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V - Ambiente e cooperazione tra i popoli


Rifiuti, Roma Capitale: "Differenziata al 50% nel 2018"

07/07/11 - Il Comune di Roma ha presentato al ministero dell'Ambiente e alla Regione un piano che fissa al 2014 il raggiungimento del 35% di raccolta differenziata. "Stiamo sviluppando, così come ci ha richiesto il ministero, un ulteriore avanzamento temporale che riteniamo ci possa portare al 2018 ad arrivare al 50%". E' quanto ha riferito il dirigente Gestione Rifiuti di Roma Capitale, Fabio Tancredi, ai consiglieri membri della commissione Ambiente del Consiglio regionale presieduta da Roberto Carlino (Udc) nel corso dell'audizione di questa mattina. Questo programma del Campidoglio, che si dice impegnato a incentivare quanto più possibile la differenziata, accompagna la richiesta di deroga all'obiettivo del 65% entro il 2012, traguardo alla normativa statale e dalla proposta di piano rifiuti regionale in discussione alla Pisana.

Il territorio della Capitale presenta delle particolarità, come la densità di popolazione in alcuni quartieri, che richiedono degli specifici accorgimenti. "Ottimo piano - ha detto Marco Visconti, assessore all'Ambiente della giunta Alemanno - poi magari bisogna calarlo in alcune parti, in alcuni punti, sulla nostra città". Gli uffici comunali hanno preparato delle osservazioni che Visconti ha chiesto al presidente Carlino siano presi in considerazione come emendamento alla proposta oggi in commissione Ambiente. Giuseppe Rossodivita (Lista Bonino Pannella) si è chiesto, considerato che la capitale produce oltre il 50% dei rifiuti del Lazio e ha obiettivi così diversi dal piano regionale, se l'assessore regionale Pietro Di Paolo fosse a conoscenza della situazione di Roma.

Perplessità sono state espresse anche dal consigliere Mario Mei (Api) che si è domandato - qualora venga accettata la richiesta di deroga dell'obiettivo del 65% di differenziata - dove andranno a finire i rifiuti "non differenziati" e se sia possibile contenere i maggiori costi prospettati da Ama per un eventuale passaggio "porta a porta" col recupero dell'evasione della tariffa tributi. Da un lato gli uffici amministrativi dell'azienda, presente all'audizione, hanno rivelato di aver cancellato dalla banca dati 25 mila posizioni inesistenti pari a un fatturato di 48 milioni di euro, dall'altro l'amministratore delegato Franco Panzironi ha tenuto a ribadire che Ama non partecipa - a differenza di altre aziende italiane - alla fase finale del ciclo dei rifiuti, come ad esempio la produzione energetica, che invece porterebbe ad acquisire altre entrate.

La seduta è stata riconvocata nel tardo pomeriggio di oggi - su richiesta di alcuni consiglieri - per consentire ai commissari di sottoporre a Panzironi e al presidente di Ama, Marco Daniele Clarke, una serie di domande sulla documentazione consegnata stamane in commissione. "Ringrazio Ama per la serietà con cui sta collaborando - ha tenuto a precisare il presidente Roberto Carlino - per noi è importante conoscere con chiarezza il rapporto tra piano industriale dell'azienda e piano regionale rifiuti. La qualità del lavoro svolto ci dimostra che stiamo procedendo per arrivare a concludere in tempi serrati l'iter del provvedimento quanto più nell'interesse dei cittadini".
Hanno partecipato a questa audizione i consiglieri Pier Ernesco Irmici (Pdl), Rodolfo Gigli (Udc), Annamaria Tedeschi (Idv), Mario Perilli (Pd) e Tonino D'Annibale (Pd).

Ad inizio seduta era stato ascoltato, sempre sulla proposta di piano regionale rifiuti, il sindaco di Albano, Nicola Marini, che ha parlato a nome delle amministrazioni comunali del comprensorio dei Colli Albani. Al centro dell'audizione la denuncia di una possibile emergenza rifiuti al 31 dicembre per esaurimento della discarica di Roncigliano, che serve 10 comuni. Contro la procedura amministrativa di ampliamento per la costruzione di un settimo invaso pende davanti al Tar del Lazio un ricorso di cittadini, cui si stanno aggiungendo alcune amministrazioni locali, che se fosse accolto lascerebbe senza discarica il territorio. I primi cittadini chiedono un incontro con la presidente Renata Polverini e l'assessore Pietro Di Paolo per trovare un'alternativa all'ampliamento. "Serve la condivisione e la partecipazione dei sindaci del territorio" ha sottolineato il sindaco di Genzano, Flavio Gabarini.

Le motivazioni alla base della richiesta di sospensiva al Tar sono le stesse, a detta di Nicola Marini, su cui si è basato il ricorso che ha portato all'annullamento della procedura amministrativa di autorizzazione del termovalorizzatore. Sentenza che oggi è in attesa di un pronunciamento del Consiglio di Stato e che se fosse confermata, come evidenziato dal primo cittadino di Albano, porterebbe a far cadere la programmazione regionale del piano rifiuti che invece contempla ancora quell'impianto all'interno del ciclo dei rifiuti del Lazio. Una struttura che Marini ha inoltre ritenuto superflua sulla scorta dei dati inclusi al piano circa la produzione da trattamento meccanico biologico (TMB) che sarebbe già assorbita - a suo dire - dagli altri impianti presenti nel territorio regionale. A fronte di queste affermazioni il consigliere regionale Francesco Storace (la Destra) ha chiesto la trasmissione dello stenografico dell'audizione all'assessorato guidato da Di Paolo. Il presidente Carlino ha invece disposto il deposito agli atti della commissione dei documenti portati alla Pisana dai rappresentanti del comprensorio dei Colli Albani.
Hanno partecipato a questa prima audizione i consiglieri Andrea Bernaudo (Pdl), Antonio Paris (Misto), Giuseppe Rossodivita (Lista Bonino Pannella) ed Annamaria Tedeschi (Idv).




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