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Consiglio, passa in commissione legge su "perequati"


26/03/09 - La commissione Risorse umane del Consiglio regionale, presieduta da Wanda Ciaraldi (Popolari per Marrazzo–Pd) ha approvato all’unanimità la proposta di legge dell’ex assessore al Personale, Marco Di Stefano (Pd), che risolve una questione riguardante circa 771 dipendenti regionali, di cui 474 dirigenti, che nel 2001 avevano usufruito della cosiddetta “perequazione” per avanzare di ruolo o categoria, recentemente messa in discussione da una sentenza del Tar Lazio e una del Consiglio di Stato.

La legge approvata oggi, se confermata dal Consiglio regionale, manterrà lo status quo per i 26 dirigenti e i circa 100 dipendenti “perequati” che risultano ancora in servizio, essendo stata già collocata in pensione la maggior parte degli interessati. In tal modo, vengono scongiurati i rischi legati all’applicazione della sentenza del Tar Lazio del luglio 2007 che aveva dichiarato illegittima per incompetenza la norma del 2001, in quanto emanata dalla Giunta e non dal Consiglio regionale e che, pertanto, annullerebbe tutti gli effetti della “perequazione” con evidenti danni economici e professionali per chi ne ha usufruito. A sostegno di quella sentenza, tra l’altro, nel 2008, il Consiglio di Stato aveva respinto la richiesta di sospensiva avanzata dalla Regione Lazio.
Presenti alla seduta della commissione, oltre alla presidente Ciaraldi, l’assessore alle Risorse umane, Francesco Scalia, i consiglieri Giuseppe Celli (Sdi), Giuseppe Parroncini (Pd), Simone Gargano (Pd), Marco Di Stefano (Pd), Donato Robilotta (Sr-Pdl), Antonietta Brancati (Repubblicani, liberali e riformatori), Rodolfo Gigli (Udc), Bruno Prestagiovanni (An-Pdl).

Prima dell’inizio della seduta, la commissione aveva proceduto all’audizione di Roberta Bernardeschi, del sindacato Direr-Dirl, la quale ha contestato la proposta di legge in quanto “contrasta le sentenze della Giustizia amministrativa e le norme comunitarie e nazionali sulla gestione del personale, in un contesto già gravato dall’assenza di una seria programmazione sul personale e sulle professionalità della Regione”.

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