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Agro Romano, le imprese agricole chiedono promozione



Foto di Claudio Testa01/07/09 - L'agricoltura di Roma perde terreno. La superficie agricola utilizzata (Sau) è minacciata dall'espansione urbanistica. Nel 2000 i terreni del più grande comune agricolo d'Italia destinati all'agricoltura erano già diminuiti del 19% in dieci anni, contro una media regionale del 14%. Eppure le imprese agricole rappresentano non solo una realtà produttiva, ma fornitori di servizi alla collettività: difesa del suolo, valorizzazione dell'ambiente, agriturismo, produzione di energia da fonti rinnovabili. Partendo da queste considerazioni è stata presentata in consiglio regionale una proposta di legge, primo firmatario Enrico Fontana (Sinistra e Libertà), per la "Conservazione e riqualificazione agricolo-ambientale dell'Agro romano". Il testo è stato al centro, questa mattina, di un'audizione della commissione Agricoltura, presieduta da Mario Perilli (Pd), con le organizzazioni professionali e sindacali degli agricoltori.

I rappresentanti del mondo agricolo regionale e capitolino hanno manifestato apprezzamento per una legge che punta a tutelare l'Agro romano, ma si sono detti preoccupati che la normativa - a forte connotazione paesaggistica - possa tradursi in un carico di vincoli dannoso per le imprese agricole. Da qui una serie di proposte, tra cui quella di semplificare le procedure e tutelare chi realmente fa agricoltura in maniera professionale, l'attenzione alla "multifunzionalità", il privilegiare la promozione ai vincoli. Sono intervenuti i rappresentanti di Confagricoltura, Coldiretti, Cia e Flai Cgil.

"Sono state sollevate questioni - ha osservato il presidente Perilli - che non sono solo rilevanti, ma che convincono. La normativa dovrà avere due gambe: una per la tutela paesaggistica dell'Agro romano, l'altra che punti al rafforzamento delle imprese agricole". La "riforma culturale" invocata dagli agricoltori è stata ben accolta anche da Fontana, che ha sollecitato ai rappresentanti degli agricoltori l'invio di emendamenti. "Bisogna invertire la tendenza, serve un mutamento culturale - ha detto - Dobbiamo dare un segnale legislativo e politico di voler cambiare rotta". "La concertazione deve proseguire", ha sottolineato Ivano Peduzzi (Prc), che ha ricordato come a suo giudizio la libertà di impresa possa entrare in un disegno che contempera bene salvaguardia e sviluppo.


 

A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio
Info: 800 01 22 83
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