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Lazio: PDL su mediatori familiari prosegue percorso


03/07/07 - Lazio:PDL su Mediatori familiari prosegue percorso Grosso, Milana, Brianti e Ciaraldi ricevono in audizione gli operatori La proposta di legge “Norme per la tutela dei minori e la diffusione della cultura della mediazione familiare”, primo firmatario Guido Milana, Vice-Presidente del Consiglio Regionale del Lazio, prosegue il suo percorso verso l’Aula di via della Pisana. La commissione Politiche sociali, presieduta da Maria Antonietta Grosso, ha tenuto oggi una approfondita audizione con gli operatori, con le associazioni, con quanti, avvocati, psicologi, sociologi, sono impegnati in attività di mediazione familiare. Numerosi i suggerimenti al testo, sottoscritto anche dai consiglieri Giuseppe Celli, Anna Pizzo e Wanda Ciaraldi, numerosi gli apprezzamenti per l’iniziativa che è volta a dotare la Regione e gli operatori di riferimenti certi sulle funzioni e sull’organizzazione della mediazione familiare, che interessa prevalentemente coppie in crisi, avviate in maniera irreversibile verso la separazione, un evento che ha conseguenze ancora più drammatiche in presenza di figli minori. Guido Milana ha spiegato proprio questo, che “la finalità della legge è la tutela dei minori”. Una tutela rispetto alla quale la mediazione può svolgere un ruolo importante per la riduzione della conflittualità. Milana ha ricordato che l’istituzione dell’Albo dei mediatori familiari è un caposaldo della PdL, come anche è contemplata la compatibilità della figura del mediatore con altre figure che già operano in questo stesso settore d’intervento delle famiglie in crisi. Milana ha quindi precisato che la PdL, quando diventerà legge della Regione, prevederà l’organizzazione sul territorio della pratica della mediazione: “Abbiamo pensato al Servizio sanitario regionale, nel cui ambito le Asl saranno il luogo fisico dove potrà svolgersi la mediazione familiare, in stretto raccordo con i Comuni. Non è la sanitarizzazione del problema, perché i Comuni svolgeranno fino in fondo la loro parte. Si pensi anche ai piccoli comuni, mentre per Roma è prevista l’autonomia organizzativa suddivisa per Municipi”. Nell’ambito territoriale di ciascuna Asl è presente già l’articolazione dei distretti socio-sanitari, che costituiscono, rispetto alle finalità della legge, un punto di riferimento. Milana ha quindi insistito su un altro aspetto: “Diventa importante pensare alla formazione permanente dei mediatori, affidata alle Province. La formazione la chiedono proprio gli operatori già impegnati nella mediazione familiare”. Maria Antonietta Grosso, nel ricordare che anche ieri si è tenuta un’audizione sullo stesso tema con i rappresentanti di Province e Comuni, ha detto che “i suggerimenti non sono solo sollecitati dalla commissione, ma di essi si terrà conto nella stesura del testo che sarà sottoposto all’esame dell’Aula”. Realisticamente si pensa che entro il 2007 la PdL possa diventare legge ed entrare così in vigore già nel 2008. La sfida è quella di una nuova cultura della mediazione, come hanno sottolineato molti degli intervenuti. In particolare, il professor Maurizio Lozzi dell’Università di Cassino e uno dei pochi italiani relatore al World Mediation Forum, ha spiegato che “la mediazione familiare è comunque un intervento che ha possibilità di successo solo se condivisa ed accettata da entrambi i coniugi e se effettuata, ovviamente, fuori dal procedimento giudiziario, dato che si muove nell’ambito delle Alternative Dispute Resolutions, anche detta de-giuridificazione del conflitto”. 140/Ntr/ac/3

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