menù principale per la navigazione

  1. menù argomenti correlati
  2. contenuto della pagina
  3. servizi

Ora per ora:

ferma lo scorrimentomostra tutte le notizie

XII - Risorse umane, demanio, patrimonio, affari istituzionali, enti locali, tutela dei consumatori e semplificazione amministrativa


Comunità Montane: commissione approva legge di riordino

06/10/08 - La commissione Affari istituzionali, presieduta da Wanda Ciaraldi (Pd), ha approvato all’unanimità la proposta di legge di riordino delle Comunità montane che passa ora all’esame del Consiglio regionale.

La proposta di legge regionale n. 404, già approvata e trasmessa all’Aula consiliare, era ritornata in commissione per decisione del presidente del Consiglio Guido Milana che, nell’ultima seduta del Consiglio, aveva rinviato in commissione anche altre due proposte di legge sullo stesso tema, chiedendone il riesame e l’indicazione di un testo base da riproporre all’Aula.

Nel corso della seduta odierna della commissione, alla quale sono intervenuti anche l’assessore agli Affari istituzionali Daniele Fichera e il presidente del Consiglio Guido Milana, la maggioranza ha “riapprovato” la pdl n.404 con l’aggiunta di alcuni emendamenti proposti dalla presidente Wanda Ciaraldi e condivisi dall’assessore Fichera, bocciando le altre due proposte in esame, la Pdl n.383, primi firmatari i consiglieri Francesco Lollobrigida e Donato Robilotta e la Pdl n.390, a firma del consigliere Angelo D’Ovidio.

Se la legge dovesse essere approvata anche dal Consiglio regionale, verrebbero ridefiniti gli organi delle Comunità montane, in carica per cinque anni: l’Assemblea, il Presidente e l’Ufficio di Presidenza, con una sostanziale riduzione di figure istituzionali. I presidenti verranno eletti dai consigli comunali dei comuni appartenenti alle comunità montane, scelti tra tutti i consiglieri comunali. Le assemblee saranno composte solo dai sindaci dei comuni appartenenti alla Comunità montana o loro delegati, più uno o due candidati presidenti non eletti, in modo da ridurre drasticamente il numero dei membri, garantendo però una pluralistica rappresentanza del territorio di appartenenza. I componenti dell’Ufficio di Presidenza saranno nominati dal presidente stesso nel numero di due per le Comunità montane con popolazione inferiore ai 30 mila abitanti e di quattro per quelle aventi popolazione superiore ai 30 mila.

Coerentemente con l’obbiettivo di tagliare i costi degli Enti, saranno anche ridotte le indennità per le cariche istituzionali. In particolare, al presidente e ai componenti dell’ufficio di presidenza spetterà un’indennità non superiore, rispettivamente, al 50 per cento e al 30 per cento di quella percepita dal sindaco del comune, appartenente alla Comunità montana, con il maggior numero di abitanti. Ai membri dell’Assemblea spetteranno solo i rimborsi spese.

Inoltre, con riferimento al riordino territoriale delle Comunità montane, gli emendamenti approvati oggi concedono sei mesi di tempo alla Regione per provvedervi con deliberazione del Consiglio regionale, sentito il Consiglio delle Autonomie locali, “individuando nel numero massimo di 16 le zone omogenee in cui includere i territori montani”, tenendo conto della “non sovrapponibilità delle Comunità montane con altre forme associative aventi personalità giuridica” e della “volontarietà dell’adesione iniziale dei Comuni alla Comunità montana”.

Le Comunità montane dovranno adeguare i propri statuti alle nuove norme entro 90 giorni dall’entrata in vigore della nuova legge. In caso contrario, il Presidente della Regione nominerà un commissario ad acta. Lo stesso Presidente della Regione indirà le elezioni per la costituzione dei nuovi organi delle Comunità montane entro 120 giorni dalla entrata in vigore della nuova legge.

Erano presenti alla seduta della commissione, oltre alla presidente Ciaraldi, i consiglieri di maggioranza Giuseppe Celli (Sdi), Simone Gargano (Pd), Luisa Laurelli (Pd) e Antonietta Brancati (Repubblicani, liberali e riformatori). Presenti fino alla votazione, i consiglieri di minoranza Donato Robilotta (Sr) e Francesco Lollobrigida (An – Pdl), che hanno abbandonato per protesta la seduta mentre si stavano votando gli emendamenti al primo articolo.



torna al menù