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Lazio: studenti di Nettuno a scuola di legalità


15/10/07 - “Predisporrò una proposta di legge da inoltrare al Parlamento perché nei programmi scolastici sia introdotta l’educazione alla legalità. Troveremo cinque Consigli regionali in Italia disposti a sottoscrivere la nostra proposta perché l’educazione alla legalità non sia un fatto episodico, ma strutturato tra le altre materie d’insegnamento”.

Luisa Laurelli, Presidente della commissione Sicurezza e lotta alla criminalità del Lazio, la lanciato questa proposta oggi nel corso di un evento con le scuole superiori di Nettuno, sul litorale laziale, promosso dall’Osservatorio Tecnico Scientifico per la Sicurezza e la Legalità, presieduto da Enzo Ciconte. D’accordo con Luisa Laurelli l’assessore agli Affari istituzionali Daniele Fichera, per il quale “il rispetto delle leggi e delle regole tutela i cittadini più deboli, ma è necessario che leggi e regole siano applicate in maniera uniforme. La legalità è strettamente connessa alla giustizia sociale. Compito della Regione Lazio e delle altre Istituzioni è contrastare oggi eventuali infiltrazioni di organizzazioni criminali per evitare radicamenti nel futuro e in questo territorio l’attenzione deve essere alta”. Edoardo Levantini, componente dell’Osservatorio, ha ricordato “gravi episodi che si sono verificati nel territorio del litorale e nel Sud Pontino, dove in pochi anni le Forze dell’Ordine hanno effettuato circa 200 arresti di elementi malavitosi e sequestrato quantità enormi di sostanze stupefacenti”.

Adriano Iasillo, sostituto nella Direzione distrettuale antimafia di Roma, ha detto che “lo Stato deve insegnare il rispetto delle leggi a tutti i cittadini. Questo è un modo per contrastare la mentalità mafiosa, che invece prospera nell’ignoranza. Le mafie –ha affermato- sono cambiate, ormai si sono modernizzate e hanno meccanismi di penetrazione negli affari che devono essere stroncati”. Enzo Ciconte, uno dei maggiori esperti di organizzazioni criminali, rispondendo alle domande degli studenti, ha spiegato come “questo territorio è interessato da decenni da infiltrazioni camorristiche, ‘ndranghetiste e mafiose. Gli esponenti delle mafie non sono più legate allo stereotipo del mafioso con la coppola, ma sono ormai professionisti del crimine inseriti nelle professioni e nelle Istituzioni. Le loro attività prevalenti sono il traffico di stupefacenti e il riciclaggio del denaro sporco. Dispongono così di ingenti risorse finanziarie da reinvestire in attività apparentemente lecite come appalti e attività commerciali. Ecco perché occorre attenzionare episodi quali incendi di negozi e di aziende.

Quello è il primo segnale di presenza criminale che cerca con la violenza di imporre il pizzo. Iniziative come questa di oggi sono importanti –ha concluso Ciconte- perché parlare delle ‘strade per la legalità’ vuol dire togliere ai mafiosi l’acqua in cui nuotano. E’ un modo per contrastare con la cultura la mentalità mafiosa”. Gli studenti degli Istituti tecnici e scientifici ‘Trafelli’ di Nettuno e ‘Colonna-Gatti’ di Anzio e Nettuno hanno partecipato attivamente riempiendo la sala dell’Astura Palace Hotel di Nettuno, ponendo domande ai relatori. “La nostra è una strada –per dirla con Levantini- che alla fine dovrà condurre alla sconfitta delle mafie e la giornata di oggi è un No secco al modello criminale fondato sulla violenza e sull’ostentazione di ricchezze illecitamente accumulate”. 219/Ntr/ac/15 ottobre 2007

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