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De Ficchy: "Nel Lazio attività criminale è di alto livello"


19/10/05 - “La presenza della criminalità organizzata nel Lazio è un fenomeno che non deve essere sottovalutato dal momento che la presenza mafiosa dà segni di radicamento e autonomia. Occorre sinergia informativa con comuni, province e Regioni che devono compiere un monitoraggio continuo e fornire dati utili riguardanti appalti pubblici e attività finanziarie, utili alle indagini”. Così si è pronunciato il sostituto procuratore nazionale antimafia Luigi De Ficchy, intervenendo oggi presso la sede del Consiglio Regionale, all’audizione in commissione speciale ‘Lotta alla criminalità’, presieduta da Luisa Laurelli (ds). Presenti, l’assessore agli Affari Istituzionali Regino Brachetti (Udeur), il vicepresidente del Consiglio regionale Guido Milana (Margherita), Giuseppe Mariani (Verdi), Giuseppe Parroncini (ds), Donato Robilotta (Nuovo Psi), Alessio D’Amato (Pdci), Ivano Peduzzi (prc), Antonietta Brancati (Gruppo Misto), Wanda Ciaraldi (Udeur), Anna Maria Massimi (ds), Enrico Luciani (prc).

“Nel Lazio l’attività criminale è di alto livello – ha sottolineato De Ficchy -, già nel 1982 organizzazioni strutturate e ben organizzate gestivano su Roma un mercato della droga che contava 30 /40.000 tossicodipendenti da cocaina o eroina. Ciò che notiamo oggi – ha spiegato – è un’accresciuta vitalità da parte delle organizzazioni criminali locali anche a causa dell’intreccio intessuto con consorterie criminali di origine meridionale, che hanno però ampia autonomia di gestione nell’attività mafiosa. L’attività criminosa si è estesa ed incrementata anche in altri campi come l’usura, dove Roma e Lazio sono ai primi posti in graduatoria nazionale e la gestione degli appalti”.

Nel solo quinquennio 1999/2003, infatti, secondo dati Euroispes si sono registrati ben 129.870 casi di vittime di usura catapultando il Lazio al primo posto tra le regioni colpite dal fenomeno.

“La presenza di queste vere e proprie realtà mafiose – ha continuato il procuratore – che originariamente interessava la Capitale ed il territorio del sud-pontino, si è estesa anche a comuni del nord del Lazio che evidenziano casi estesi di usura, e nel litorale romano, dove comuni come Anzio e Nettuno presentano realtà inquietanti, anche a seguito di numerosi gesti intimidatori. Ciò che colpisce è l’alta professionalità di questi gruppi criminali, non si tratta più di fatti isolati, ma di eventi concatenati frutto di una attività diffusa e continua. Le istituzioni possono fare molto, ha proseguito De Ficchy, ed anche la Regione Lazio può fare la sua parte facendo fronte, ad esempio, nella lotta all’usura. L’Osservatorio regionale sulla Sicurezza deve essere integrato al suo interno da esperti quali magistrati, distretti di polizia, Gico, Ros e Questura di Roma. E poi, - ha continuato i procuratore – protocolli d’intesa con associazioni, sindacati e cooperative, monitoraggio continuo sulle opere pubbliche e favorire la massima collaborazione verso chi denuncia i criminali”.

Per la presidente della commissione Luisa Laurelli (ds), “E’ necessario rafforzare la cultura della legalità adoperando tutti i mezzi che la Regione Lazio ha disposizione. Il primo passo da fare – ha spiegato – sarà quello di costituirci parte civile nei processi per mafia in corso, per rappresentare e tutelare fino in fondo i cittadini. Successivamente, proporrò di realizzare una sessione straordinaria del Consiglio regionale dedicata proprio alla criminalità, e di intensificare ad ogni livello, specialmente quello scolastico, la cultura della legalità. Inoltre – ha concluso la Laurelli – mi adopererò affinché sia posto in atto un maggior controllo amministrativo specialmente in materia di appalti, e di incrementare i rapporti con associazioni e realtà impegnate nel sociale”.

Per Donato Robilotta (Nuovo Psi), occorre tenere presenti i limiti delle competenze tra magistratura e istituzioni adoperando gli strumenti di cui disponiamo come “la legge regionale sulla polizia locale, le cui norme prevedono l’istituzione di banche dati da parte dei comuni riguardanti, ad esempio, il fenomeno legato all’abusivismo edilizio, dati che risulterebbero utilissimi a chi indaga, e rafforzare i finanziamenti per la legge antiusura”.

Secondo Alessio D’Amato (pdci), “si deve intervenire e vigilare su ciò che riguarda gli appalti pubblici rapportandoci anche con la Procura”, per Giuseppe Mariani (Verdi), “si deve agire velocemente ed in modo efficace confrontandoci sul metodo da seguire. L’Osservatorio regionale è uno strumento importante, aggiungiamone degli altri, a cominciare dal controllo del rispetto delle norme di sicurezza sui luoghi di lavoro, attraverso un monitoraggio capillare e continuo”, mentre per Ivano Peduzzi (prc), “su questi argomenti è essenziale l’azione mediatica ed una maggiore diffusione di notizie”, Antonietta Brancati (Gruppo Misto), “è necessario interagire con altre istituzioni, e finanziare zone impoverite per evitare i cittadini penalizzati da una situazione economica difficile si rivolgano agli usurai”. Di controlli necessari negli appalti pubblici ha parlato Enrico Luciani (prc), sostenendo che si deve “lavorare affinché sul controllo amministrativo ci sia sempre maggiore attenzione, in special modo nella stesura e gestione dei piani regolatori”.

Al termine dell’audizione, la presidente Laurelli ha annunciato che nella prossima seduta della commissione prevista per il 27 ottobre alle ore 12.00, saranno ascoltati in audizione i sindaci di Anzio e Nettuno. 97Ntr/ac/2005

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