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Carceri; Laurelli (ds), lazio puo' curare detenuti regioni limitrofe


13/04/07 - Estendere ai detenuti delle regioni limitrofe al Lazio la possibilità di ricovero presso le strutture ospedaliere attrezzate del ‘Pertini’ di Roma e del ‘Belcolle’ di Viterbo. Questa la proposta lanciata dalla Presidente della commissione “Sicurezza e lotta alla criminalità” della Regione Lazio, Luisa Laurelli (Ds), a margine della visita presso il reparto di medicina penitenziaria protetta dell’ospedale Sandro Pertini di Roma. Laurelli è stata accolta dalla dottoressa Flori Degrassi, direttore generale della ASL RMB, dal direttore del reparto dr. Aldo Fierro, dal direttore sanitario del Pertini dr. Alberto Giannotta, dalla dottoressa Nadia Cersosimo funzionario responsabile del reparto delegata dal dr. Carmelo Cantone direttore della Casa circondariale Rebibbia nuovo complesso, e dal dr. Fabio Gui, in rappresentanza del Garante dei detenuti. Il reparto, dotato di 22 posti letto e attrezzato per curare malati che presentano patologie anche gravi, è attualmente utilizzato per metà della sua potenzialità effettiva. Nel Lazio esiste una struttura analoga presso l’ospedale ‘Belcolle’ di Viterbo che può ospitare fino a 10 posti letto, che sommati a quelli del Pertini offrono la possibilità di ricoverare fino a 32 malati.

“Quando trattiamo di sanità - ha detto Laurelli - è nostro dovere ottimizzare i costi rispetto al servizio che viene offerto. Attrezzare un reparto sanitario adatto a ricoverare e curare persone detenute rappresenta un impegno organizzativo notevole con conseguente impiego di ingenti risorse finanziarie. Per la cura dei soli detenuti di Rebibbia - ha spiegato Laurelli - l’ASL RMB spende 4 milioni di euro l’anno. Soldi che gravano sul bilancio dell’Azienda sanitaria e che non vengono ripianati da nessuno. Per questo, proporrò in Consiglio regionale che la Regione faccia pressione sul Ministero della Giustizia affinché vengano erogati i fondi necessari a coprire le spese per le cure dei detenuti, in via diretta, o attraverso la Regione. Ad ogni modo - ha sottolineato Laurelli - dal momento che le strutture avviate funzionano e sono sott’utilizzate, potremmo estendere, in sintonia con lo stesso Ministero, la possibilità di cura presso le nostre strutture attrezzate, ai detenuti nelle carceri delle regioni limitrofe al Lazio.

Sarebbe un modo - ha concluso Laurelli - per garantire anche a chi è privato della libertà il diritto di cura garantito dalla costituzione e, al tempo stesso, utilizzare al meglio le risorse finanziarie e la professionalità degli operatori sanitari e penitenziari”. 79/Ntr/ac/

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