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Consiglio Lazio: Marrazzo in Aula su riordino ospedali


13/11/08 - “Nessun ticket, piuttosto dimezziamo i costi delle consulenze delle Asl”

La seduta straordinaria del Consiglio regionale del Lazio, presieduto da Guido Milana, si è aperta con le comunicazioni del presidente della Regione Lazio e commissario ad acta, Piero Marrazzo, sul Piano di riordino della rete ospedaliera. Di seguito, i passaggi più significativi della relazione di Marrazzo, che ha aperto un ampio dibattito con 29 iscritti a parlare, cui seguirà la replica finale , prevista in serata.

“Siamo di fronte ad un bivio per la sanità del Lazio: o si prosegue sulla strada del risanamento, o rischiamo di perdere tutti. Il 15 novembre consegneremo al governo i provvedimenti adottati dalla struttura commissariale per favorire lo sblocco da parte dello Stato di 4 miliardi di euro necessari a scongiurare la paralisi della sanità regionale. In questa fase di risanamento e di programmazione non abbiamo guardato in faccia a nessuno: l’unica bussola che ci ha guidato è stato il benessere dei cittadini. Tuttavia, anche nella vesti di commissario ad acta, rivendico la mia ferma volontà al dialogo, con le parti sociali, con gli enti locali, con tutti i consiglieri. Ed è per questo che oggi ho fortemente voluto questo dibattito in aula”.

“In primo luogo voglio ribadire che nonostante gli input in questa direzione da parte del governo centrale, ci stiamo battendo affinché non venga introdotto alcun ticket generalizzato. Prima di ‘mettere le mani in tasca ai cittadini’ ho quindi deciso di tagliare da subito il 50% di tutte le consulenze non sanitarie delle nostre Asl”.

“A partire dal 1° gennaio, poi, potremo lavorare in maniera più appropriata sull’indicatore Isee per certificare con più esattezza ed equità il reddito dei cittadini ai fini di agevolazioni ed esenzioni”.

“Sullo sfondo, c’è da tenere presente che l’Istat ha riconosciuto al Lazio 186mila cittadini in più, rispetto a quanto conteggiato in sede di ripartizione del Fondo sanitario nazionale, cui vanno aggiunti i nuovi cittadini acquisiti nel 2007 e nei primi mesi del 2008: si tratta di ulteriori risorse in più che ci spettano per prenderci cura senza distinzione di tutti i residenti nella nostra regione. Questa questione andrà affrontata nei prossimi mesi, ma per ora non ne voglio fare un alibi e soprattutto non voglio che si dimentichi da dove veniamo. Non si può non tener conto del debito che stiamo fronteggiando, un debito che nasce da lontano, dall’incapacità del sistema di fronteggiare la spesa: parliamo di 9 miliardi e mezzo, poco meno del 90% prodotto nel periodo che va dal 2001 al 2005. Questa è la regione dove i bilanci delle Asl non esistevano e non venivano approvati, è la regione con un numero altissimo di posti letto per acuti, è la regione con una spesa farmaceutica per anni totalmente fuori controllo”.

“Nel 2005 la sanità regionale costava più di 10 miliardi, noi abbiamo arrestato l’emorragia, non abbiamo aggiunto un euro in più al debito accumulato ed ereditato e oggi siamo in grado di progettare la nuova sanità del Lazio, con la presentazione del nuovo Piano sanitario regionale - che passerà in commissione Sanità - e con il Piano di riorganizzazione ospedaliera che oggi presento al Consiglio. Tra i primi obiettivi che ci poniamo, c’è quello di arrivare agli accreditamenti definitivi in tempi certi e brevi. Inoltre, entro la fine del 2008, definiremo tetti e tariffe per gli anni a venire, cosa mai accaduta in passato, onde evitare ricorsi dal Tar”.

“La nuova sanità sarà modulata sulla domanda e non sull’offerta. Per fare questo, dovremo rinunciare al campanilismo sanitario: ascolteremo tutti, ma non arretreremo quando penseremo di essere nel giusto, come è già accaduto con il San Giacomo e come presto accadrà per il Forlanini. È necessario abbandonare, inoltre, la logica della centralità del posto letto. Le ottime cure non dipendono dal numero di ospedali o dei posti letto, ma dai medici, dalle loro equipe, dal personale infermieristico ai quali vogliamo consegnare un sistema socio-assistenziale di ampio respiro, con posti letto tarati sulle reali esigenze sanitarie dei vari territori. Abbiamo in mente un ‘piano Marshall’ di strutture disseminate: 12 nella sola città di Roma. Si tratterà di poliambulatori e di Presidi Territoriali di Prossimità (Ptp), ottenuti grazie alla riconversione di strutture già esistenti, che finalmente arriveranno in tutte le periferie, in modo capillare. I nostri ospedali faranno funzioneranno come dei grandi ‘Hub’, mentre un sistema diffuso di poliambulatori intercetterà l’esigenza di cure primarie, costituendo il sistema linfatico del sistema sanitario regionale. Infine, il nuovo servizio Recup, sarà in grado di interagire con tutte le strutture sanitarie, diversamente da quanto accade oggi”.

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