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Lazio, Consiglio regionale approva legge su "perequati"


08/04/09 - Il Consiglio regionale, presieduto da Guido Milana, ha approvato, con 37 voti a favore e uno contrario, la proposta di legge dell’ex assessore al Personale, Marco Di Stefano (Pd), che risolve una questione riguardante 26 dirigenti e circa 100 dipendenti della Regione Lazio per i quali era a rischio la “perequazione” avvenuta nel 2001.

Con il provvedimento approvato oggi, infatti, si mantiene lo status quo per quella piccola parte ancora in servizio dei circa 771 dipendenti regionali, di cui 474 dirigenti, che nel 2001 avevano usufruito della cosiddetta “perequazione”, avendo svolto funzioni o mansioni superiori al loro inquadramento.

L’intervento normativo del Consiglio regionale si è reso necessario per scongiurare i rischi legati all’applicazione di una sentenza del 2008 del Tar Lazio che aveva dichiarato illegittima per incompetenza la norma del 2001, in quanto emanata dalla Giunta e non dal Consiglio regionale e che, pertanto, avrebbe annullato tutti gli effetti della “perequazione”, fatte salve le posizioni di coloro che nel frattempo sono già stati collocati in pensione. A sostegno di quella sentenza, tra l’altro, nel 2008, il Consiglio di Stato aveva respinto le richieste di sospensiva.

Per Francesco Scalia, assessore regionale alle Risorse umane “si chiude un percorso travagliato durato anni e che rischiava di mettere in difficoltà gli uffici dell’amministrazione, oltre che nuocere ai dipendenti”.

Il capogruppo del Pd, Giuseppe Parroncini, ha dichiarato che “su questa vicenda abbiamo discusso abbastanza, visto che ci accompagna dal 2001, quando io ero consigliere d’opposizione. La perequazione ormai ha prodotto i suoi effetti ed era giusto chiudere questa vicenda definitivamente”.

L’ex assessore regionale alle Risorse umane, il consigliere Marco Di Stefano (Pd), ha dichiarato che “nel corso di questi 4 anni abbiamo ridotto il numero dei dirigenti da 480 a 200, a fronte di circa 3000 dipendenti. Con la legge approvata oggi abbiamo messo fine alla questione dei ‘perequati’, rendendo giustizia a quei 26 dirigenti che non sono potuti andare in pensione come tali e a quei circa 100 dipendenti che rischierebbero una retrocessione, addirittura doppia nel caso di coloro che nel frattempo hanno usufruito delle progressioni verticali”.

Donato Robilotta (Sr-Pdl), vicepresidente della commissione Risorse umane del Consiglio regionale, ha espresso soddisfazione per l’approvazione della legge, constatando “con piacere che la Giunta Marrazzo ha cambiato opinione su questa vicenda, avendo presentato una sua proposta di legge dopo che per mesi ha ignorato le nostre”.

Sulla stessa linea si è espresso Rodolfo Gigli (Udc), secondo il quale “è il caso di dire ‘meglio tardi che mai’. E’ da tanto tempo che sostenevo che l’unico modo per risolvere questo problema una volta per tutte era quello di predisporre una legge. Noi l’avevamo fatto già 7 mesi fa ma non fummo ascoltati. Noi siamo favorevoli a sanare questa questione nella misura in cui riguardi solo la categoria dei cosiddetti perequati”.

Anche Massimiliano Maselli (Fi-Pdl) ha sottolineato che “la legge approvata oggi è uguale nei contenuti a quella che presentammo circa 7 mesi. Si tratta di un atto necessario non solo per tutelare l’efficienza e il buon andamento degli uffici regionali ma anche per salvaguardare la dignità di ogni persona coinvolta. Esprimo soddisfazione perché la maggioranza ha cambiato opinione su questa questione e ringrazio l’ex assessore Di Stefano”.

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