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Reddito minimo, commissione va deserta


07/07/08 - “L’istituzione del ‘reddito di cittadinanza’ rappresenta un argomento prioritario e strategico su cui tutte le forze politiche sono intervenute per dare il loro contributo. Nella seduta di oggi avremmo dovuto iniziare la discussione delle sette proposte di legge presentate, per questo l’assenza dei membri della commissione costituisce un fatto particolarmente grave e sottintende la volontà di sottrarsi alle proprie responsabilità istituzionali, al confronto, alla discussione”.

Così Giuseppe Mariani (Verdi), presidente della commissione Lavoro, pari opportunità, politiche giovanili e politiche sociali, ha commentato l’assenza dei componenti della commissione che ha determinato l’impossibilità di avviare l’esame delle proposte di legge per la mancanza del numero legale.

“Proseguirò nel percorso intrapreso con perseveranza e tenacia – ha concluso Mariani  - per questo motivo ho già convocato per domani una nuova seduta di commissione sullo stesso tema”.

Oltre al presidente Mariani erano presenti Enzo Foschi  (Pd) e Maria Antonietta Grosso (Pdci).

“Ci vuole più senso di responsabilità, soprattutto quando si affrontano temi che hanno a che fare con la vita concreta delle persone – ha dichiarato Foschi - Probabilmente se avessimo discusso di un assessorato o di una presidenza, ci sarebbero stati tutti”.

“L’iter della proposta di legge sul reddito di cittadinanza è iniziato già da due anni – ha aggiunto Grosso – ora pensavo che i tempi fossero maturi per procedere finalmente alla votazione di una legge così importante”.

Dei sette testi approdati in commissione uno è stato licenziato dalla Giunta e gli altri sei sono stati presentati da rappresentanti di gruppi consiliari di maggioranza e di opposizione. La proposta della Giunta – frutto di un lungo lavoro di concertazione con le parti sociali – fa proprio lo spirito di cinque delle sei proposte consiliari: in tutti i casi si prevede l’istituzione di un reddito minimo di base finalizzato ad offrire sostegno a soggetti esposti al rischio di emarginazione. E’ previsto, in particolare, un sostegno economico diretto - pari a 450 euro mensili - ed uno indiretto (nei limiti dell’importo massimo di 2.500 euro annui), costituito dall’erogazione di beni, servizi e formazione per lavoratori disoccupati o precari. La settima proposta – primo firmatario il consigliere Donato Robilotta (Sr-Pdl) – limita, invece, l’intervento al sostegno del reddito di particolari fattispecie di lavoratori precari.

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