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Conferenza Stato-Regioni: dichiarazioni di Milana


24/10/08 - Giovedì 23 ottobre la Conferenza dei Consigli regionali è stata ricevuta in audizione presso la Commissione Bicamerale per le questioni regionali. Era presente, tra gli altri, il presidente del Consiglio Regionale del Lazio, Guido Milana. Al centro dell’incontro, l'attuazione dell'articolo 119 della Costituzione e le recenti proposte di riforma in senso federale.

Milana, nel suo intervento, ha sottolineato la necessità di portare avanti l'attuazione del federalismo fiscale in parallelo con le riforme costituzionali per “evitare che l'attuazione dell’articolo 119 possa in qualche modo anticipare con alcuni suoi contenuti nodi negli assetti istituzionali ancora da sciogliere”.

''Mi riferisco - ha precisato il presidente - anche agli aspetti toccati dall'articolo 114 sulle città metropolitane e sull'ordinamento di Roma capitale. Dobbiamo scongiurare il rischio di creare Regioni con il 'buco', con un nord ed un sud all'interno dello stesso territorio o il duplicarsi di funzioni e livelli istituzionali”.

“Oggi – ha aggiunto Milana - i limiti dell'azione amministrativa sull'area di Roma sono legati essenzialmente alla duplicazione o triplicazione di soggetti che se ne occupano: Comune, Provincia e Regione. Occorre quindi semplificare, mantenendo però in un unico luogo le attività legislative. Penso allora ad una `Roma Capitale metropolitana´ che metta insieme l'intero territorio della provincia e assommi a sé le attuali funzioni della Provincia insieme a quelle dei comuni. Nella sostanza ciò significa non solo eliminare un livello istituzionale ma avere un'unica sede di decisione in merito ad attività importantissime. Ovvero un unico piano dei trasporti, urbani ed extraurbani, gestiti dal medesimo soggetto. Un unico piano provinciale di smaltimento dei rifiuti, gestito dal medesimo soggetto. Un'unica politica sulle risorse idriche, gestita da un unico soggetto. Un'unica gestione del patrimonio dell'edilizia scolastica, dagli asili nido sino alle università. Un'unica pianificazione delle attività universitarie. Se tutto questo non basta e si vuole, invece, costruire in maniera furbesca una piccola Capitale nella quale contenere attività sia legislative che di gestione, si va verso un'idea della democrazia e del funzionamento delle istituzioni assolutamente atipica e
che supera persino l'idea di regioni a statuto speciale".

“L´unica cosa – ha concluso il presidente del Consiglio regionale - che si può condividere del contenuto del decreto fiscale presentato dal Governo è quanto previsto per l´aspetto finanziario, cioè il fatto che la capitale d´Italia ha una necessità strutturale di maggiori risorse e quindi è giusto che il resto del paese ne sopporti il costo economico. In altre parole sono d´accordo sulla necessità di rendere disponibili risorse straordinarie ed aggiuntive in funzione delle competenze speciali che ha la Capitale rispetto al resto del Paese ma ciò non deve lasciare spazio ad interventi sul piano ordinamentale che rischiano di essere estesi a tutte le aree metropolitane del Paese, andando ad provocare veri e propri buchi neri nel governo degli assetti regionali”.

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