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Lazio: ok da Consiglio a piano rientro deficit sanità


28/02/07 -
Stamane la firma di Marrazzo con i Ministri Padoa Schioppa e Turco
“Alla copertura del disavanzo sanitario riferibile all'esercizio. 2006, quantificato dal Ministero della Salute e dal Ministero dell'Economia e delle Finanze in Euro 472.205.000 (al netto delle risorse attribuite. al Lazio dal fondo di cui all'articolo 1 comma 278 della Legge 266/2005 nonché del maggior gettito derivante dall'innalzamento al massimo livello delle aliquote IRAP e addizionale IRPEF ai sensi dell'articolo l, comma 174 deUa Legge.31I/2004), si provvede:
a) per Euro 250 milioni con le risorse di cui all'articolo 8, comma 2, lettera e) della Legge regionale 28 dicembre 2006, n. 27 (Legge finanziaria regionale per l'esercizio 2007) già destinati al pagamento delle rate di ammortamento dei debiti sino al 31 dicembre 2005, ai sensi dell'articolo Il, comma 2, della L.R. 27/2006,
b) per Euro 223 milioni attraverso le operazioni finanziarie di ristrutturazione del debito regionale di .cui all'articolo 5, comma Il, L.R. 28/2006 (Bilancio di previsione per l'esercizio 2007), nonché attraverso l'utilizzazione di una quota degli stanziamenti dei capitoli Tl1401 e T13401 del Bilancio Regionale 2007. La Giunta Regionale è autorizzata a contrarre mutui e/o emettere prestiti di cui all'articolo 4, comma l, lettera e) della L.R. 28/2006 successivamente al 30 giugno 2007”.
Recita così l’articolo 4 della legge regionale approvata oggi dal Consiglio regionale del Lazio, presieduto da Massimo Pineschi, che è una “Legge di variazione al Bilancio 2007 connessa all’attuazione del Piano di rientro di cui alla deliberazione della Giunta regionale n. 66 del 12 febbraio 2007”, illustrata in Aula dall’assessore al Bilancio Luigi Nieri (PRC).
La legge, approvata con i voti della maggioranza (41 a favore, 7 contrari, nessun astenuto), stabilisce poi all’articolo 5 la seguente norma: “Al fine di consentire il rispetto degli impegni finanziari previsti dal Piano di Rientro approvato con deliberazione della G.R. n. 66 del 12 febbraio 2007, ed a fronte dell'erogazione da parte dello Stato delle somme necessarie a rimborsare anticipatamente il valore complessivo residuo al l gennaio 2008 delle rate in scadenza relative al debito verso i fornitori al 31 dicembre 2005 oggetto di transazione nonché delle ulteriori somme che dovessero rendersi necessarie per l'estinzione del residuo debito accumulato fino a131 dicembre 2005 non oggetto di transazione, la Regione destina un'entrata finalizzata pari a Euro 310 milioni a decorrere dal 2008 e per trent’anni, a valere sulle entrate del titolo I del proprio bilancio annuale, di cui Euro 60 ML a valere sulle somme spettanti alla Regione a titolo di fondo perequativo di cui all'articolo 3 comma 2 della Legge 449/1995. Conseguentemente, la dotazione del capitolo H31551 è incrementata di 60 ML per ciascuna delle annualità 2008 e 2009 del Bilancio pluriennale 2007-2009”.
Un piano di rientro del deficit che è un vero e proprio patto sottoscritto in mattinata dal Presidente della Regione Piero Marrazzo con i Ministri dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa e della Salute Livia Turco. Firmato il patto, Marrazzo ha così spiegato il significato della manovra: “Queste tre firme cambieranno il futuro della sanità nel Lazio. Grazie a questo Piano saremo infatti in grado di intervenire sul debito e sulle dinamiche della spesa sanitaria ma soprattutto avvieremo quelle necessarie riforme strutturali di sistema che ci consentiranno di offrire una sanità migliore ai cittadini della nostra Regione”. Il Lazio è la prima Regione ad aver sottoscritto il ‘patto’, rispetto alle altre cinque che hanno lo stesso problema di rientro del deficit. Nel comunicato congiunto dei Ministeri della Salute e dell’Economia, si sintetizza così il piano di rientro: “Il Piano della Regione Lazio è stato costruito come un vero e proprio programma di ristrutturazione industriale che incide sui fattori di spesa e assistenziali critici (superamento dello standard dei posti letto e del tasso di ospedalizzazione, i consumi farmaceutici, la spesa del personale, il superamento del numero e del valore delle prestazioni acquistate da strutture private , il controllo dell’appropriatezza delle prescrizioni mediche, qualificazione dei servizi territoriali, ecc.). Per ogni fattore di spesa critico il Piano prevede obiettivi di contenimento e azioni concrete, con il conseguente dettaglio dell’impatto finanziario, che dovranno conseguire un risparmio di circa 2 miliardi di euro. In particolare, tra le misure da adottare, il Piano contempla:
· Riorganizzazione della rete ospedaliera (riduzione dei posti letto nel triennio);
· Immediata adozione e determinazione dei budget degli erogatori di servizi privati, con l’attivazione di procedure di programmazione e monitoraggio;
· Contenimento del sistema tariffario, riconducendo le tariffe regionali superiori entro i limiti del DM 12.09.2006;
· Riduzione della spesa farmaceutica, anche attraverso la distribuzione diretta da parte della Regione di alcuni farmaci;
· Contenimento della spesa per il personale;
· Incremento delle aliquote fiscali IRAP e addizionale IRPEF.

Relativamente al debito cumulato fino al 31 dicembre 2005, si prevede un contributo dello Stato diretto, subordinato alla realizzazione del Piano e alla approvazione di un apposito provvedimento legislativo che sarà adottato dal prossimo Consiglio dei Ministri”.

PINESCHI: ATTO DI RESPONSABILITA’ VERSO I CITTADINI
Massimo Pineschi, Presidente del Consiglio regionale, così ha commentato l’approvazione della legge: “L’approvazione del provvedimento è un atto di grande responsabilità nei confronti dei cittadini del Lazio per i quali il diritto alla salute e ad una sanità efficiente e moderna è un’esigenza primaria. Con questo atto si apre una fase nuova nella sanità laziale che potrà guardare – grazie anche alla collaborazione tra Governo e Regione – al futuro con maggiore serenità, grazie alle misure di rientro del debito, che pesa fortemente su tutto il bilancio regionale, e alle decisioni che potranno consentire alla razionalizzazione, l’ammodernamento e la riqualificazione di strutture, servizi e risorse umane per dotare la regione di un sistema capace di corrispondere con equità, qualità e produttività alle aspettative di tutta la comunità laziale”.
La legge approvata oggi aveva avuto ieri pomeriggio il via libera della commissione Bilancio, presieduta da Claudio Mancini, che ha spiegato come, con questa manovra, la Regione Lazio “chiude una partita gigantesca: si coprono 5 miliardi e 300 milioni di debito sanitario e allo stesso tempo si sbloccano 2 miliardi di credito della Regione nei confronti dello Stato. In più c’è l’impegno del Governo di destinare al Lazio 2 miliardi e 300 milioni sui 3 miliardi previsti dalla Finanziaria a favore della Regioni con i conti in rosso”. Spiega ancora Mancini che “essere riusciti a spalmare il peso del debito con un mutuo di 30 anni a rate annuali da 310 milioni di euro è un grosso impegno per il futuro”.
Critici alcuni interventi di esponenti dell’opposizione, tra essi Aldo Forte (UDC), per il quale “il rischio è che con questi provvedimenti ci si troverà tra qualche mese di fronte a manovre correttive”. Dal canto suo Stefano De Lillo (Forza Italia), ha criticato alcune misure adottate dalla Giunta in tema di risparmio della spesa farmaceutica, citando il caso delle statine, farmaci salvavita per molti pazienti. Secondo De Lillo, il piano antideficit “produrrà più costi che risparmi: basti pensare allo spostamento del costo di alcuni farmaci dalla voce 'spesa farmaceutica' a quella 'beni e servizi' per effetto della distribuzione 'in nome e per conto', ai nuovi costi in termini di personale e servizi che saranno prodotti dalla distribuzione diretta, ai costi enormi di operazioni faraoniche come il taglio dei posti letto e la chiusura di interi ospedali".
Donato Robilotta (SR-RNP), riferendosi alla firma del ‘patto’ per il rientro del debito tra il Presidente della Regione Piero Marrazzo e i Ministri della Salute Livia Turco e dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa, lo ha definito “un accordo importante, merito del Presidente Marrazzo e del Consiglio Regionale. Il Consiglio può essere d’aiuto rispetto al contenimento della spesa nei prossimi anni, anche rispetto al Piano sanitario regionale”.
Antonio Cicchetti, capogruppo di AN, ha rilevato che “quel che balza agli occhi è il disavanzo sanitario 2006, che è gestione attuale, non attribuibile alle gestioni precedenti”. Secondo Cicchetti, “il problema vero è quello di come arrivare a conseguire quei risparmi che portino non solo ad onorare le rate, ma anche ad evitare ulteriori disavanzi”.
Alfredo Pallone, capogruppo di Forza Italia, ha detto che “non si possono attribuire alla precedente Amministrazione tutti i guai della Sanità”. Circa le ipotesi di aumento dell’IRPEF e IRAP, Pallone si è augurato “che non ci siano altre stangate. Il problema non è solo quello della riduzione dei posti letto per acuti, ma è quello dell’efficacia e dell’efficienza del sistema sanitario”. Massimiliano Maselli (UDC) ha contestato “i dati relativi al deficit, dati che sono stati progressivamente rivisti. Oggi si arriva a questa proposta correttiva di 473 milioni di euro perché il deficit del 2006 è di oltre 1 miliardo. Il rischio è –ha detto- che paghino non solo i cittadini di oggi ma anche i nostri figli. Noi siamo contrari a questa proposta che non è stata sufficientemente approfondita in Consiglio Regionale”.
E a questo concetto si è riallacciato Fabio Desideri (DC per le Autonomie), che si è chiesto:“ha senso che si svolga oggi questa discussione? Secondo me no. Non è democrazia questa” per poi spiegare che “avrebbe avuto senso discutere il piano di rientro in Consiglio Regionale prima che Marrazzo siglasse l’accordo con il ministro Padoa Schioppa. Nelle scelte che contano, come quella che stiamo affrontando, il Consiglio e l’opposizione che vi è rappresentata sono stati tagliati fuori”.
Alessio D’Amato capogruppo di Ambiente e Lavoro, ha detto che a fronte di queste affermazioni “la maggioranza non può esimersi dal dare risposte in quest’Aula. Ci troviamo di fronte ad un atto importante che non è frutto della clemenza di qualcuno, ma è il risultato del buon lavoro compiuto dalla Giunta e dal Consiglio. Non voglio entrare nel merito delle questioni tecniche già spiegate dal presidente Marrazzo e dall’assessore – ha aggiunto -, ma era doveroso intervenire come maggioranza per dire che siamo all’inizio di un percorso difficile basato su rigore ed equità che sicuramente porterà su un corretto binario i conti della sanità laziale”.
Per dichiarazione di voto è intervenuto Antonio Cicchetti (AN) che ha ribadito il voto contrario. Voto contrario anche da parte dell’UDC, motivato dal capogruppo Rodolfo Gigli anche per ragioni di metodo. Voto contrario espresso anche da Fabio Desideri (DC per le Autonomie) mentre voto favorevole alla legge è stato espresso da Antonietta Brancati (Italiani nel Mondo). Alfredo Pallone (Forza Italia), richiamandosi al suo intervento, ha dichiarato il voto contrario.

MARRAZZO: PIANO RIENTRO BASATO SU EQUITA’. RIPARTIRE DAL TERRITORIO E’ LA NOSTRA VISIONE DEL WELFARE
In sede di replica il presidente della Regione Piero Marrazzo ha affermato che “la ristrutturazione della sanità parte dal territorio. Sono consapevole che inizia un percorso e che i prossimi mesi ci diranno se la ricetta è quella giusta. Di fronte ad un debito di proporzioni mai viste abbiamo chiamato tutti ad assumersi le proprie responsabilità. Il Consiglio Regionale ha svolto un ruolo importante. Non abbiamo paura di sperimentare strade nuove: il ticket sui farmaci era una misura inutile che non incideva sul contenimento della spesa. La nostra manovra è all’insegna dell’equità. Il tema vero è che il debito da oggi è sotto controllo, un obiettivo che abbiamo raggiunto insieme anche grazie alla Finanziaria regionale. L’altra sfida è la razionalizzazione e la semplificazione amministrativa. Oggi è un giorno di confronto e non di contrapposizione tra maggioranza e opposizione. Oggi siamo diventati un ‘modello’ anche se ancora sulla carta. Ma da oggi questo Consiglio potrà confrontarsi non con la spada di Damocle del debito, ma sui contenuti. L’equità è la nostra bussola quando affrontiamo il tema della sanità. Chiediamo sacrifici, ma non interromperemo il confronto con gli operatori del settore. Siamo arrivati a questo risultato attraverso il confronto con i Ministeri dell’Economia e della Salute. Ad aprile chiederemo alle Asl e alle Aziende ospedaliere di fornirci i bilanci, ma la sanità degli sprechi è una sanità del passato, non è la nostra sanità del futuro. Questa è una novità ‘storica’ perché l’obiettivo è ‘storico’. Per quanto riguarda i posti letto per acuti, dobbiamo arrivare al 4,5 per mille abitanti, senza nulla togliere all’assistenza ma spostando risorse verso il territorio, secondo il principio della continuità di cura. Siamo per la centralità del sistema pubblico, che va potenziato con attrezzature e tecnologie, che va incrementato in termini di posti letto rispetto ai posti letto privati, che scenderanno dal 35 al 31 per cento del totale. Faremo i PTP, presidi territoriali di prossimità, coinvolgendo i medici di famiglia, gli specialisti ambulatoriali. Rafforzeremo le residenze sanitarie assistenziali. Siamo per un sistema che parta dalla medicina di base, per giungere alla riqualificazione dei servizi sanitari sui parametri dell’efficacia, dell’efficienza e della qualità”. Marrazzo ha inquadrato il tema della sanità in “quella che è la nostra visione del Welfare”.

41/Ntr/ac/28 febbraio 2007

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