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IX - Lavoro, pari opportunità, politiche giovanili e politiche sociali


Visita al CIE di Ponte Galeria. Mariani: "Luogo insensato, ci venga il Prefetto"

15/05/09 - "Non abbiamo bisogno di queste strutture che rappresentano solo un dispendio di energie e di denaro pubblico, senza portare alcun risultato alla comunità. Per questo abbiamo chiesto un incontro con il prefetto, qui, alla presenza degli organi d'informazione". Così Peppe Mariani (Lista civica per il Lazio), presidente della Commissione Lavoro e politiche sociali, a conclusione della visita al centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria. Una delegazione del Consiglio regionale del Lazio composta, oltre che da Mariani, da Augusto Battaglia (Pd), Enrico Fontana (Sinistra), Luisa Laurelli (Pd) e Anna Evelina Pizzo (Sinistra), è andata oggi in visita al CIE dove si trovano 94 donne e 149 uomini e può ospitare fino a 364 persone. I consiglieri sono stati accolti da Luciano Paolemili, maresciallo maggiore della componente militare della Croce rossa italiana, l'organizzazione che si occupa dell'assistenza sociosanitaria nel Cie. "La sanità pubblica non può essere lasciata nel limbo - ha dichiarato Mariani - Nel Cie c'è un ragazzo che sostiene di avere la tubercolosi. Ci sono persone macchiate da evidenti problemi dermatologici. Una ragazza aveva problemi di cuore e aveva chiesto una visita specialistica, ma le hanno dato ogni tanto qualcosa per dormire. A livello sanitario siamo a zero. E la cosa grave è che la Asl Rm D è venuta a dare supporto ma le è stato negato l'ingresso perché la struttura è secretata".

"Usciamo da questa giornata peggio di come ci siamo entrati - ha dichiarato Anna Evelina Pizzo - Molte delle persone che abbiamo incontrato non dovrebbero stare qui. Noi pensiamo che nessuno debba stare dentro un Cie e non capiamo a che cosa serva un istituto di questo tipo, ma, in ogni caso, abbiamo constatato molti atti illegali. Infatti, ci sono neocomunitari, giovani rom nati in Italia, persone in condizioni di proroga del trattenimento senza che sia stata data loro alcuna spiegazione".

"Ci sono condizioni di vita e di salute che non dovrebbero esistere - ha proseguito la Pizzo - Tutto questo ci ha fatto capire non soltanto la disperazione di queste persone ma anche l'impotenza e l'inefficacia di una struttura di questo tipo. Non riesce a fare niente. Quindi, è totalmente inutile, oltre che molto costosa. Noi, invece, pensiamo che attraverso la presa in carico di queste persone esista la possibilità di garantire una reale integrazione. Ci sono persone che stanno qui senza aver commesso alcun reato, se non quello di essere state fermate prive di documenti di riconoscimento, i cosiddetti clandestini. Abbiamo incontrato persone che sono state messe qui dentro come prolungamento delle permanenza nelle carceri. In nome di che cosa?".

"E' un luogo insensato che ha dei costi incredibili - ha concluso Mariani - Sospesi i diritti, sospesa la possibilità di essere credibili e affidabili come istituzione. Persone che entrano qui per quattro volte. Persone che stanno qui e che vivono in Italia da quarant'anni. Che significato ha? Persone che sono scappate dal loro paese perché hanno subito violenze e nel loro paese non hanno più nessuno, come quella ragazza che ci ha raccontato che preferisce il suicidio al ritorno in Algeria. In un luogo non accessibile a tutti sono stati rinchiusi una parte di diritti che riguardano tutta l'umanità".




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