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Alitalia, il dibattito in Consiglio regionale



04/09/08 - Dopo l'intervento del presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, è cominciato il dibattito presieduto da Guido Milana, durante il quale si sono alternati i consiglieri e gli ospiti presenti oggi in Consiglio regionale.
Il primo a prendere la parola è stato il consigliere Antonio Cicchetti, capogruppo di An: "Ci sembra un po' esagerato dire che per salvaguardare chi sta lavorando è necessario che entri in campo la Regione Lazio. Se non ci fosse stato capitale privato sufficiente l'avremmo chiesto noi stessi. Come Consiglio regionale, insieme a Comune e Provincia, dobbiamo vigilare affinché le nostre speranze e i nostri desideri non vadano delusi e gli impegni di Governo non vengano disattesi". Per Giovanni Carapella (Pd) Fiumicino deve essere hub nazionale, senza il quale si rischia effetto a cascata su tutto il sistema economico e turistico della regione. "E' gravissimo - ha detto il consigliere del Pd - che Provincia e Comune di Roma, Fiumicino, Ciampino e Regione Lazio non siano stati coinvolti nella discussione sul piano industriale della Compagnia".
Ha poi preso la parola Mauro Cutrufo, prosindaco di Roma, il quale pur concordando con il presidente Marrazzo sul fatto che si debba attendere il "giudizio del mercato" ha però criticato la proposta di entrare a far parte dell'azionariato perché, ha detto, "partecipare con 10 milioni a questa iniziativa può essere utile a dare coraggio, ma non serve a dimostrare che siamo autorevoli. La proposta di Marrazzo è solo un'idea, per valutarla bisogna approfondire. Il Comune - ha concluso Cutrufo - è pronto a discutere di una soluzione, ma solo quando la si conoscerà in profondità".
Dal canto suo il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, ha censurato il fatto che la comunità locale sia stata "ignorata ed esclusa dal tavolo nazionale. Per questo - ha detto - condivido la proposta di entrare nell'azionariato perché è un modo giusto per denunciare un deficit di democrazia. E' sbagliato ignorarci perché sono certo che quando la crisi esploderà in modo drammatico allora saremo chiamati ad aiutare." A fronte dei sacrifici che vengono chiesti bisogna, ha concluso Zingaretti, che ci sia la "contropartita del rilancio della compagnia e la conferma di Fiumicino come grande hub".
Nel suo intervento, Walter Schiavella, segretario della Cgil di Roma e del Lazio, ha detto di parlare anche a nome dei suoi colleghi di Cisl e Uil, ricordando la gravità della situazione che si può scaricare sui lavoratori di Alitalia, su quelli stabili e sui precari che sono già senza lavoro, sui lavoratori di Air One e su quelli dell'indotto diretto e indiretto, senza nascondersi che la ricaduta ci sarà anche sulle condizioni salariali di chi rimane. "Noi - ha detto Schiavella - chiediamo alle istituzioni di essere al nostro fianco per spostare il merito del piano industriale. E c'è poi la questione - ha aggiunto - delle protezioni sociali per i lavoratori e non solo per quelli di Alitalia, ma anche per quelli dell'indotto diretto e indiretto".
Il capogruppo di Forza Italia, Alfredo Pallone, ha sottolineato l'importanza del fatto che Alitalia resti italiana, sebbene nessuno credesse al governo quando annunciò l'esistenza di una cordata italiana. Pallone ha però posto la questione dell'obsolescenza di Fiumicino e delle infrastrutture esterne che servono l'aeroporto, giudicato di "serie B". "Ci attende una grande sfida - ha concluso Pallone - ma noi dobbiamo raccoglierla non contro il governo, altrimenti l'Alitalia si salverà, ma noi non potremo dire io c'ero".
"Abbiamo il dovere di concludere questo dibattito mettendo nero su bianco gli impegni che il Consiglio Regionale assume - ha detto il capogruppo dei Verdi Enrico Fontana - e chiedere che vengano adottati dalla Giunta e dal Presidente impegni concreti, perché vogliamo essere partecipi di una vicenda che riguarda il destino della nostra regione e di decine di migliaia di persone che vivono nel territorio che noi rappresentiamo".
In merito alla proposta formulata dal Presidente Marrazzo, Mario Canapini, sindaco di Fiumicino ha affermato che "se la presenza degli enti locali all'interno della nuova compagnia risultasse utile noi saremmo anche in grado di fare la nostra parte, sopportandone il sacrificio, ma nel caso in cui questa partecipazione non si ritenesse necessaria ci auguriamo che i dieci milioni possano essere destinati al miglioramento del sistema della mobilità e del sistema infrastrutturale esterno all'aeroporto, che attualmente vive uno stato di criticità che rischia di mandare al collasso l'intero sistema aeroportuale".
"Condividiamo il tema proposto dal Presidente Marrazzo - ha aggiunto il segretario provinciale di Roma dell'UGL Luca Marcotti - perché la discussione deve includere i rappresentanti degli enti locali del territorio. Siamo però consapevoli che il luogo vero della trattativa è il ministero del Lavoro, per questo riteniamo prioritario che il Consiglio regionale si concentri su cosa le istituzioni territoriali possono fare per attenuare l'impatto sociale e occupazione che il piano avrà sul territorio".
"Siamo preoccupati perché non sappiamo quale sarà il futuro dei lavoratori ritenuti in esubero - ha dichiarato Aldo Forte, capogruppo Udc - né che fine farà lo scalo di Fiumicino e quali saranno le ricadute che il nuovo piano avrà sull'indotto e su tutto il sistema aeroportuale del Lazio. La Regione invece di pensare ad un futuro di azionista nella nuova Alitalia, si impegni su quelle che sono le sue precise competenze: individuare politiche che aiutino lo sviluppo di Fiumicino, favorendo gli investimenti e creando le condizioni per nuovi posti di lavoro".
Il sindaco di Ciampino, Walter Perandini, ha giudicato sbagliata la "scelta di due hub nazionali, scelta che ha impedito una seria programmazione nazionale. Alitalia ha pagato anche le conseguenze di un'altra scelta sbagliata: spostare su Ciampino sempre più voli. Negli ultimi dieci anni i passeggeri in transito su Ciampino sono passati da 900mila a circa 6 milioni. La nostra è l'unica nazione dove l'aeroporto 'low cost' della capitale è più vicino al centro cittadino rispetto all'hub principale".
Il consigliere Ivano Peduzzi (Prc) ha evidenziato come la premessa di addebitare al sindacato il fallimento dell'operazione e la perdita del lavoro per i dipendenti Alitalia, mini alla base la trattativa. "Il taglio dei posti di lavoro cosiddetti in esubero è legato a determinate scelte industriali. Per questo la presenza della Regione nel cda della nuova società non solo è opportuna ma rappresenta un elemento di garanzia a tutela degli interessi dei cittadini, dei lavoratori e del servizio".

Il dibattito in Consiglio regionale sulla crisi dell’Alitalia e proseguito con l’intervento del presidente della provincia di Viterbo, Alessandro Mazzoli, il quale ha rilanciato la richiesta di “una conferenza di servizi al più presto per dare seguito agli impegni presi dal Governo per lo scalo di Viterbo”. Per Mazzoli, “è da respingere qualsiasi trattativa, così come sarebbe ingiusto oggi modificare l’assetto dei nuovi scali nazionali a seconda della provenienza geografica degli attori protagonisti del salvataggio di Alitalia”.

Subito dopo è intervenuto Francesco Saponaro, presidente del gruppo misto, il quale ha sottolineato come sia “tornato in modo inequivocabile il rischio d’impresa. Però dispiace constatare che si tratta di imprenditori del nord, che non ci sono imprenditori laziali coinvolti in questa impresa, nemmeno con una minima quota o in modo consortile. C’è stata forse una mancanza di comunicazione o poca sensibilizzazione verso gli imprenditori laziali da parte delle istituzioni. Occorreva un’azione più forte, visto che anche alcune leggi che abbiamo fatto sui distretti tecnologici o l’ultima sulla internazionalizzazione delle Pmi, non sono state ben recepite dagli imprenditori regionali. Io non contesto la scelta della Regione di investire 10 milioni di euro nella partecipazione al progetto ma mi chiedo perché questo intervento non sia arrivato dalle imprese private” ha concluso Saponaro.

Secondo il capogruppo del Pd, Giuseppe Parroncini, “il piano cosiddetto ‘Fenice’ comporta un costo alto per la collettività, il licenziamento di molti lavoratori, la sospensione delle regole antitrust e l’assenza di un forte partner del settore. Il piano del precedente governo, invece, prevedeva un numero limitato di esuberi e un partner internazionale forte come Air France. Oggi – ha proseguito Parroncini – si parla di circa 5000 esuberi previsti. Per questo è importante la presenza della Regione come garante dei diritti dei lavoratori e degli interessi del territorio laziale. E’ necessario lanciare un segnale politico forte e mettere alcune condizioni nella trattativa in corso: in primo luogo che la nuova compagnia mantenga un respiro internazionale; in secondo luogo che vadano rispettati i diritti di tutti i lavoratori e, infine, che siano tutelate le piccole e medie imprese che vivono dell’indotto legato all’Alitalia e a Fiumicino”, ha concluso Parroncini.

Il dibattito in Consiglio regionale sulla crisi dell’Alitalia e proseguito con l’intervento di Enrico Luciani (Prc), presidente della commissione Mobilità, secondo cui la crisi dell’Alitalia e il piano ‘Fenice’ sembrano “un film già visto, sembra di rivivere i drammi delle Ferrovie dello Stato o dei collegamenti su mare: si socializzano i debiti e e le perdite e si privatizzano solo gli utili, mentre a pagare sono i lavoratori, sempre più ricattabili e costretti a subire pesanti peggioramenti delle condizioni contrattuali”.

Secondo Raffaele D’Ambrosio, presidente del gruppo Unione di centro per la costituente, “è tempo di serietà, non si può giocare con la prima azienda del Lazio per occupati diretti e indotto.” Dopo aver sottolineato l’importanza del dibattito ed aver auspicato l’adozione di un documento comune, D’Ambrosio ha poi concluso il suo intervento sottolineando la necessità di difendere il ruolo intercontinentale della compagnia e di contenere il numero degli esuberi.

Antonietta Brancati, capogruppo dei Repubblicani, Liberali e Riformatori, ha definito il piano Fenice “solo un piano di salvataggio e non di rilancio. Siamo contro i tagli a rotte e flotta perché causerebbero la diminuzione del flusso turistico e favorirebbero le compagnie low cost. La partecipazione della Regione nella ‘Cai’ può essere utile, purché il contributo non sia soltanto finanziario, ma anche in termini di idee alle decisioni di impresa.”

Secondo Maria Antonietta Grosso (Pdci), “si parla con troppa leggerezza di esuberi, ma dietro questa parola si nasconde il dramma di migliaia di famiglie. A dispetto di quanto sostiene il ministro Brunetta, non sarebbe certo uno scandalo se una parte dei lavoratori Alitalia fosse assorbita dalla Pubblica Amministrazione, dal momento che è proprio dal pubblico che la cordata messa insieme dal Governo sta traendo energie per futuri profitti. Per questo è importante, dal punto di vista simbolico e non solo, l’impegno della Regione Lazio per ritagliarsi un ruolo in questa delicata fase”.

E’ intervenuto poi Luigi Celori (An – Pdl), secondo cui “la politica è stata una presenza troppo ingombrante nella storia di Alitalia. Questa nuova cordata è comunque un passo avanti, a fronte della svendita ad Air France caldeggiata dal Governo Prodi. Ma non c’è da stare tranquilli, in quanto si tratta di imprenditori più vicini al Nord che alle esigenze di Roma e del Lazio. Per questo, non è di gesti simbolici che abbiamo bisogno, ma di precise garanzie sul ruolo di Fiumicino come hub internazionale”.


 

A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio
Info: 800 01 22 83
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