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Lazio. Servizi sociali: un compito per le province. Finché ci sono


11/10/11 - LAZIO. SERVIZI SOCIALI: UN COMPITO PER LE PROVINCE. FINCHÉ CI SONO
Gli assessori provinciali alle politiche sociali rivendicano un ruolo più incisivo all'interno della riforma, "pur nella consapevolezza della precarietà istituzionale di tali enti", come ha sottolineato in audizione l'assessore Claudio Cecchini

Nuovo ciclo di audizioni oggi in Commissione Lavoro, pari opportunità, politiche giovanili e politiche sociali, presieduta da Maurizio Perazzolo (Lista Polverini) sulla PL 226 d'iniziativa della Giunta regionale, concernente il "Sistema integrato degli interventi, dei servizi e delle prestazioni sociali per la persona e la famiglia nella Regione Lazio".
Presente l'assessore regionale al ramo, Aldo Forte, nel pomeriggio è stata ascoltata nuovamente la delegazione degli assessori alle politiche sociali delle province del Lazio composta da Claudio Cecchini (provincia di Roma), Fabio Bianchi (Latina), Luigi Taddei (Rieti), Vittorio Di Carlo (consigliere delegato alle politiche sociali della provincia di Frosinone). Assente questa volta il rappresentante della provincia di Viterbo, l'assessore Cecchini ha annunciato un documento condiviso da tutti e cinque gli assessori delle province del Lazio su quelle che sembrano essere le criticità del provvedimento della Regione. In particolare, Cecchini ha puntato il dito sui consorzi Oasi per la gestione delle azioni sociali integrate e sull'abbandono di altre forme di aggregazione tra i soggetti interessati, come gli accordi di programma. Soprattutto, appaiono ridotte le funzioni attribuite alle province dal provvedimento regionale, "pur nella consapevolezza della precarietà istituzionale assegnata a tali enti dal disegno costituzionale di abolizione", come ha tenuto a sottolineare Cecchini il quale ha aggiunto che "finché esistono e operano è bene però chiedere loro il massimo di funzioni e compiti".

Le audizioni sono iniziate in tarda mattinata e si sono concluse a metà pomeriggio. Sta-mane è stato ascoltato il rappresentante di Coldiretti Gianluigi Terenzi, il quale ha apprez-zato l'impianto generale della proposta di legge, riservandosi di intervenire in sede di defi-nizione delle misure attuative e organizzative. Particolare attenzione è stata posta nella salvaguardia di strutture socio-sanitarie di riferimento per i piccoli comuni agricoli, spesso mal collegati agli ospedali capofila di ciascuna macroarea individuata dal nuovo Piano. Proprio la divisione del territorio laziale in macroaree è il limite più evidente della 226 per il Forum della fattorie sociali (rappresentato da Tiziana Biondini), che ha rivendicato l'importanza di politiche innovative su base territoriale, partendo dal riuscito esperimento dell'agricoltura sociale a Roma e provincia. Il Focus "Casa dei diritti sociali" (rappresentato da Giulio E. Russo) ha denunciato un ruolo residuale percepito nei confronti del volontariato e del terzo settore e ha proposto una serie di modifiche terminologiche ai primi articoli della proposta normativa. Benilde Mauri dell'Agob (Associazione Genitori Oncologia Pediatrica) ha spiegato come il Lazio sia un riferimento nazionale e internazionale per le famiglie di bambini colpiti da tumori, chiedendo che questa specificità regionale venga tenuta in considerazione nell'attuazione delle politiche socio-sanitarie. L'associazione So.Spe. Solidarietà e Speranza, presente all'incontro, ha annunciato l'invio di una relazione dettagliata con osservazioni rispetto ai contenuti della proposta di legge della Giunta. Nel pomeriggio, oltre ai quattro assessori provinciali alle politiche sociali, sono stati ascoltati Guido Trinchieri, presidente della Consulta regionale per i problemi della disabilità e dell' handicap, organismo statutario della Regione Lazio, e Rita Gregori per l'associazione "Oltre il Muro".

Presenti nel corso delle audizioni, oltre al presidente Perazzolo, i consiglieri Annalisa D'Aguanno (Pdl), Tonino D'Annibale (Pd), Luigi Nieri (Sel) e Anna Maria Tedeschi (Idv)

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