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Montino: blocco per 90 giorni rilascio licenze edilizie Marino


24/07/08 - Stop al rilascio di nuove licenze edilizie per i prossimi 90 giorni per le zone di completamento nel territorio del Comune di Marino e  convocazione di un tavolo tecnico congiunto fra Regione Lazio e amministrazione comunale per verificare diversi aspetti della situazione urbanistica del territorio. Innanzitutto la regolarità delle concessioni già rilasciate, in secondo luogo la verifica dei vincoli esistenti su aree già oggetto di edificazione, e infine lo studio per reperire le aree necessarie a rispettare gli standard previsti per il verde e i servizi. Sono queste le decisioni annunciate dall’assessore Esterino Montino durante l’audizione dei diversi comitati e associazioni di Marino in lotta contro l’amministrazione comunale, che nella giornata di ieri aveva avuto un incontro proprio con Montino. L’audizione, avvenuta di fronte alle commissioni Urbanistica e Agricoltura del Consiglio regionale, ha assunto i toni forti della denuncia arrivata da più parti sulla gravità della situazione nel Comune dei Castelli romani, tanto che i presidenti delle due commissioni consiliari, Claudio Moscardelli e Mario Perilli, entrambi del Pd, hanno deciso di inviare al Prefetto le trascrizioni delle dichiarazioni registrate oggi di fronte alla Commissione. “La situazione urbanistica che ci è stata rappresentata riveste carattere di emergenza” ha dichiarato Moscardelli al termine dei lavori.

Che si sarebbe trattato di una audizione di grande rilievo, lo si è capito sin dall’inizio quando a prendere la parola di fronte al vicepresidente dell’attuale Giunta regionale, al presidente del Consiglio regionale, Guido Milana, e ai presidenti delle due commissioni interessate, è stato un ex presidente della Regione Lazio, Giulio Santarelli, per 7 anni al timone del governo regionale a cavallo fra gli anni Settanta e Ottanta. Santarelli ha parlato a lungo a nome del Comitato per la tutela dei diritti dei cittadini di Marino denunciando quanto sta accadendo nella cittadina. “Ho cominciato a interessarmi della questione – ha esordito Santarelli – quando ho visto le ruspe in azione vicino al cimitero. Sono andato in Comune a chiedere e dagli atti ho scoperto che il nostro Piano regolatore approvato dalla Regione nel 2004 non rispetta nessuna delle leggi vigenti in materia di urbanistica, tanto nazionali quanto regionali”. Santarelli ha spiegato che in zone in cui la densità abitativa dovrebbe essere di 150 abitanti per ettaro, si sta raggiungendo una cifra che oscilla fra i 500 e i 1000 e che non ci sono le aree destinate a rispettare gli standard per verde e servizi pubblici, già ridotte da 18 a 9 metri quadrati per abitante.

Il Comitato che ha invitato l’assessore Montino a effettuare un sopralluogo, già avvenuto, nel territorio del Comune, ha denunciato anche che in Municipio non sono più reperibili gli “atti d’obbligo”, copie dei vincoli di inedificabilità assoluta sottoscritti in passato dai cittadini a beneficio del Comune. “Noi chiediamo che la Regione intervenga drasticamente e molto in fretta perché da quando lei, assessore Montino, ha annunciato in un’intervista la possibilità del commissariamento del Comune di Marino nei cantieri si lavora anche di sabato e domenica” ha concluso Santarelli.

Sulla speculazione edilizia l’ombra della criminalità organizzata

A rendere nota la pesante situazione è intervenuto anche Claudio Ciani presidente del Comitato “Alleanza per Marino”, che ha rivelato  di aver ricevuto gravi minacce, annunciando di aver interessato sia la magistratura che le forze dell’ordine, e  denunciando le infiltrazioni della criminalità organizzata nell’affare rappresentato dall’edilizia: “La Regione deve intervenire. E’ necessario ritirare le concessioni evitando questa strage urbanistica” ha detto Ciani. Di intimidazioni ha parlato anche Renato Arioli,  rappresentante di Legambiente, spiegando come di fronte alla sede del circolo dei Castelli romani sia stata fatta trovare la testa mozzata di un riccio. “Il piano regolatore del 2004 è stato devastante, ha cambiato l’identità di Marino – ha dichiarato Arioli  – A Santa Maria della Mole dove c’erano case rurali ora ci sono palazzine con 15 appartamenti ciascuna. Noi chiediamo che la Regione intervenga in modo deciso, ci sono casi come quello di via Aldo Moro dove i cantieri sono tanti che non si lascia il passaggio sulla strada mettendo a rischio la sicurezza”. Il rappresentante di un comitato di cittadini di via Curiel ha spiegato per parte sua di essere in possesso di foto aeree che documentano come negli ultimi 5 anni si stia continuando a costruire in aree su cui non si può.  

Intervenendo dopo i cittadini, il consigliere Fabio Desideri (Movimento libertà e solidarietà), vicepresidente della Commissione urbanistica ed ex sindaco del Comune di Marino, ha chiesto all’assessore di annunciare quale siano le sue intenzioni  in merito al caso Marino, auspicando che “si faccia una verifica e, se ci sono le condizioni, si prenda una decisione”. A conclusione dell’audizione – cui hanno partecipato i consiglieri  Luigi Canali (Pd), Giuseppe Celli (Sdi), Giovanni Colagrossi (Idv), Luigi Celori (An), Pietro Di Paolantonio (An), Nicola Palombi (Fi) – l’assessore Montino ha spiegato di non voler mettere in discussione il Piano regolatore né la variante approvata pochi anni fa che pure ha introdotto deroghe significative. “Intendo stare dentro la norma, perché fino a prova contraria questa è. Trovo però che ci siano incongruenze sull’applicazione di questa stessa norma. Nella variante siamo scesi da 18 a 9 metri quadrati destinati a verde e servizi, ma a occhio devo dire che siamo molto al di sotto anche dello standard di 9 metri quadri. E’ il momento di fermarsi a fare una valutazione tecnica del rispetto di questi standard per riportarli alla previsione della variante che è già stretta” ha detto Montino. Ringraziando i cittadini per il loro impegno sociale con tutti i rischi che comporta, l’assessore all’Urbanistica ha rilevato come debbano essere verificate le cubature in corso di realizzazione, affermando inoltre la necessità di fare chiarezza sulla questione degli “atti d’obbligo”, rendendo accessibili a tutti le informazioni relative.    

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