menù principale per la navigazione

  1. menù argomenti correlati
  2. contenuto della pagina
  3. servizi

Ora per ora:

ferma lo scorrimentomostra tutte le notizie
Siete qui: Homepage / Comunicati / Dettaglio

Sanità: così il dibattito in Consiglio Regionale


16/09/05 - Nel suo intervento Claudio Fazzone (Fi), ha sottolineato che per ottenere risultati è necessario sapere ottimizzare perché “non è il numero degli ospedali a determinare una buona sanità, ma la capacità di razionalizzare e portare all'interno delle province tutte le specializzazioni, evitando quel pellegrinaggio che sono costretti a fare i cittadini delle province. Noi vogliamo – ha aggiunto - che le Province possano e debbano avere la propria autonomia sanitaria”. Poi, riguardo ai rapporti con le strutture private, ben vengano se ben regolate e controllate infatti, ha concluso Fazzone, “Io non mi scandalizzo se iniziamo a pensare anche ad un sistema di esternalizzazione di alcuni servizi, che possono essere fatti anche da terzi, all'interno degli ospedali, ma sotto gestione e convenzione sanitaria delle ASL e della Regione, e fare modo che in ospedale si faccia l’ospedalizzazione, che è importante”. Per Wanda Ciaraldi (Udeur), quando si parla di buona sanitaria e di strutture sanitarie efficienti “queste devono rispondere a requisiti precisi: professionalità e sufficienza numerica degli operatori, dai medici agli ausiliari, dagli amministratori agli impiegati; funzionalità dei reparti di degenza e dei servizi clinici ed amministrativi; sufficienti strumenti di diagnosi e terapeutici; efficienza della struttura, dagli impianti ai servizi non clinici, pulizia, aspetto, arredo eccetera; qualità e tempestività delle prestazioni”. Secondo Tommaso Luzzi (An), invece, è necessaria un’attenzione particolare “perché sulla sanità non si può giocare; non si gioca sulla chiusura delle piccole strutture, anzi, quelle piccole strutture nei Comuni della nostra provincia vanno potenziate. Non si gioca sulla salute della gente perché chi ha i soldi si può far curare in strutture private, ma chi non ha i soldi ha bisogno delle nostre strutture. Pertanto è nostro dovere, come amministratori di questa Regione, garantire un servizio sanitario efficiente per tutta quella gente che ha bisogno di curarsi. Giuseppe Mariani (Verdi), riallacciandosi al discorso tra privato e pubblico, ha affermato che “il servizio sanitario è un bene prezioso per tutti i cittadini e come tale deve restare pubblico. Il privato può avere un ruolo ma esso deve rientrare entro certe regole o comunque entro certi spazi che evitino una cartolarizzazione strisciante della sanità” e più avanti ha proseguito ribadendo che “la sanità non è proprietà di chi amministra la cosa pubblica, ma patrimonio dei cittadini, con i loro diritti e le loro non sempre comode richieste” e che “occorre un’attenta analisi per evitare errori che possano pregiudicare il mantenimento degli impegni che ci siamo assunti con i cittadini”. Il vicepresidente del Consiglio regionale Andrea Augello (An), la politica messa in campo dalla Giunta Storace ha fatto sì che oggi “si sono dimezzati i tempi di pagamento, si è dimezzato il disavanzo in termini assoluti, si è più che dimezzato, in termini relativi e percentuali, ma non gratuitamente, bensì si è dimezzato strutturando meccanismi di finanza che oggi incidono profondamente sui conti della Regione Lazio” e sempre a propositi di conti, Augello ha ricordato che “numeri alla mano, le prestazioni nel Lazio in questi ultimi cinque anni sono aumentate del 30% e il disavanzo invece è diminuito del 50%. Bisogna mantenere questo trend, se possibile. Pertanto – ha poi concluso - come vede, le nostre preoccupazioni vanno ben al di là delle preoccupazioni di una battaglia che si è condotta, e temo, purtroppo, che non si sia ancora conclusa, riguardo alla legittimità o meno dello spoil system”. Antonietta Brancati (Gruppo Misto), si è detta convinta “che l'efficacia e l’efficienza del sistema sanitario debba passare attraverso una valorizzazione delle professionalità e che la politica debba fare un passo indietro, perché qualunque ipotesi di gestione partitica delle professionalità umilia ed indebolisce le capacità del sistema sanitario” e ai vertici delle aziende sanitarie chiede “apertura al confronto con le organizzazioni sindacali di categoria, con le associazioni professionali, con l'Ordine dei Medici, con le associazioni dei malati, perché ci sia una vera concertazione su ogni decisione che interessi sia gli operatori che i cittadini che usufruiscono del servizio sanitario pubblico”. Nel suo intervento Stefano De Lillo (Fi) ha ribadito che “la sanità indubbiamente ha dei prezzi, dei costi sociali e delle difficoltà che sono difficilmente governabili da chiunque. Quello che bisognerà cercare di fare, e c’è la disponibilità di forze moderate, come Forza Italia, in Commissione, in Aula e ovunque, di trovare quelle soluzioni, soluzioni difficili, soluzioni che, come diceva bene il collega Augello, passano tramite scelte economiche che devono garantire le risorse per poter fare tutte le cose belle che ognuno di noi ha in mente”. Dal canto suo, il Presidente della commissione Sanità Franco Dalia (Margherita), in merito alla contrapposizione tra maggioranza e opposizione su un tema così rilevante ha affermati di capire che “ci possano essere differenze, che ci possa essere una dialettica ed un dibattito intorno a queste questioni, però non ci si può nascondere: deve esserci uno sforzo unanime. Tra l’altro ci sono risposte forti anche da parte dell'opposizione che entrano nel merito della risoluzione dei problemi. Badate, - ha insistito Dalia - credo che proprio su questo un’Istituzione come la nostra debba darsi da fare tramite una maggioranza che vuole applicare fino in fondo e con determinazione il programma sul quale ha lavorato”. Anna Evelina Pizzo (Prc), soffermandosi sulla difficile situazione riguardante la tutela sanitaria delle persone ristrette in carcere, ritiene che si attraversi “una condizione di totale emergenza che richiede con improrogabilità l’assunzione piena di responsabilità da parte dell’istituzione regionale per quanto di sua competenza. E’ necessario e quanto mai urgente garantire alle persone sottoposte a misure restrittive, gli stessi diritti alla cura al pari delle altre, ed è compito delle istituzioni competenti agire per garantirlo, perché una politica democratica della salute o è per tutti o non è per nessuno”. Luigi Canali (LM), a proposito del passaggio dallo stato di transazione, cioè dal sistema convenzionato a quello dell’accreditamento, ha dichiarato che si tratta di “uno dei nodi che invece può sostituire la finanza creativa, cioè, noi dobbiamo passare da un sistema concorrenziale, tra pubblico e privato, ad un sistema integrato, e dobbiamo porre il problema del rapporto tra pubblico e privato che nel Lazio è un tabù che nessuno vuole affrontare. I ritardi dal ’92 ad oggi sono questi perché nessuno vuole affrontare questo tipo di problema”. Secondo Fabio Desideri (Lista Storace), rivolgendosi all’assessore Battaglia, dall’azione del governo regionale di centro sinistra “l’unica cosa che abbiamo capito è una sorta di acrimonia verso chi l’ha preceduto, destituita di qualsiasi tipo di fondamento. Inoltre, quello che è mancato veramente nella sua relazione è il quadro complessivo, il senso della progettualità e soprattutto l'obiettivo che in questi cinque anni, per garantire un'efficienza del servizio, volete fare nel settore più importante, che è quello sanitario. Antonio Cicchetti (An), nella relazione dell’assessore “ pregevole per alcuni aspetti, soprattutto nella ricerca e nella indagine attraverso la quale ha tentato di dimostrare alcune cose, a me sembra mancare la prospettiva, l'aggressione nei confronti di alcuni problemi che sono quelli che attanagliano la nostra gente, come i Pronto Soccorso”. Ancora, secondo Cicchetti, possibile obiettivo, è quello “della umanizzazione della vita negli ospedali. Non è possibile che chi entra in un ospedale debba subire la stessa sorte di chi entra in un accampamento in tempo di guerra, cioè il cambio totale delle abitudini civili. In tempo di guerra, in accampamento è possibile, ma in ospedale non credo”. A proposito dell’umanizzazione di umanizzazione riguardo le prestazioni sanitarie, Mario Perilli (Ds) ritiene che “debba essere recuperato un rapporto serio con tutte le associazioni di volontariato presenti sul territorio, con le parti sociali e, per dirla con una battuta, recuperare un rapporto di fiducia e di solidarietà con i cittadini. Penso – ha sottolineato - che all'interno della relazione dell'assessore Battaglia fossero presenti tutti i presupposti per affrontare la questione sanità da questo punto di vista”. Per il capogruppo di Alleanza Nazionale, Fabio Rampelli, “rispetto alla problematica delle strutture ospedaliere e del loro rapporto con il territorio abbiamo ascoltato dei contributi da parte dell’assessore, che non giudichiamo negativamente, ma che riteniamo assolutamente scontati”. Noi siamo pronti a dare il contributo positivo e concreto per fare in modo che si possa sviluppare una sanità di prossimità, perché si possano alleggerire gli ospedali di alcune funzioni che impropriamente sono state fin qui assolte dagli ospedali stessi e dalle aziende ospedaliere. Confrontiamoci su questi problemi – ha concluso Rampelli - e laddove esistono anche delle convergenze, almeno nella parte analitica, c’è e ci sarà sicuramente la disponibilità di AN e sono convinto quella dell’intero centrodestra, per rimboccarsi le maniche e dare un altro scossone ad un vecchio sistema di privilegi che ha penalizzato, non il centrodestra o il centrosinistra, ma gli utenti, i pazienti, le persone che soffrono”. Per Luciano Ciocchetti (Udc), “se non si realizza un grande accordo tra tutte le componenti che si occupano di sanità, pubbliche e private, privato sociale, cooperative, amministrazioni comunali, non andremo da nessuna parte. In questo campo, - ha detto Ciocchetti rivolgendosi a Battaglia - lei sa benissimo che si occupano di questo settore tanti soggetti e tante realtà, ognuna con la propria competenza, la propria specificità e la propria professionalità. Soltanto mettendole insieme si può cercare di dare una risposta e costruire questo obiettivo. La razionalizzazione, - ha concluso - ovviamente, prevede una serie di interventi di diversificazione. Non credo alla chiusura delle strutture ospedaliere, piuttosto credo nella loro riconversione in quanto dobbiamo potenziare tutta una serie di servizi sul territorio. Penso che alcune strutture possano diventare ospedali di comunità, oppure rappresentare dei momenti di risposta ai problemi di realtà importanti”. Carlo Lucherini (Ds), si è detto convinto che nella scorsa legislatura “oltre ad intervenire per portare a completamento l'apertura dei tre ospedali di Roma, non è stata portata avanti una politica di selezione e ristrutturazione delle strutture ospedaliere del Lazio, anzi, anche laddove c'erano progetti già in itinere, finanziati come il caso dell'ospedale dei Castelli, o della Tiburtina, si è preferito togliere i soldi dalla costruzione dei nuovi ospedali, e reintervenire tappando i buchi della struttura ospedaliera vecchia, ospedali che in media hanno 140 anni, come diceva l’assessore Battaglia”. Un basta alle inutili contrapposizioni è venuto dal capogruppo di Forza Italia Raffaele D’Ambrosio rivolto all’assessore Battaglia, “al di là delle piccole polemiche, credo che nella sua relazione, e mi associo al collega Ciocchetti, ci siano parti più o meno condivisibili. Vorremmo che si instaurasse un clima di rispetto reciproco e che si capisse che, nella fase della cosiddetta globalizzazione, i localismi nella regione Lazio sono una risposta forte in termini di risorse per dare risposte reali ai cittadini. La Regione Lazio questo l’ha cominciato a fare”. E ancora a Battaglia si è rivolto anche Donato Robilotta (Nuovo Psi), difendendo il lavoro svolto nella passata legislatura “dalla sua relazione si evince che il lavoro della Giunta Storace non è stato poi così tanto negativo. Quando lei dice che il Fondo sanitario regionale è passato dai 6 milioni 293 mila euro del 2001 agli 8 milioni e 61 mila euro del 2004, fa riferimento ad una cifra importante che la Regione Lazio è riuscita ad ottenere e che non aveva mai ottenuto prima. Le faccio notare che ciò non è avvenuto a caso, nessuno ci ha regalato nulla. Lei sa che noi eravamo una delle Regioni che aveva il proprio Fondo sanitario regionale sottostimato per l’incapacità delle precedenti Amministrazioni di saper trattare ad un tavolo nazionale e con le regioni”. E’ opinione di Giovanni Colagrossi (Italia dei Valori), “che la maggioranza, con l'assessore Battaglia e la nuova squadra di amministratori nominati, abbia intrapreso la strada giusta per arrivare in tempi brevi a ridurre al massimo i disservizi che umiliano, giorno dopo giorno, i nostri cittadini. Inviterei tutti i colleghi a viaggiare su una proposta di futuro e ad abbassare le polemiche su chi ha fatto male, o ha fatto bene, o farà. L’importante sarà quello che i cittadini vedranno realizzato”. Per l’ex assessore alla sanità Marco Verzaschi (Udeur), punto importante “è il riequilibrio della spesa della spesa ospedaliera e territoriale, negli ultimi anni abbiamo assistito ad un aumento della spesa territoriale rispetto a quello ospedaliera che, di contro, è diminuita. L'aumento della spesa sul ricovero, ad esempio, è dovuta ad una serie di situazioni, in primis al miglioramento della qualità degli interventi che sono stati fatti in questa regione e che hanno portato ad un saldo attivo rispetto al passato ed al numero dei cittadini di questa regione che andavano a curarsi fuori regione a fronte di coloro che arrivavano da altre regioni” e in riferimento ad alcune polemiche circa il suo passaggio nelle fila della maggioranza, Verzaschi ha risposto che “non voglio fare polemica su alcune dichiarazioni che sono state rese, tuttavia i colleghi consiglieri del centrodestra hanno svolto l'intera campagna elettorale elencando, giustamente, tutta una serie di cose fatte. E’ ovvio che queste cose non possono essere dimenticate o banalizzate da qualche battuta in questo Consiglio riferendosi a presunte responsabilità di questo o di quel consigliere, o dell’ex assessore”.

Area Informazione
indirizzo: Via della Pisana 1301 00163 - Roma -
tel: 06.6577.1408
fax: 06.6500.1518
e-mail: areainformazione@regione.lazio.it


torna al menù