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Agricoltura. La Regione Lazio vara i parchi agricoli


21/01/09 -
Approvate numerose disposizioni per lo sviluppo del mondo rurale: dall'olivicoltura alla tutela del comparto bufalino, fino ai risarcimenti danni

Il Consiglio regionale del Lazio, presieduto da Guido Milana, ha approvato la legge "Disposizioni urgenti in materia di agricoltura". La normativa tocca disparati aspetti del mondo agricolo regionale: dall'introduzione dei parchi agricoli all'olivicoltura, dalla tartuficoltura alla tutela del comparto bufalino. Si tratta di una manovra che interviene a sostegno dello sviluppo dell'agricoltura del Lazio sotto molteplici punti di vista.
Tra le novità la definizione dei "parchi agricoli". Si tratta di aree rurali - collocate al di fuori delle aree protette - che rivestono un particolare interesse naturalistico, paesaggistico, storico e archeologico, antropologico e architettonico. Aspetti che la Regione intende promuovere e valorizzare. Tra gli obiettivi figurano la commercializzazione locale dei prodotti, la promozione dell'agricoltura biologica e biodinamica, l'agricoltura sociale, il riuso dell'architettura rurale, la creazione di un sistema di fruzione collettiva attraverso l'acquisizione di aree ad uso pubblico e la realizzazione di itinerari naturalistici. L'individuazione dei parchi agricoli e i criteri per l'adozione dei progetti integrati che li riguarderanno sono rinviate ad un successivo regolamento. Complessivamente sono stati stanziati 500 mila euro per l'attuazione della disposizione.
La proposta di legge, concepita dall'assessorato guidato da Daniela Valentini, è stata oggetto di un'ampia discussione in commissione Agricoltura, presieduta da Mario Perilli (Pd), e di un'ulteriore messa a punto in aula. "Questa legislatura - ha commentato l'approvazione il presidente Perilli - si caratterizza sempre di più per gli interventi a favore dello sviluppo agricolo. La legge appena approvata contiene alcune importanti scelte: la nascita dei parchi agricoli, la valorizzazione delle strade del vino e dell'olio, della tartuficoltura e per il sostegno al comparto bufalino".
In aiuto degli allevatori di bufala del Lazio è stato, infatti, approvato un articolo che cerca di dare una risposta alla grave crisi che ha colpito il comparto. Tra gli interventi: assistenza tecnica, sanitaria, rilancio dell'occupazione e promozione dei prodotti bufalini: latte, carni, prodotti caseari e di norcineria. Nell'emendamento, proposto da Aldo Forte (Udc) e che già aveva raccolto consensi bipartisan in commissione Agricoltura, è stata aggiunta - su richiesta di Enrico Fontana (Verdi) - un'idea in origine avanzata da Claudio Moscardelli (Pd): la costituzione di un fondo di garanzia per il differimento dei pagamenti bancari per tutte le imprese agro-alimentari bufaline.
Il provvedimento legislativo prevede, inoltre, che la Regione sostenga con incentivi enoteche ed oleoteche regionali, oltre che musei dell'olio e del vino istituiti nei territori delle "strade" dedicate a tali prodotti. Le legge, sempre in tema di olivicoltura, circoscrive a un numero limitato di casi l'abbattimento e l'espianto degli ulivi, prevedendo sanzioni da 500 a 3000 euro per ogni albero rimosso.
Le normativa ha quindi previsto la nascita di un Centro regionale di tartuficoltura, con sede decentrata presso la Comunità montana del Turano, in provincia di Rieti. Avrà compiti di divulgazione, ricerca, assistenza e consulenza. Alcune delle funzioni saranno svolte insieme a strutture già presenti sul territorio regionale. Il centro si avvarrà di un comitato tecnico scientifico composto da rappresentanti dei comuni e delle comunità montane a vocazione tartufigena del Lazio che parteciperanno a titolo gratuito. Senza costi aggiuntivi per la Regione anche l'altro centro istituito dalla legge su proposta della Giunta, quello di documentazione per la valorizzazione della razza asinina del territorio dei Monti di Allumiere. Tra le finalità la promozione dell'impiego di questi animali in ambito turistico e pedagogico, con attenzione all'aspetto terapeutico.
La legge approvata oggi crea un fondo per il risarcimento dei danni provocati a persone o cose da animali selvatici al di fuori delle aree protette regionali (quelli all'interno competono agli organismi di gestione). Fissate misure per la lotta obbligatoria all' "anoplophora chinensis", un coleottero di origine asiatica che attacca aceri, ippocastani, betulle, noccioli, faggi, platani, querce ed altre specie vegetali. Disciplinata anche la "carp fishing", la pesca di sole carpe (nata nel 1978 in Inghilterra), che le amministrazioni provinciali possono autorizzare con obbligo di reimmissione nelle acque del pesce catturato. Aiuti anche alle aziende agricole per mantenere la variabilità genetica e garantire il miglioramento delle specie e razze di interesse zootecnico.
Sono state infine trasferite all'Arsial le attività che ad oggi le strutture dell'assessorato svolgono all'interno del Servizio integrato agrometereologico della Regione Lazio (SiaRl). Modifiche anche alla legge n. 30/2003 sulla febbre catarrale degli ovini ("blue tongue") per superare le difficoltà insorte nel calcolo degli indennizzi agli allevatori. La normativa infine istituisce l'anagrafe unica delle attività agricole della Regione Lazio ed abroga la legge istitutiva dell'albo professionale degli imprenditori agricoli presso ciascuna provincia.

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