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XII - Risorse umane, demanio, patrimonio, affari istituzionali, enti locali, tutela dei consumatori e semplificazione amministrativa


Acqua, indagine amministrativa sull'Ato5 di Frosinone

05/03/09 - Proseguono le audizioni della Commissione consiliare per la Tutela dei consumatori, presieduta da Wanda Ciaraldi (Popolari per Marrazzo – Pd), sul problema del servizio idrico nella provincia di Frosinone, gestito dall’Acea Ato 5 per conto dell’Autorità dell’Ambito Territoriale Ottimale (Ato) n.5 del Lazio.

Dopo l’intervento della scorsa settimana da parte del Coordinamento provinciale acqua pubblica di Frosinone, in rappresentanza dei cittadini, oggi è stata la volta del Garante e della Consulta regionale degli utenti e dei consumatori (Cruc).

La presidente della commissione, Wanda Ciaraldi, ha aperto l’audizione ricordando che “l’assessore regionale all’Ambiente, Filiberto Zaratti ha avviato un’indagine amministrativa sull’attività di gestione del servizio idrico integrato Ato5 Lazio meridionale-Frosinone, a seguito della delibera n.7 del 1° dicembre 2008 del Co.vi.ri., il Comitato nazionale per la vigilanza sull’uso delle risorse idriche”. Tale delibera, come emerso nella scorsa audizione, aveva messo in evidenza alcune irregolarità da parte del gestore, l’Acea Ato5, nella bollettazione e negli aumenti delle tariffe, nonché nel riconoscimento alla stessa di maggiori costi pari a 10,7 milioni di euro sostenuti nel periodo 2003-2005.

“A noi compete – ha aggiunto la Ciaraldi – far sì che i controlli siano veri, più presenti, che ci sia una tutela dell’interesse pubblico. Il cittadino non deve sentirsi più abbandonato a se stesso, ma deve essere informato e garantito nell’esercizio dei propri diritti. La commissione che presiedo, attraverso queste audizioni, sta cercando di comprendere il problema per poter trovare una soluzione. Per questo, la prossima settimana, ascolteremo anche le ragioni del gestore del servizio idrico integrato”.

Il Garante regionale del servizio idrico integrato, Lucia Pitzurra, ha illustrato le criticità della gestione del servizio sia a livello nazionale che regionale, soffermandosi, infine, sul problema dell’Ato5 Lazio meridionale-Frosinone, dovuto “a tante concause, non ultima la mancata attivazione di una governance istituzionale da parte della Regione e degli Enti locali ricadenti negli Ato, nell’ambito delle competenze ripartite, così come delineato dalla normativa di settore anche alla luce della riforma del titolo V della Costituzione. La legge regionale n.26 del 1998 – ha detto Pitzurra – oltre alla figura del Garante e della Consulta, prevedeva l’istituzione di un Osservatorio regionale sulla gestione delle risorse idriche, che non è mai stato implementato. In questo modo, è impossibile avere una validazione ufficiale dei dati raccolti dai 5 Ato laziali e, di conseguenza, non è possibile fare raffronti sulle gestioni, sui servizi e sulle tariffe dei vari gestori, nell’ottica di un benchmarking comparativo, che simuli la concorrenza in una situazione di monopolio naturale”. Con riferimento specifico alla situazione dell’Ato5, la Pitzurra ha sottolineato come “non sia mai stata adottata in Conferenza dei sindaci una Carta dei servizi, condivisa con le associazioni dei consumatori e come sia mancato quel processo di ‘triangolazione’ tra Ato, Gestore e cittadini, indispensabile per garantire un servizio adeguato e qualitativamente valido”.

I rappresentanti della Consulta regionale degli utenti e dei consumatori hanno denunciato nuovamente l’illegittimità e, a loro dire, l’illegalità delle bollette del gestore, pagate non solo da tanti cittadini, ma anche da tanti uffici pubblici.

Secondo Vito De Russis (Associazione dei diritti dei pedoni) “quando si emettono bollette illegittime e si costringono gli utenti a pagarle, si è sotto il fascismo e le istituzioni stesse che pagano bollette illegali alimentano l’illegalità”.

Per Silvia Castronovi (Altroconsumo) “dal 2005 al 2008 le tariffe sono aumentate del 77% con una perdita di acqua certificata del 35%. Occorre, dunque, un cambio di rotta: far pagare ai cittadini solo il dovuto, con bollette legittime e fatturate nel rispetto delle regole e delle leggi. Inoltre, è necessaria una comunicazione più chiara e tempestiva agli utenti da parte del gestore”.

Ivano Giacomelli (Codici) ha invece sollevato il problema delle responsabilità politiche che hanno portato a questa situazione, accusando in particolare la Conferenza dei sindaci, che “non avendo revocato né modificato la precedente delibera del 2007 che autorizzava gli aumenti illegittimi, espone i cittadini a gravi rischi, visto il ricorso del gestore al Tar del Lazio contro la delibera del Co.vi.ri”.

Primo Mastrantoni (Aduc) ha chiesto alla commissione regionale se non sia il caso di nominare un commissario ad acta per l’Aato5 di Frosinone.

Presenti all’audizione, ma non intervenuti, anche Gaetano Proietti (Adiconsum) e Claudio Paielli (Federconsumatori).

In chiusura di audizione, Giorgio Maggi, dirigente dell’Assessorato all’Ambiente, ha rassicurato i membri della Consulta regionale “sui tempi brevi dell’indagine amministrativa e sulla volontà dell’assessore di sciogliere subito l’incertezza legata alla tariffazione attuale”.



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