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Carceri: civitavecchia; laurelli, "si' a legge su diritti detenuti"


23/03/07 - Il giorno dopo della seduta straordinaria del Consiglio Regionale del Lazio sulla situazione delle carceri, Luisa Laurelli (Ds), Presidente della Commissione Sicurezza e Lotta alla criminalità, si è recata oggi nel carcere nuovo di Civitavecchia. Era accompagnata da Vincenzo Boncoraglio, direttore Affari istituzionali e Sicurezza della Giunta regionale. A riceverla Giuseppe Tressanti, direttore del carcere e Sandro Grassi, comandante della Polizia penitenziaria del carcere.
Luisa Laurelli ha fatto riferimento alla seduta di ieri del Consiglio: “Presto approveremo una proposta di legge organica sui diritti della popolazione carceraria. E’ un impegno solenne assunto dal Consiglio e che confermo” – ha detto. Copie della proposta di legge le ha consegnate sia al direttore del carcere, sia ai detenuti. Al tempo stesso la Regione Lazio interverrà per garantire migliori condizioni di vita, sia sotto il profilo sanitario, sia sotto il profilo dell’educazione civica, nonché per il reinserimento sociale. “E’ un pacchetto di azioni concrete nelle materie di competenza regionale –ha detto ancora Luisa Laurelli – per le altre cose, interverremo su altre Istituzioni”. Nel caso specifico, si parlerà con il Comune di Civitavecchia per risolvere alcune carenze idriche.
Questa è la quarta visita nelle carceri del Lazio. Le altre sono state a Velletri, Viterbo e Rieti, il 18 luglio di andrà a Frosinone. Il nuovo complesso di Civitavecchia ospita circa 600 detenuti, 300 dei quali sono definitivi, vale a dire con sentenze passate in giudicato. Il 50 per cento dei detenuti è costituito da stranieri, di ben 56 etnie, anche perché gravano su Civitavecchia gli arresti compiuti all’aeroporto di Fiumicino, specialmente in operazioni antidroga. Il 20 per cento dei detenuti, infatti, è composto da persone che hanno a che fare con gli stupefacenti, traffico, spaccio o uso. Per assistere i detenuti occorrono equipe di operatori sociali, di medici, di personale paramedico e di educatori. Attualmente, invece, sono solo due gli operatori sociali e due soli medici tentano di far fronte alle esigenze sanitarie di persone che sono in condizioni critiche. Il servizio infermieristico è coperto dalle 7 della mattina alle 5 della mattina dopo. Mancano due ore per fare H24.
Due per cella, anche tre, i detenuti della casa penale riescono in qualche modo a socializzare. Promuovono iniziative culturali, teatrali e hanno dato vita a un giornale del carcere (i detenuti invitano a non chiamarlo giornalino) “Il Gabbia.no”, nome “meno evocativo di sogni di libertà ed evasione e più di impegno concreto a combattere, nel nostro piccolo, un carcere sempre più gabbia di corpi e di menti, e un’informazione sul carcere –quella dei grandi giornali e televisioni- chiusa nella gabbia degli stereotipi, del sensazionalismo e dei luoghi comuni”.
Luisa Laurelli ha ricordato ai detenuti la recente mozione del Consiglio Regionale a favore dell’amnistia. Anche a Civitavecchia, un terzo dei detenuti è in attesa di giudizio, nella media delle carceri italiane. Nella casa circondariale, che ospita soprattutto detenuti con processi non conclusi, il regime detentivo è più rigido. Oltre ai due blocchi (penale e circondariale), c’è un terzo blocco femminile, intasato anche da detenute provenienti da Roma, e un reparto ad Alta sicurezza, mentre non ci sono detenuti in regime di 41-bis del Regolamento penitenziario, applicato soprattutto a condannati per delitti di stampo mafioso. Il direttore del carcere Giuseppe Tressanti ha sottolineato la necessità che la politica dia risposte certe in tema di amnistia. Richiamandosi alle parole di Giovanni Paolo II in visita al Parlamento italiano e alle iniziative pro-amnistia, ha detto che “è il momento di decidere, perché i detenuti non possono essere illusi”.
Vincenzo Boncoraglio ha assicurato che la Regione Lazio stanzierà fondi per la formazione degli operatori.
150/Ntr/ac/7luglio2006/ore 16

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