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Carceri; commissioni criminalità regione visita struttura Rieti


12/06/06 - Prosegue il programma di visite agli istituti di pena del Lazio predisposto dalla commissione regionale speciale Sicurezza e lotta alla criminalità, presieduta da Luisa Laurelli (Ds), che si è recata in visita al carcere di Rieti.

Presenti al sopralluogo, i consiglieri Donato Robilotta, socialista, Anna Maria Massimi (Ds), Mario Perilli (Ds) e Antonio Cicchetti (An).

Dalla ricognizione effettuata dalla commissione è emerso che il carcere - ubicato all’interno di una antica struttura ex conventuale e diretto da un facente funzione di direttore presente tre giorni a settimana - è molto piccolo, lamenta carenze di personale tra le guardie carcerarie, sotto organico di 15 operatori e costrette a turni straordinari. Adattato per accogliere al massimo 35 detenuti, è attualmente sovraffollato da 20 unità in più, mentre il 50% del totale dei reclusi sono extracomunitari appartenenti a diverse etnie.

Il problema potrà essere risolto quando il nuovo carcere, al momento in costruzione, sarà ultimato. “Purtroppo – ha dichiarato la presidente Laurelli – in questa casa di pena abbiamo rilevato l’assenza di luoghi adatti a svolgere qualsiasi attività. Con grande sforzo il carcere è messo in condizione di funzionare bene ma vi è carenza di tutto: anche la biblioteca e il luogo per le funzioni religiose sono ridotti in pillole, non esistono luoghi per la socializzazione ad eccezione del cortile per l’ora d’aria, per le attività extracarcerarie si può contare soltanto su un educatore ed un volontario.

Come Regione Lazio – ha sottolineato Laurelli – solleciteremo con forza il ministero affinché i lavori di completamento del nuovo penitenziario siano accelerati, e garantiremo ogni possibile aiuto per incentivare l’attività di formazione e lavoro all’interno del carcere. Ho consegnato ai responsabili di questa struttura – ha proseguito - la mozione presentata in Consiglio regionale per l’amnistia e la proposta di legge che vede primo firmatario l’assessore Nieri, rivolta alla tutela dei diritti dei detenuti e degli operatori carcerari, augurandomi di ricevere osservazioni o suggerimenti propositivi. Il cammino per migliorare le condizioni di vita di chi vive la drammatica realtà del carcere – ha concluso – è duro e difficile ma abbiamo la forza e la ferma volontà di portarlo a termine”.

Donato Robilotta, dal canto suo, ha riscontrato che “anche a Rieti come già a Velletri e Viterbo ignorano completamente l’esistenza di stanziamenti regionali per l’assistenza psicologica di chi lavora e vive il carcere. Con le somme messe a disposizione dai bandi è possibile migliorare le condizioni di vita dei detenuti, allestire biblioteche e spazi per diverse altre attività. Sono rammaricato – ha sottolineato Robilotta – che dei fondi che ho contribuito personalmente a fare stanziare sia ignorata completamente, da chi ne ha disperatamente bisogno, l’esistenza

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