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V - Ambiente e cooperazione tra i popoli


Audizione sul termovalorizzatore di Colleferro

31/03/09 - Il “caso” del termovalorizzatore di Colleferro – sequestrato dal gip di Velletri ai primi di marzo – è stato approfondito oggi dalla commissione Sicurezza, presieduta da Luisa Laurelli (Pd), e da quella Ambiente, presieduta da Claudio Bucci (Idv), riunite in seduta comune. Al termine dell’audizione Laurelli ha annunciato la presentazione di una mozione al Consiglio regionale per potenziare l’organico e le competenze tecniche dell’Arpa. L’agenzia protezione ambientale del Lazio si trova ad avere sia competenze di amministrazione diretta sia di collaborazione con l’autorità giudiziaria. “Bisogna tener conto che il lavoro che svolge l’Arpa – ha detto Laurelli – è complesso ed impegnativo. Servono quindi adeguate risorse”.

Nel corso dell’audizione Andrea Lolli, commissario straordinario del consorzio Gaia che gestisce la struttura di Colleferro, ha sottolineato la sicurezza dell’impianto. Questa circostanza – a suo dire – è confermata da consulenze, perizie giurate e, da ultimo, dal decreto di sequestro che non ha imposto il fermo del termovalorizzatore. La magistratura ha chiesto, perché ciò avvenisse, una serie di controlli da affidare all’Arpa Lazio. Prescrizioni alle quali Gaia ha annunciato di volersi adeguare. Quanto al sistema informatico di rilevamento dei fumi e delle emissioni, che secondo le ipotesi degli inquirenti sarebbe stato alterato, Lolli ha detto di attendere le conclusioni dell’autorità giudiziaria su eventuali manomissioni.

Il commissario dell’agenzia regionale, Corrado Carrubba, ha riferito delle verifiche svolte sul combustibile (CDR) prodotto nel Lazio, rilevando il non pieno rispetto dei requisiti fissati dalla normativa. Aspetto segnalato a Marrazzo che ha poi portato, da dicembre 2008, ad un’intensificazione dei controlli sugli impianti di Colleferro e San Vittore. Le analisi, a detta di Carruba, risultano ancora in corso. Sulle emissioni la legge prevede invece un sistema di autocontrolli da parte delle aziende, sui quali gli organismi pubblici effettuano verifiche periodiche. “Abbiamo fatto controlli ogni anno e non abbiamo riscontrato malfunzionamenti – ha detto Carrubba – A gennaio 2009, stringendo le maglie del controllo, abbiamo rilevato incongruenze nella taratura sul sistema di monitoraggio delle emissioni”.

Enrico Fontana (Sinistra) e Alessio D’Amato (Pd) hanno chiesto di fare chiarezza sulla provenienza e sul sistema di conferimento agli impianti Gaia, non risultando l’attuale produzione del combustibile sufficiente nel territorio regionale. Sempre Fontana ha ricordato che le controanalisi del CDR in arrivo a Colleferro erano affidate ad un laboratorio esterno da Gaia. “Nel 2008 – ha risposto Lolli – l’82 per cento del CDR è arrivato dal Lazio, il 6 per cento dal Veneto, il 6 per cento dalla Lombardia e un 6 per cento dalla Campania attraverso un intermediario”. Il direttore tecnico Marino Galluppo ha invece illustrato le procedure e le cautele adottate all’ingresso del CDR destinato alla combustione. Il sindaco di Colleferro, Mario Cacciotti, ha ricordato di aver chiesto al presidente Marrazzo un tavolo tecnico per approfondire l’accaduto. Inoltre ha annunciato che in assenza di certezze sulla sicurezza della gestione e sul sistema di controllo non consentirà la riapertura del termovalorizzatore.

Donato Robilotta (SR - PdL) ha contestato l’opportunità di sottoporre il caso del termovalorizzatore Colleferro alla commissione Sicurezza. “E’ un errore affrontare la vicenda come una questione criminale” ha affermato. Il consigliere, nel chiedere diversi chiarimenti ad Arpa e Gaia, ha ricordato che è necessario salvaguardare il consorzio e il valore rappresentato dall’impianto di termovalorizzazione di Colleferro. Ivano Peduzzi (Prc) ha parlato dei fatti che portarono alla localizzazione dell’impianto e ha detto che la vicenda costituisce l’occasione per fare un quadro più generale della situazione del territorio.



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