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Lazio, Consiglio straordinario sanità: dibattito in aula/1


23/07/08 - Dopo la relazione introduttiva del presidente della Regione Lazio,Piero Marrazzo, il presidente del Consiglio regionale, Guido Milana (Pd), ha aperto il dibattito in aula sulla Sanità regionale.


A prendere per primo la parola, il consigliere Aldo Forte, capogruppo dell'Udc: "Ancora una volta ci troviamo a discutere di sanità costretti da eventi esterni. In questi anni più volte abbiamo chiesto conto degli esiti delle riunioni degli assessori Battaglia e Nieri con il Governo per il rientro del deficit sanitario. Oggi apprendiamo che in quelle riunioni il Governo aveva espresso perplessità sugli interventi posti in essere dalla Giunta, ma gli assessori non ce lo hanno mai detto, anzi hanno sempre dato risposte rassicuranti ai nostri dubbi espressi in commissione. In questi tre anni abbiamo cercato di discutere di sanità nelle sedi istituzionali, abbiamo fatto proposte, ma non abbiamo mai avuto riscontri. La razionalizzazione della spesa delle Asl, per esempio, è un'idea che lanciammo noi dell'Udc, accolta con molta perplessità all'interno dell'Aula, ma oggi se ne riparla".


A seguire, l'intervento di Antonietta Brancati, capogruppo Repubblicani, liberali e riformatori: "La colpa del disastro della sanità laziale, come di altre regioni d'Italia, è di destra, di centro e di sinistra. Colpa di anni di malgoverno ma anche di una fisiologica e sottostimata espansione dei costi della sanità pubblica. La Giunta Marrazzo ha ben operato in questi anni, in quanto un certo miglioramento dei conti c'è stato. I tagli, purtroppo, ci saranno ma saranno meno gravi del previsto. Dobbiamo pensare ad una sanità moderna, riformata nella gestione e nelle strutture. Servono ambulatori sul territorio, vicini alle abitazioni dei cittadini. Qualsiasi progetto nella sanità non potrà mai decollare se non avremo manager competenti ai posti direttivi e non tessere di partito. Si azzeri la dirigenza sanitaria laziale e si commissarino le strutture, rimuovendo tutti i direttori generali".


Critico l'intervento del consigliere Massimiliano Maselli (Fi-Pdl): "Ogni volta che Marrazzo viene in aula, specialmente sulla sanità, fa grandi aperture all'opposizione, chiedendone il sostegno, perché le grandi riforme si fanno insieme. Marrazzo è consapevole che nella nostra regione c'è bisogno di una grande riforma nella sanità, ma per fare questo occorre tanto coraggio e volontà politica di portare avanti quegli interventi strutturali di cui ha bisogno la sanità laziale. Ad oggi questi interventi strutturali non sono neppure iniziati. Se il deficit 2008, in linea di massima, è uguale a quello del 2007, cioè circa 1,4 miliardi di euro, allora vuol dire che quegli interventi tanto sbandierati non sono stati fatti. Anzi, nel 2008 la Giunta ha tagliato 13 milioni di euro all'Ares 118, azienda che invece necessiterebbe di maggiori finanziamenti per espletare il servizio di emergenza. Sul piano gestionale, invece, quanto accaduto in questi giorni all'Asl Rm C dimostra che quella famosa 'bonifica', tanto sbandierata dal centro sinistra, evidentemente non è stata realizzata".


Ha posto un problema costituzionale il consigliere Alessio D'Amato (Pd): "La situazione che stiamo vivendo ha un carattere originale perché è la prima volta, rispetto al piano di rientro e ai disavanzi della sanità, che vengono attuate le procedure previste all'art. 120 della Costituzione italiana. Personalmente nutro forti dubbi di costituzionalità sul provvedimento preso dal Presidente del consiglio dei ministri. Dubbi legati alle prerogative delle potestà della regione e del presidente eletto dai cittadini della Regione. Per questo è sbagliato che il piano regionale sanitario sia approvato dal commissario ad acta. È un grave atto che espropria le prerogative regionali. Auspico un sussulto federalista. La nostra Regione ha una peculiarità rispetto alle altre, non solo perché è la regione della capitale d'Italia ma anche perché, attraverso le università del territorio, si fa carico della formazione del 30 per cento dei medici del servizio sanitario nazionale".


Il capogruppo di Forza Italia Alfredo Pallone ha richiamato il presidente Marrazzo a "una reale condivisione delle scelte, rispetto al 'bene comune' della sanità, senza limitarsi ad annunciarla soltanto. Trovo sbagliato che il piano presentato non sia passato per commissioni né tantomeno per il Consiglio regionale. E' sì facile ottenere l'accordo su dichiarazioni di principio, a carattere filosofico, come quelle sull'efficienza, ma occorre impostare procedure concrete. Lo si vuol dire o no che dopo tre anni non è stato fatto nulla per modificare la struttura sanitaria del Lazio?. Propongo il commissariamento di tutte le Asl del Lazio, una cabina di regia di tecnici ad altissimo livello, il ridimensionamento dell'offerta ospedaliera sia pubblica che privata e controlli sui livelli di assistenza. Ritiro la mia proposta di legge sulla nomina dei primari, aspettando che il Presidente Marrazzo ne faccia una, prima che essi vengano nominati in modo discrezionale dai direttori generali".


E' quindi intervenuto Augusto Pigliacelli (Udc)che ha posto subito l'accento sulla "necessità di tutelare l'identità e il buon nome del Lazio. Serve una rivoluzione nell'amministrazione sanitaria della nostra regione. Occorre 'tarare' la portata dei piccoli ospedali. C'è un eccesso di burocrazia amministrativa e un sistema di contabilità 'arcaico'. Propongo di razionalizzare molti servizi, di concentrare la diagnostica e di intervenire sull'accreditamento delle strutture private. La sanità deve essere essenzialmente pubblica ed il ruolo del privato solo complementare o utilizzato per mantenere una sana competizione. Dobbiamo potenziare la prevenzione che, come dimostrato da recenti studi, abbatte fino al 50% i ricoveri. E' necessario, infine, eliminare l'eccessiva intromissione della politica nella sanità, puntando su una gestione dove siano centrali cultura, indipendenza e ampie visioni".

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