03/09/10 -
"Il diritto alla vita è un bene dell'umanità. Battersi in difesa di Sakineh Mohammadi Ashtiani significa battersi per il diritto inalienabile alla vita, per la democrazia, per la libertà e per tutte le donne e le madri che ancora oggi nel mondo pagano a una società malata e distorta il prezzo della loro condizione.
Il mondo intero, le donne, devono mobilitarsi contro tale barbarie, che porta la maschera di una religiosità ma che è solo la dimostrazione di una cultura barbara, arcaica che immola la donna al potere maschile senza se e senza ma.
La reazione universale alla vicenda di Sakineh diventi il monito contro chiunque possa pensare di profanare la vita umana e di poterlo fare ancora di più e legittimamente nei confronti di una donna.
La salvaguardia della vita di Sakineh, il suo diritto ad un trattamento umano ed ad un giusto processo, rappresentano i requisiti minimi per l'affermazione della civiltà, e non può esserci tolleranza nei confronti di chi viola i diritti umani". E' quanto afferma in una nota la Consulta femminile regionale per le Pari Opportunità del Lazio che ha aderito all'appello per fermare la lapidazione di Sakineh.
GiO
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