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Stalking: Lazio prima regione che interviene sul fenomeno


10/06/08 - (segue) "E' stata una giornata molto importante, l'approfondimento del fenomeno ci conferma che ci troviamo di fronte un problema di proporzioni crescenti e che non può essere sottovalutato, perché le istituzioni non possono sottrarsi all'urgenza dell'intervento. Di fronte a questo allarme sociale è necessario creare un canale unitario: dobbiamo utilizzare un linguaggio comune che metta insieme i diversi soggetti istituzionali interessati (magistratura, forze dell'ordine, sanità, servizi sociali, istituzioni del territorio), una rete che lavori non soltanto sulle emergenze, ma faccia anche prevenzione. Siamo la prima regione italiana che affronta questo problema in modo decisivo ed operativo, dobbiamo velocizzare l'approvazione della proposta di legge, che interviene su un aspetto essenziale per il benessere; è prioritario, inoltre, introdurre nuove figure professionali che non si sovrappongano agli attuali operatori e svolgano funzione di mediatore sociale". Così Giuseppe Mariani (Verdi), presidente della commissione Lavoro del Consiglio Regionale del Lazio, a conclusione del seminario "amore, molestie, violenza", che la commissione consiliare Sicurezza, presieduta da Luisa Laurelli (Pd) ha organizzato per approfondire il fenomeno "stalking".

Il termine (dall'inglese to stalk-cacciare in appostamento) viene utilizzato per indicare azioni moleste, dal carattere assillante e persecutorio, che si protraggono nel tempo generando angoscia nella vittima e ledendone la sfera personale e la vita di relazione. "Lo stalker è essenzialmente una persona immatura, possessiva, molto dipendente dall'altro - ha spiegato Anna Oliverio Ferraris (ordinario Università di Roma La Sapienza) - La vittima lo percepisce come disturbante ed invadente, se ne sente intrappolata e spesso si ammala di gravi disturbi da stress." Il sociologo Maurizio Fiasco ha poi precisato che "la sofferenza della vittima e la pericolosità della condotta del persecutore non sono individuate, solitamente, se non quando sono ormai maturate come reato e violenza tout-court: anche l'ambiente di vicinato, di lavoro o comunque di relazione della vittima non avverte il disagio arrecato. Per superare tale situazione e per avviare una prevenzione efficace, indipendentemente dal varo di nuove norme penali, può essere utile definire un protocollo operativo che impegni i servizi delle forze di polizia e i servizi sociali e sanitari a dar vita a una rete efficace per il trattamento di questa grave disfunzione sociale."
"Lo stalking è una realtà trasversale, che può interessare chiunque - ha aggiunto Massimo Lattanzi, coordinatore dell'Osservatorio nazionale sullo stalking - è un fenomeno che deve essere trattato nella sua complessità e nella sua peculiarità rispetto alle altre forme di violenza". Da una ricerca condotta dall'Osservatorio in sedici regioni su un campione di età compresa tra i 18-70 emerge che le condotte di stalking sono agite prevalentemente (nell'80% dei casi) da persone conosciute dalla vittima e che nella maggioranza dei casi restano nascoste: solo il 17% delle vittime, infatti, ha sporto denuncia. Lattanzi ha poi sottolineato che "non si può prescindere dal lavoro di recupero del presunto autore", aggiungendo che su un campione di 24 soggetti accolti nel centro presunti autori dell'Osservatorio il 25% ha risposto positivamente al trattamento.

"Il fenomeno è ancora nascosto e complesso, merita un approfondimento serio ed un approccio multidisciplinare e sistemico - ha commentato il consigliere regionale Annamaria Grazia Massimi (Pd) - Mi sembra importante, inoltre, lavorare sulla prevenzione, promuovendo nel mondo della scuola interventi diretti a formare un'intelligenza emotiva che insegni al rispetto di sé e degli altri".
Lo stalking, infatti, interessa anche gli adolescenti: da un'indagine condotta sempre dall'Osservatorio nazionale su 800 studenti di scuole medie e superiori di alcune regioni del centro sud, tra cui il Lazio, è emerso che il 5% del campione soddisfa gli indicatori di future condotte moleste e violente. A tale proposito l'assessore regionale all'Istruzione Silvia Costa (Pd) ha evidenziato la necessità di mettere in campo "una nuova cultura educativa dei ragazzi, finalizzata a diffondere il rispetto dell'altro. Tutti i soggetti interessati devono intervenire per fornire sostegno ai giovani ed aiutarli a confrontarsi con il disagio. Il fenomeno dello stalking, infatti, come quello del bullismo, rivela una sostanziale incapacità a gestire i conflitti ed i rifiuti e a vedere l'altro come una persona, con i propri desideri, la propria libertà e la propria sofferenza".

"Il fenomeno attiene ad una serie di comportamenti nell'ambito dei quali è molto difficile distinguere tra chi crea sofferenza e chi la subisce - ha dichiarato il garante per l'infanzia e l'adolescenza della Regione Lazio Franco Alvaro - mi sembra indispensabile che sanità e sociale trovino un punto di incontro in termini di intervento: la sensibilità collettiva e sociale rispetto al disagio, infatti, è cresciuta e chiede degli strumenti operativi nuovi ed alternativi rispetto a quelli attuali". Della stessa opinione Bianca La Rocca dell'Osservatorio regionale tecnico-scientifico secondo la quale "si tratta certamente di un fenomeno criminale che però deve essere affrontato non solo con l'intervento delle Forze dell'Ordine, ma anche con il sostegno di politiche sociali e di strutture sanitarie territoriali adeguate".
Anche il consigliere regionale Maria Antonietta Grosso (Pdci) ha dichiarato che "ci troviamo di fronte a problematiche legate prevalentemente a tematiche sociali. Come Regione dobbiamo attuare innanzitutto azioni di prevenzione ed intervenire all'interno delle scuole per promuovere un discorso di "educazione all'affettività"; è importante inoltre fare un'informazione seria e corretta, per diffondere la conoscenza del fenomeno".
L'assessore alle Politiche sociali della Provincia di Roma Claudio Cecchini ha poi auspicato il successo dell'intervento legislativo regionale, specie in assenza di una normativa nazionale, sottolineando la necessità "di intervenire su tre livelli: osservazione, prevenzione ed azioni concrete."
Nel suo intervento Gennaro Francione (magistrato), ha infine proposto l'istituzione del "giudice penale di prossimità", un giudice "terapeuta" che avvalendosi di esperti possa realizzare una mediazione dei conflitti interpersonali e diventare punto di riferimento per le forze dell'ordine nell'attività di prevenzione di eventuali reati.

IL PROGETTO S.I.L.VI.A.
Al seminario è intervenuto anche il vicequestore aggiunto della Polizia di Stato Silvia Franzé, che ha illustrato i contenuti del progetto S.I.L.VI.A. (acronimo di Stalking Inventory List per Vittime e Autori). Si tratta di un opuscolo destinato alle Forze di Polizia nato da un'idea del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e del Dipartimento di psicologia (centro studi Cesvis) della II Università di Napoli. Articolato in una guida all'uso (utile per conoscere meglio il fenomeno) e in una serie di indicazioni pratiche per redigere la scheda da compilare in caso di denuncia - il formulario costituisce un utile strumento di supporto per l'operatore che entri in contatto con la vittima di stalking; allo stesso tempo la raccolta sistematica dei dati viene utilizzata ai fini di un approfondito monitoraggio del fenomeno.

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