”, ha puntualizzato la consigliera cinquestelle.
“Siamo tutti consapevoli che il momento è difficile – ha esordito il capogruppo della Lega,
Orlando Tripodi – e richiederà probabilmente decisioni impopolari, ma questo servirà a rilanciare la Regione, specie nel campo della sanità che ne ha assoluta esigenza”. Per questo motivo, Tripodi ha espresso la piena condivisione per la scelta di approvare un bilancio “tecnico” e di rinviare all’assestamento le misure più importanti.
Al dibattito ha partecipato anche l’ex vicepresidente della Regione,
Daniele Leodori (Pd), il quale ha detto che “l’indebitamento della Regione è noto ed esiste da anni, non è che lo si scopra oggi, come sembrerebbe stando ad alcuni interventi di maggioranza; piuttosto non bisognava parlare in campagna elettorale di riduzione delle aliquote”. Per il vicepresidente del Consiglio regionale, “la situazione è diversa da dieci anni fa, perché ora l’entità dell’indebitamento è nota e c’è stata una costante interlocuzione con la Corte dei conti. Per la programmazione 2021-27 era stata fatta una scelta sui grandi obiettivi e ora l’opposizione sarà vigile sul loro perseguimento. Le circostanze drammatiche della pandemia prima e dell’aumento dei costi per l’energia dopo, dovuto alla guerra, non potevano restare senza conseguenze per il bilancio regionale”, ha aggiunto Leodori.
La discussione generale è stata chiusa dall’intervento del capogruppo di Fratelli d’Italia,
Daniele Sabatini, che ha iniziato partendo dal ringraziamento “per il senso di responsabilità dimostrato innanzitutto dalla Giunta, dal presidente Rocca e dall’assessore Righini in primis. Certo, avremmo voluto impostare questa manovra in maniera diversa – ha detto – darle subito un taglio politico, rappresentare la nostra visione sul Lazio già con il primo Bilancio. Ma ciò non è stato possibile a causa della situazione che abbiamo trovato. La Corte dei conti ha imposto il divieto assoluto di accedere a nuovo debito. Non è possibile fare in dieci giorni quello che l’amministrazione precedente non è riuscita a fare in dieci anni”. Sabatini ha poi risposto ad alcuni temi posti dai consiglieri di opposizione: “Leodori e D’Amato non fanno bene a rivangare questioni di 15 anni fa. Nessuno di noi fa un buon servizio così. Auspico che questa legislatura apra davvero una pagina nuova. Ci siamo assunti la responsabilità di scongiurare l’esercizio provvisorio e abbiamo fatto un lavoro di grande sintesi, senza rinunciare al doveroso confronto con le parti sociali. L’indebitamento della Sanità ci pone di nuovo di fronte al rischio del commissariamento poichè non c’è stato controllo sulla spesa, in particolare su quella delle aziende ospedaliere”.
Nella replica che ha concluso la seduta odierna, l’assessore al Bilancio,
Giancarlo Righini, ha ribadito che “con me il confronto è sempre stato leale e schietto e accadrà anche in questo nuovo ruolo. D’Amato ha parlato di un disavanzo prevedibile in sanità, speriamo di non trovare amare sorprese ad aprile quando andremo al tavolo di parifica con il Mef. Intanto abbiamo voluto mettere in sicurezza il funzionamento della Regione, ora cercheremo le risorse necessarie per rifinanziare il fondo per l’abbattimento della pressione fiscale. Rispetto al passato, vorrei mettere in evidenza che la situazione è cambiata: i provvedimenti della Corte dei conti, una volta respinti tutti i ricorsi della Giunta precedente, adesso sono definitivi. Il Lazio per troppi anni non è stato credibile nel rapporto con gli organismi di controllo. Con questa manovra abbiamo voluto voltare pagina”.
“Se noi pensiamo di rendere strutturali i costi della sanità sostenuti durante la pandemia – ha proseguito Righini – dobbiamo sapere che non ci sono le risorse necessarie. Serve uno sforzo maggiore: il Lazio deve avere ancora 100 milioni per le spese della pandemia, c’era l’impegno del governo Draghi. Solleciteremo il nuovo esecutivo, ma non si può pensare che, vista l’alta presenza di ministri della nostra Regione, ci sarà automaticamente un occhio di riguardo per noi. Il campanilismo non può essere un elemento dell’azione di governo. Sarà fondamentale – ha concluso l’assessore – rideterminare la rata che dobbiamo pagare ogni anno per coprire il nostro debito. Non sarà facile perché l’interlocutore non è più soltanto il Mef ma soprattutto Cassa depositi e prestiti. Insomma, in pochi giorni, grazie anche al confronto con la commissione e il Consiglio regionale, che non mancherà mai nell’azione della Giunta, è stato fatto un gran lavoro. Ora bisogna fare il tifo per Rocca nel confronto con il Governo”.
A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio