menù principale per la navigazione

  1. menù argomenti correlati
  2. contenuto della pagina
  3. servizi

Ora per ora:

ferma lo scorrimentomostra tutte le notizie

V - Ambiente e cooperazione tra i popoli


Agricoltura bio nei parchi: linee guida in commissione Ambiente

07/10/08 -
Favorire lo sviluppo dell’agricoltura biologica nelle aree protette, aiutando gli agricoltori e i responsabili dei parchi e delle riserve a trovare un terreno comune di lavoro nell’interesse di entrambi e, ovviamente, dell’ambiente naturale. E’ stato questo il tema dell’audizione avvenuta in commissione Ambiente del Consiglio regionale, presieduta da Claudio Bucci (Idv), alla presenza dei consiglieri Giuseppe Mariani (Verdi) e Ivano Peduzzi (Prc). I consiglieri hanno ascoltato la relazione del presidente dell’Aiab (Associazione italiana per l’agricoltura biologica) Andrea Ferrante, che ha riferito sullo studio effettuato dall’Aiab stessa in collaborazione con  Ministero dell’Ambiente e Inea  (Istituto nazionale di economia agraria) e altre importanti realtà che si occupano delle aree protette italiane: Federparchi, Legambiente, Lipu, Wwf. In audizione sono intervenuti anche i rappresentanti dell’Agenzia regionale dei Parchi.

“Il nostro studio – ha spiegato Ferrante – ha preso in esame la realtà dei 25 parchi nazionali italiani, partendo dalla contraddizione che esiste nel nostro Paese che da un lato vanta una grande forza nel campo dell’agricoltura biologica, ma dall’altro la vede esercitare più fuori dal territorio delle aree protette che al loro interno”. Storicamente gli agricoltori non hanno mai avuto un rapporto facile con la realtà dei parchi e delle riserve viste spesso come un inutile intralcio al loro lavoro. In realtà lo studio sul campo ha individuato 100 “bioeccellenze”, filiere con uno o più prodotti agricoli che possono rappresentare esempi positivi e trasferibili di promozione dell’agricoltura biologica, utili per creare un rapporto proficuo tanto per il mondo agricolo che per la tutela dell’ambiente. Tali esempi hanno permesso di sfatare il modello che vede concorrenti anziché alleati i contadini e gli enti gestori dei Parchi, mostrando come l’area protetta possa trarre grande giovamento dalla tutela della biodiversità operata dagli agricoltori. Al tempo stesso questi ultimi hanno la possibilità di maggiori opportunità commerciali per i loro prodotti che godono del “traino” del Parco. Per questo, hanno spiegato Vito Consoli e Nicoletta Cutolo dell’Agenzia regionale parchi, è importante realizzare marchi di qualità che rendano riconoscibili i prodotti  dell’agricoltura nelle aree protette. Il Lazio ha già provveduto con il logo “Natura in campo” e, attraverso l’Agenzia regionale, ha appena pubblicato il nuovo “Atlante dei prodotti tipici e tradizionali dei Parchi del Lazio”, un volume che riporta, divisi per ciascuna area protetta, tutte le aziende che hanno ricevuto questa certificazione.  Un sito internet ne faciliterà la consultazione: si tratta di www.naturaincampo.it che sarà attivo a partire dal prossimo mese di novembre. 

Le linee guida presentate stamane dinanzi alla commissione Ambiente, che   saranno pubblicate in un volumetto entro il mese di dicembre (oltre a essere scaricabili dal sito dell’Aiab), si concludono con l’illustrazione delle misure contenute nei Piani di sviluppo rurale (Psr) a favore dell’agricoltura biologica. “Un’attività questa – ha commentato il presidente della commissione, Bucci – che vede l’Italia nei primi posti del mondo. E’ tuttavia necessario un cambio di mentalità, offrendo realmente agli agricoltori la possibilità di superare le resistenze nel dare vita a queste filiere virtuose nell’ambito del territorio dei parchi”. 




torna al menù