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IX - Lavoro, pari opportunità, politiche giovanili e politiche sociali


Laziosanità. Mariani sull'Asp: "O ci serve o la eliminiamo"

05/11/08 - “O ci serve o la togliamo. Se l’Asp ci serve, dobbiamo stabilizzare il personale che ne caratterizza l’attività principale, vale a dire i ricercatori”. Così Peppe Mariani (Verdi), presidente della commissione Lavoro e politiche sociali, a conclusione dell’audizione che si è svolta stamane alla Pisana sulla situazione del personale precario dell’Agenzia regionale di sanità pubblica.

“Non c’è un ricercatore con contratto a tempo indeterminato”, ha proseguito Mariani dopo aver ascoltato Roberta Bernardeschi, segretario generale della Direr – Dirl, l’associazione sindacale dei dirigenti regionali e degli enti sub regionali che ha chiesto l’audizione.  “Grande struttura, tanti dirigenti, ma coloro che danno linfa alla funzione stessa  dell’Asp sono persone che stanno nell’incertezza anche da dieci anni”, ha aggiunto Mariani, il quale ha poi preso carta e penna e ha scritto subito una lettera indirizzata al presidente della Regione, Piero Marrazzo e (per conoscenza) all’assessore al Lavoro, Alessandra Tibaldi, per sollevare il problema nell’ambito della riorganizzazione della sanità laziale.

Dalla relazione di Roberta Bernardeschi è emerso il quadro occupazionale dell’Agenzia di sanità pubblica della Regione Lazio. Istituita con legge regionale del 1999, l’Asp è impegnata nel supporto tecnico-scientifico all’assessorato alla Sanità, soprattutto nell’elaborazione del piano sanitario regionale, ma “nasce con funzioni di monitoraggio e nella ricerca epidemiologica e per studi in campo sanitario”, come ha spiegato la Bernardeschi, la quale ha aggiunto che personale e dirigenza godevano di stato giuridico e trattamento economico del personale della Regione.

“A questo punto abbiamo una megastruttura che è lievitata - ha proseguito la dirigente sindacale -, ma non dal punto di vista della ricerca, bensì dal punto di vista organizzativo e gestionale. Si è sviluppata una grossa cupola amministrativa sempre più piena di dirigenti, anche in violazione della legge istitutiva che prevede un’articolazione dell’agenzia in sei aree gestionali, strutture alle quali, in Regione Lazio, sono preposti dirigenti che in media percepiscono uno stipendio di 80 mila euro l’anno. L’ultima riorganizzazione, predisposta neppure un mese fa, prevede 6 aree di direzione e aree di dipartimento, a capo delle quali sono preposte persone con retribuzione da direttore regionale o da direttore di dipartimento. A questi si aggiungono i dipendenti incardinati nell’assessorato ma che lavorano nell’Asp. Ciò ha comportato anche un aumento dei costi: dai 9 milioni del 2006 agli 11 milioni previsti nel 2007 che poi sono diventati 13 milioni erogati. Quindi, con un aumento delle spese superiore al 50 per cento, è stato sforato il patto di stabilità e qualunque direttiva per il contenimento della spesa”.

“La questione più grave è che la Regione aveva adottato una norma con cui si impegnava a predisporre entro l’aprile del 2008 un piano per le stabilizzazioni”, ha detto la Bernardeschi, la quale ha riferito che nell’area strumentale i dipendenti sono circa 200, mentre i ricercatori sono 70, con 20 diverse tipologie retributive . “L’anomalia dell’Asp – ha aggiunto - è che non c’è un dipendente di ruolo. L’Asp è stata costituita con personale comandato e personale assunto successivamente, senza che esistesse a monte un posto di ruolo. In questo contesto, è stata predisposta un’ipotesi di pianta organica che però riguarda soltanto la cupolona gestionale, il personale strumentale. All’interno della dotazione organica non è stato previsto proprio il personale di ricerca, cioè quel personale che dovrebbe compiere le funzioni vere e proprie dell’Asp”.

“Noi pensiamo che sia indifferibile tornare al ruolo principale dell’Asp, predisporre una pianta organica correlata al ruolo istituzionale dell’Asp,  stabilizzare il personale”, ha concluso la Bernardeschi, la quale ha riferito che la Direr - Dirl ha già sollecitato un intervento dell’assessore al lavoro, senza ottenere risposta.

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