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Lazio. Consiglio approva assestamento di bilancio


05/08/08 - Un maxiemendamento della Giunta amplia e rafforza le misure finalizzate al rientro dal disavanzo sanitario. Prevista la chiusura degli ospedali romani San Giacomo, Nuovo Regina Margherita e Forlanini.

Alle  ore 7,00 il Consiglio regionale del Lazio, presieduto da Guido Milana (Pd), ha approvato, con 42 voti favorevoli e 15 contrari, la proposta di legge sull’assestamento del bilancio annuale e pluriennale 2008/2010 della Regione Lazio. Presente in Aula il presidente della Regione e commissario ad acta per il Piano di rientro dal disavanzo sanitario, Piero Marrazzo. Con l’unico articolo del maxiemendamento, composto da 91 commi,  presentato nella notte, tra l’altro, viene definitivamente sancita la chiusura di tre ospedali di Roma, il San Giacomo, il Nuovo Regina Margherita e il Forlanini.

La legge d’assestamento prevede misure sulla farmaceutica, sulla centralizzazione di alcuni servizi delle Asl e delle aziende ospedaliere come il servizio tecnico, la tesoreria e la gestione del personale.  Vengono prorogati fino al 30 giugno 2010 i contratti ai direttori generali delle aziende sanitarie locali e delle aziende ospedaliere attualmente in carica, i quali però sono coinvolti nel raggiungimento degli obbiettivi di razionalizzazione del servizio e di contenimento della spesa. La Giunta Regionale  verifica semestralmente i  risultati conseguiti e il raggiungimento degli obiettivi  connessi al piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario  da parte dei direttori generali. La mancata realizzazione degli interventi è causa di decadenza dall'incarico. Per i controlli di appropriatezza della spesa sanitaria, la manovra aumenta quantità e qualità  delle verifiche e, in caso di violazioni, dispone le conseguenti sanzioni.

Tutti i beni mobili e immobili destinati a fornire rendite patrimoniali e i beni artistico-monumentali appartenenti alla comunione delle Asl (Gepra) diventeranno proprietà della Regione Lazio, per poi essere valorizzati “al fine di contribuire all’azzeramento del disavanzo sanitario regionale”, come recita il comma 5 del maxiemendamento sull’assestamento di bilancio. Il provvedimento, dunque, disciplina il trasferimento alla Regione di tutti quei beni della Comunione delle Asl non destinati all’erogazione di servizi. La norma interviene anche per quei beni che appartengono ai comuni ma dovrebbero oggi essere di proprietà delle aziende sanitarie.

Approvata anche la norma relativa all’istituzione di due nuovi capitoli in bilancio denominati “Contributo regionale per la ricerca e la didattica dei policlinici universitari”  (un capitolo per la parte corrente e uno per la parte capitale), finalizzati ad alleggerire, nel 2008 con uno stanziamento complessivo di 171 milioni, il disavanzo della spesa sanitaria.

 

L’assestamento del bilancio annuale 2008 e pluriennale 2008/2010 della Regione Lazio provvede all’aggiornamento al 31/12/2007 degli importi concernenti i residui attivi e passivi già iscritti in via presuntiva nel bilancio di previsione della Regione Lazio per l’anno 2008 e all’adeguamento della giacenza di cassa. Inoltre, provvede alla determinazione dell’effettivo risultato di gestione al 31/12/2007 che si chiude con un disavanzo inferiore di 147 milioni di euro rispetto a quanto previsto in bilancio di previsione 2008 e nelle variazioni dei relativi capitoli d’entrata e di spesa. Con la proposta di legge vengono anche apportate al bilancio di previsione specifiche variazioni tabellari.

Tra gli altri interventi previsti, il sostegno alle politiche per le famiglie e per la tutela dei migranti, l’adeguamento del costo del trasporto pubblico locale. A questi si aggiungono una serie di interventi mirati in materia di politica per la casa, di obbligo formativo, di associazionismo tra comuni e di opere in favore dello sviluppo dei piccoli comuni. E ancora: interventi  per il sostegno alla nuove residenze universitarie, e per il rafforzamento delle politiche sociali e dell’immigrazione.

“Sala tetra dove si sta compiendo l’ennesimo atto contro la democrazia”. Così il capogruppo di Forza Italia verso il Pdl, Alfredo Pallone, ha definito l’Aula del Consiglio dove sarebbe stato consumato un “crimine contro la dialettica”. Per Fabio Desideri (Movimento Libertà e Solidarietà) ci troviamo di fronte a una “maggioranza chiusa e arroccata”. Dello stesso tenore le dichiarazioni di voto delle opposizioni. Bruno Prestagiovanni  (An) ha rinfacciato al presidente Marrazzo “tutte le parole belle sulla condivisione delle scelte sul piano di rientro” pronunciate durante la seduta consiliare di venerdì scorso,  ha lamentato l’assenza di un dibattito sul maxiemendamento presentato dalla Giunta a notte inoltrata e ha elencato tutta una serie di provvedimenti sui quali avrebbe voluto intervenire. “Esiste una politica per coprire il disavanzo – ha detto Prestagiovanni -, ma anche uno sconto dell’80 per cento per le onlus che hanno in affitto le case delle Ater. C’è una norma che prevede la chiusura di ospedali, ma non si fa riferimento alla norma che prevede il trasferimento del Consiglio regionale al Forlanini. C’ è una norma che proroga gli incarichi dei direttori Asl senza fare una preventiva verifica”.  “Non c’è stato dibattito – ha concluso Prestagiovanni -. Per tutti questi motivi, noi votiamo orgogliosamente contro”. Anche per Massimiliano Maselli (FI verso il Pdl) il maxiemendamento non ha permesso un dibattito democratico. “Una brutta pagina da dimenticare per questa istituzione”,  ha detto Maselli secondo il quale  “cambieranno i rapporti tra maggioranza e opposizione”. Ha espresso rammarico per non essere potuto entrare nel merito Donato Robilotta (Sr), come nel caso della norma sui policlinici universitari. “E’ stata modificata ma è rimasta una norma bifronte”, ha detto Robilotta.

Malumori anche nella maggioranza. Il consigliere Peppe Mariani (Verdi), presidente  della Commissione lavoro, nel cuore della notte è uscito dall’Aula. "È vergognoso che dopo ore di estenuante discussione in assestamento di bilancio - ha dichiarato Mariani - il maxiemendamento della Giunta non tenga minimamente conto la questione del personale precario della Regione Lazio. Scegliendo questa strada la Giunta viene meno a uno dei capisaldi del proprio programma di Governo, quello del buon lavoro”.  

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