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IX - Lavoro, pari opportunità, politiche giovanili e politiche sociali


Consultori familiari, dal Comune di Roma il primo sì alla riforma Tarzia

30/09/10 - "E' un disegno di legge assolutamente condivisibile". Così l'assessore alle politiche sociali del Comune di Roma, Sveva Belviso, nel corso dell'audizione in Commissione Lavoro e politiche sociali sulla riforma dei servizi sociali che si è svolta oggi alla Pisana. "Vorrei solo un chiarimento - ha proseguito l'assessore Belviso - su quali siano gli organi ai quali compete l'erogazione degli aiuti economici. Qualora fosse il Comune, dovrebbe essere previsto un finanziamento da parte della Regione. Altrimenti, dovremmo negare gli aiuti".

Oltre all'assessore Belviso, dalla Commissione presieduta da Maurizio Perazzolo (Lista Polverini) oggi sono stati ascoltati nuovamente gli assessori provinciali alle politiche sociali Claudio Cecchini (Roma) e Luigi Taddei (Rieti), i quali hanno ribadito il proprio giudizio negativo sulla proposta di legge regionale n. 21 del 26 maggio 2010, "Riforma e riqualificazione dei consultori familiari" - prima firmataria OlimpiaTarzia (Lista Polverini).

"Crediamo nella delicatezza della tematica - ha detto Cecchini - Per questo motivo abbiamo organizzato un convegno sull'argomento che si terrà il 19 ottobre a palazzo Valentini. Sono invitati amministratori, operatori dei consultori, associazioni, sindacati. Dopo averli ascoltati - ha concluso Cecchini - magari potrò aggiungere ulteriori osservazioni a quanto già esposto". Meno possibilista l'assessore Taddei, il quale nella proposta Tarzia vede "l'embrione demolitorio del ruolo pubblico" a favore dei consultori privati. Per coloro che sono sotto la soglia di povertà, il provvedimento prevede la corresponsione a favore della donna e del figlio concepito di un assegno rinnovabile fino al quinto anno di età del bambino. "Con quali fondi?" - chiede l'assessore Taddei - gli enti locali non ce la fanno più".

Per la Provincia di Frosinone è stato ascoltato il consigliere provinciale Vittorio Di Carlo, delegato dall'assessore alle politiche sociali. Di Carlo ha riferito di non avere notizia di disagi tali da richiedere un intervento del legislatore sulla materia. Sulla stessa lunghezza d'onda Alessandra Caputi, dirigente dei servizi sociali, delegata del Commissario straordinario del Comune di Latina. "Che cos'è che non va nei consultori, tanto da richiedere una nuova legge? - si chiede la dirigente - Inoltre, sulla base della mia esperienza - ha proseguito Caputi - nel provvedimento non ritrovo un modello di famiglia esistente nella realtà. Nei consultori, infatti, non va mai la famiglia del mulino bianco formata da padre, madre e due figli (possibilmente un maschio e una femmina)".



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