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XIII - Sanità


Audizioni in commissione Sanità sul nuovo Piano regionale

06/11/08 - Giornata di audizioni per la Commissione sanità del Consiglio regionale del Lazio. Il primo ad essere ricevuto è stato il dott. Perucci dell'Osservatorio epidemiologico, che nel suo intervento ha criticato il criterio del numero di posti letto per determinare il taglio o la riconversione di strutture sanitarie sul territorio. "Bisogna invece tenere conto degli indici di qualità, valutandoli caso per caso", ha aggiunto, facendo riferimento al recente rapporto dell'Asp su "Valutazione di esito degli interventi sanitari nel lazio 2004-2006".

A seguire, i rappresentanti del settore privato (Federlazio, Aiop, Aris, Anisap, Confindustria Lazio). In allegato, alcune delle relazioni presentate.

Nella sessione pomeridiana, il ciclo di audizioni è proseguito con la Consulta regionale per la salute mentale del Lazio, con l'associazione Anaste e con i medici di famiglia della Fimmg, rappresentati dal segretario generale regionale Pier Luigi Bartoletti (in allegato la relazione esposta). A chiudere questa serie di incontri, Cittadinanzaattiva e la Federazione delle associazioni dei dirigenti medici internisti (Fadoi).

Al termine delle audizioni,  il presidente Luigi Canali, d’intesa con i consiglieri presenti, ha deciso di inviare una  lettera al presidente Piero Marrazzo, nella sua qualità di commissario ad acta, ed al vice presidente della Giunta Esterino Montino, per rappresentare le preoccupazioni espresse alla Commissione da parte delle rappresentanze degli imprenditori privati della sanità laziale, dichiarate “drammatiche in ordine alla quantità e alla gravità dei problemi che genera il piano di riqualificazione della rete ospedaliera”.

Nella lettera si sottolinea come gli imprenditori privati abbiano lamentato l’assenza di concertazione nella redazione del Piano sanitario regionale profilando l’inevitabilità di un ricorso contro il provvedimento, se questo non dovesse essere discusso con le rappresentanze medesime. “In particolare - si legge - i privati sostengono di essere discriminati rispetto alle strutture pubbliche, e di essere eccessivamente penalizzati nei tagli dei posti letto, calcolati in maniera diversa dall’attuale sistema informativo, che per le strutture pubbliche considera i posti letto semplicemente autorizzati, anziché quelli attivi”. Inoltre, secondo le associazioni i minori costi delle strutture private rispetto alle pubbliche a parità di prestazioni, ridurrebbero grandemente il costo dell’operazione. Gli stessi imprenditori hanno infine prospettato alla Commissione alcune contraddizioni del Piano tra la programmazione prospettata e il mancato accreditamento delle strutture ambulatoriali e il permanere del blocco delle autorizzazioni alle Rsa. Per quanto riguarda i laboratori privati, poi, il tetto di 500.000 prestazioni definito dal Piano sarebbe irrealistico visti  gli attuali vincoli.

Il presidente Canali ha voluto così richiamare l’attenzione del commissario Marrazzo e del vice presidente Montino su tali nodi giudicati rilevanti dall’intera Commissione.

Allegati:


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